Tale madre tale figlia

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Mi sono resa conto negli ultimi due capitoli di non aver trattato molto il punto di vista di Emma e Killian, mi sono dedicata ai loro figli e li ho lasciati un po in secondo piano. Vi comunico ufficialmente che da oggi torneranno a farsi sentire ;) Buona lettura.

POV LEILA
Nel momento esatto in cui tornai a Boston una sensazione di malessere emotivo mi invase. Per via del problema di mia sorella non avevo dato molto peso a quello che mi fosse successo, mi ero fatta in quattro per aiutarla e avevo di conseguenza messo da parte i miei problemi. Forse un pochino lo feci anche di proposito a far finta che nulla fosse successo tra me e Gideon ma ora non avevo più scusanti... non potevo più continuare a fingere, dovevo affrontare la situazione da persona matura. Già... ma come si comporta una persona matura in questi casi? Era la prima volta che mi trovavo ad affrontare un problema del genere e non sapevo minimamente da dove cominciare per poterne uscire. Quello che sapevo è che la persona con la quale avrei tanto voluto parlare in quel momento era l'unica persona che molto probabilmente di me non ne voleva più avere niente a che fare. Mi mancava quel capoccione, mi mancava terribilmente e mi mancavano anche che tutte quelle cose di lui che in quell'ultimo periodo mi avevano dato fastidio. Com'era possibile una cosa del genere? Come è possibile che tutto quello che non sopportavo di lui adesso mi mancava? Mi sembrava di impazzire, dovevo assolutamente parlarne con qualcuno. La mia coinquilina quel giorno era in casa, non era andata a lezione, così ne approfittai per parlanne con lei. Le raccontai tutto dal principio, dal nostro primo incontro a Storybrooke quel weekend fin quando lo avevo mollato per aver detto tutte quelle cose orrende su mia sorella. Raily odiava Gideon e non ne aveva mai fatto mistero, non sopportava neanche la sua presenza in casa e lo riteneva un pallone gonfiato. Pensavo che se ne sarebbe uscita con quale frase del tipo "era ora cavolo", eppure non lo fece, anzi... mi disse che a detta sua ero stata fin troppo affrettata nel prendere quella decisione. È vero... c'erano molte cose di lui di cui ultimamente non facevo altro che lamentarmi ma non mi ero mai presa la briga di sedermi a tavolino e parlargliene... lo avevo mollato e basta senza provare a capire se la cosa fosse risolvibile o no. Avevo pensato solamente a me stessa senza capire il vero motivo di tutte le sue lamentele. Mi consigliò di chiamarlo per provare a spiegargli le mie motivazioni e per capire magari come se la stesse passando lui, ma io non riuscii a farlo. Ero troppo orgogliosa per chiamarlo e dirgli: "ehi ciao come stai? Ah proposito lo sai che mi manchi?" no no no non lo avrei mai fatto. Ringraziai la mia amica per essere stata così gentile per aver ascoltato i miei sfoghi e me ne andai dritta in camera, non cenai neanche, avevo lo stomaco completamente sotto sopra. Mi rannicchiai nel mio letto e provai a pensare a tutto fuorché a lui ma la cosa fu davvero difficile, ovunque il mio sguardo si posasse c'era qualcosa che me lo faceva tornare alla mente. La cornice con la nostra foto sul comodino, i libri che mi aveva regalato, le nostre foto sul telefono... tutto mi ricordava Gideon così decisi di fare l'unica cosa sensata: spensi la luce e chiusi gli occhi aspettando così che Morfeo mi rapisse.
Ero convinta che fosse solo una fase, che con il passare dei giorni le cose si sarebbero sistemare, che avrei sentito meno angoscia e che avrei saputo cosa fare... tze...mi sbagliavo di grosso. Ogni giorno che passava era sempre peggio e a rendere ulteriormente difficile la cosa furono le chiamate di mia sorella e di mia madre che come minimo mi facevano tre o quattro telefonate al giorno. Ero contenta di sentirle, mi mancavano, ma avrei preferito di gran lunga parlare con loro senza necessariamente mettere in mezzo la parola amore o Gideon ad ogni singola conversazione. Chloe durante una delle nostre chiacchierate mi ha raccontato che papà alla notizia della fine della mia relazione con il figlio del suo peggior nemico inizialmente ha gioito. Eh già, a quanto pare lui e Liam hanno praticamente esultato della cosa come se fossero allo stadio. Mi scappò da ridere immaginando la scena, in fondo un pochino me lo aspettavo... papà odiava Gideon, eppure rimasi particolarmente colpita quando aggiunse che poche ore dopo lo ha visto uscire di casa con l'intento di andare a spaccare la faccia a colui che aveva spezzato il cuore di sua figlia. Fortunatamente è intervenuta la mamma che lo ha fermato in tempo o sul serio sarebbe andato lì per farlo fuori. Chloe mi ha anche confessato di aver origliato una conversazione tra nostri genitori quel giorno, come se fosse una novità poi, e ha sentito dire che papà voleva venire fino a Boston per parlarmi, voleva assicurarsi personalmente che stessi bene. La mamma, conoscendomi, gli ha detto di aspettare i miei tempi e che di sicuro, se ne avessi avuto bisogno, sarei corsa io da loro. A voluto darle ascolto? Certo che no, gli ha detto che sarebbe partito quanto prima e indovinate un po'? L'ha fatto. È venuto a Boston piu o meno una settimana dopo. Ero a casa, non avevo assolutamente voglia di andare a lezione quel giorno, quando improvvisamente qualcuno suonò alla porta. Pensai fosse uno dei miei amici che con la scusa di qualche appunto avrebbe cercato di convincermi a lasciare il letto e andare a lezione ma mi sbagliai. Quando andai ad aprire, in pigiama, struccata e spettinata, trovai davanti alla porta mio padre. È già, il pirata a quanto pare aveva mantenuto la parola data.
- Papà!!!!! - esclamai sorpresa cercando al tempo stesso di darmi un contegno. Sapevo benissimo di non aver un bell'aspetto ma tentai ugualmente di camuffare la cosa. Non volevo che si preoccupasse per me più di quello che già era.
- Amore mio.... - mi abbracciò per poi darmi un delicato bacio sulla guancia. - Non ti vedo da due settimane e già mi manchi da impazzire lo sai? - disse continuando a tenermi stretta a se.
- Mi mancate anche voi papà... mi mancate davvero tanto. Ora capisco perché Henry era sempre a Storybrooke e mai al campus. - Risi per poi farlo accomodare.- Posso offrirti qualcosa? Un caffè, un thè...
- No tesoro ti ringrazio, sto bene così - sorrise dolcemente.
- Allora.... Cosa ti porta qui papà? Non ti aspettavo, è forse successo qualcosa? - sapevo benissimo cosa lo portasse lì ma provai comunque a fare la vaga. Il risultato? Pessimo... risultati falsa perfino a me stessa.
- Sai perché sono qui. Le voci in città corrono veloci... - abbassai la testa. - Non ho intenzione di girarci attorno quindi ti chiedo: che ti ha fatto quel depravato per portarti a prendere questa decisione? - eccolo diventare serio... forse anche fin troppo serio. Quando venivamo messe in mezzo noi figlie in qualche casino lui era sempre pronto a difenderci e quella volta non fu da meno, era già pronto con il piede di guerra. Amavo questa sua versione,era un vero e proprio spasso, ma non c'era assolutamente bisogno in quel momento di entrare nella modalità padre iperprotettivo, Gideon non aveva fatto nulla di male, avevo fatto tutto da sola.
- Niente papà... Gideon non ha fatto proprio nulla stavolta... - non mi credeva, potevo leggerlo chiaramente sul suo viso - Davvero! - rimarcai.
- Mmmh dici? E come mai allora hai deciso di lasciarlo? - domandò per nulla convinto della mia precedente risposta. - Ti sei alzata una mattina e hai deciso che ti eri stufata di lui? Andiamo Leila... credo di conoscerti da un bel po' ormai e so con certezza che non sei la classica ragazzetta che oggi vuole una cosa e domani un'altra. Hai combattuto con le unghie e con i denti per convincermi ad accettare Gideon nella nostra vita, mi hai fatto guardare oltre le apparenze e ora mi vieni a dire che è finita così senza nessun motivo ben preciso?
- Beh un motivo in realtà c'è, ma non è dipeso da lui come invece pensi. L'ho lasciato io a causa dei mei problemi. Lui non si aspettava minimamente una cosa del genere anzi... pensava addirittura che fossi tornata a Storybrooke per fargli una sorpresa... - lo vidi restare in silenzio per qualche secondo, stava provando a ragionare sul significato delle mie parole.
- A causa dei tuoi problemi tesoro? - ripetè la mia ultima frase. - Che... che genere di problemi? Se avevi qualche problema perché non sei venuta subito da noi? Lo sai bene che può contare su me e la mamma anche se non viviamo più sotto lo stesso tetto.
- Certo che lo so papà ma vedi è successo tutto così in fretta... io... io non...
- Che c'è mi devo forse iniziare a preparare all'incontro con un'altro pretendente? Vivendo qui hai conosciuto qualcuno che ti ha fatto battere il cuore? Oddio... mi sembra di essere tornato indietro nel tempo, sai chi mi ricordi in questo momento? Tua madre. - sospirò - Sei sempre stata uguale a lei ma adesso sembri quasi la sua copia sputata... anche tu a quanto pare sei indecisa sul chi aprirti sentimentalmente. - Vedere papà che parlava della mamma e delle sue scelte amorose era un vero spasso, deve aver sudato sette camice per conquistarla ma purtroppo la mia storia era parecchio differente dalla sua. Non dovevo scegliere tra due ragazzi... magari avessi divuto farlo, sarebbe sicuramente stato più facile.
- Non c'è nessun nuovo ragazzo papà... non ho lasciato Gideon perché sono interessata ad un altro. L'ho lasciato semplicemente perché in quel momento ho sentito il bisogno di farlo. Ero davvero convinta devi credermi ma adesso...
- Adesso ti sei pentita, vorresti tornare indietro ma non sai come fare.Ho indovinato vero?
- No. Cioè... non lo so se voglio tornare indietro, la verità è che non so più cosa provo per lui. - confessai. - Ho fatto quello che mi sentivo di fare ma adesso non sono più sicura che fosse la cosa giusta. Io voglio bene a Gideon, gli voglio più che bene papà mah... - non trovavo le parole adatte per spiegargli la situazione e non volevo di certo entrare nel dettaglio su cosa fosse successo.  - Hai mai fatto un torno alla mamma? - cambiai totalmente domanda sperando di poter ricavare un piccolo aiutino dalla sua risposta.
- C... cosa? Scherzi vero? - sorrise - Non lo sai? Io ho cercato addirittura di uccidere tua madre. - Cosa? -  Ricordi la storia del famoso pirata buono e della sua principessa cigno che ti piaceva tanto ascoltare da piccola? Beh non è propriamente una favola, quello che ti ho sempre raccontato era semplicemente la storia di come ci siamo conosciuti io e tua madre. Io sono il pirata buono e lei la mia principessa cigno. - Questo lo sapevo da un pezzo ormai, c'erano troppe similitudini tra i miei genitori e i personaggi della storia, sapere però che sul serio papà avesse cercato di ucciderla mi lasciò un pochettino sorpresa. - Certo non ci parlavamo a quei tempi ma questo non giustifica il fatto che ho comunque superato un certo limite con lei. - Ho sempre pensato che quel piccolo dettaglio lo avesse inventato papà per rendere la storia più avvincente e invece...
- cioè... spiegami meglio: hai tentato davvero di ucciderà la mamma? - se prima ero un po' perplessa adesso mi venne proprio da ridere ad immaginarmi la scena.
- L'ho ammetto l'ho fatto, ma non ti pensare che tua madre sia uno stinco di santo. La cara principessa Cigno ha tentato a sua volta di mettere fine alla mia vita nonché sfigurarmi questo bel faccino. - la sua espressione fu epica.
- O mio Dio... non posso crederci! - non riuscivo a smettere di ridere all'idea di loro due che si facevano la guerra. Li ho sempre visti battibeccare ma immaginarli in quella versione era senza dubbio uno spasso. Risi talmente tanto che per un momento dimenticai anche i miei problemi. - l'amore non è bello se non è litigarello insomma! - conclusi quella piccola comica scenetta per poi tornare seria - E quando stavate insieme invece ? Ti è mai capitato di farle qualche torto o di ferirla involontariamente?
- Si... purtroppo è successo e me ne pento ogni singolo giorno. Le ho mentito su molte cose... alcune anche abbastanza importanti direi... in mia difesa posso dire che ho sempre agito per buona fede, in fondo avevo semplicemente paura della sua reazione, ma si... ho commesso molti errori con lei.
- E lei? ti ha sempre perdonato suppongo! Ha sempre visto il tuo lato buono non è così? - conoscevo bene la mia mamma e sapevo che non poteva essere altrimenti. Ehhhh quanto avrei voluto essere forte come lei. È il mio idolo quella donna, ha sempre saputo cosa volere dalla vita e a sempre combattuto per ottenerlo... papà dice che siamo simili ma io mi sento totalmente il suo opposto.
- Alla fine forse... io e tua mamma ne abbiamo fatte di litigare, ci siamo presi e lasciati in continuazione tesoro. Pensa che ho dovuto addirittura chiederla in moglie per bene due volte! - Ok, questo decisamente non me l'aspettavo. Ma come? Due innamorati come loro?
- Cosa? E perché? Ti ha detto di no la prima volta? - non potevo credere alle mie orecchie. Stavo iniziando a conoscere dettagli della famiglia fin ora ignorati. Non vedevo l'ora di raccontare tutto a Chloe. Ci sarebbe stato da ridere.
- No al contrario, ha accettato subito... è solo che ci siamo lasciati neanche 48h dopo... - ok ora non avevo più dubbi... avrei scritto una serie tv su di loro da grande.
- Sul serio?
- Già... colpa mia anche questa volta però!- ammise.
- Non riesco a credere a tutto quello che mi stai raccontando papà. Mi sembra tutto così surreale. Vi ho sempre visti pappa e ciccia e ora tu mi dici questo... non immaginavo niente di ciò.
- E questo non è nulla, l'ultima litigata l'abbiamo avuta proprio qualche giorno fa. Che rimanga tra noi, anche se dice di no mi sta tenendo ancora il broncio la tua cara mammina - rise - che vi vuoi fare? È una capocciona. - scrollò le spalle.
- Avete litigato? E perché? È qualcosa di grave? - quell'ultima affermazione mi preoccupò parecchio. Mi stavo divertendo a sentire papà parlare dei suoi battibecchi con la mamma devo ammetterlo, ma era il loro passato... sapere che avevano litigato pochi giorni prima invece mi creò un po' di tristezza.
- Niente che non risolveremo tranquilla...  ma tornando a noi... - sorrise - Sai perché ti ho detto questa cosa? - scossi la testa - Perché ho capito il motivo di tutte queste domande. - mi guardò come per dirmi:"ti ho smascherata" - Tutti possono litigare o avere incomprensioni tesoro, anche alle coppie più affiatate succede, ma questo non significa che sia la fine. - prese un respiro - sto andando contro i miei interessi ma è giusto che te lo dica: se ti sei pentita della decisione presa con Gideon puoi tornare indietro. Basta chiamarlo, invitarlo a prendere un caffè e spiegargli il perché avevi preso questa decisione. Sono sicurissimo che lui ricambia il tuo sentimento e sarà ben felice di continuare la vostra relazione. - lo vedevo che si stava proprio sforzando per dirmi questo, mi stava praticamente spingendo nuovamente tra le sue braccia nonostante lo volesse evitare con tutto se stesso. Ma quanto potevo amarlo?
- E a te starebbe bene? - gli lanciai un'occhiataccia buffa, sapevo che non gli stava bene per niente. Inizialmente, capendo i miei pensieri, rise ma qualche secondo dopo tornò ad essere serio.
- Non mi andrà mai bene che qualcuno ti porti via da me tesoro ma se è questo quello che ti rende felice allora io non ti ostacolerò. Sei una ragazzina intelligente, responsabile, non mi hai mai dato grattacapi sulle tue questioni amorose e di conseguenza meriti tutta la mia fiducia nonostante sai bene che non è esattamente genere il ragazzo che vorrei vedere al tuo fianco. - prese una pausa. - Ho gioito quando tua madre mi ha detto che vi eravate lasciati lo ammetto, non dover essere più mezzo imparentato con il coccodrillo mi rendeva alquanto rilassato, ma poi mi sono reso conto che non era in ballo la mia felicità ma la tua... e per la tua felicità tesoro mio sarei disposto anche a condividere con lui il resto della vita. - avrei dovuto registrarlo, quella frase mi sarebbe di sicuro tornata utile un giorno.
- Lo so che non ti piace... nonostante tu sia un pirata credo che preferiresti vedermi accanto a una specie di principe... uno come Erik diciamo. - non glielo avessi mai detto. La sua espressione cambiò di colpo.
- Non nominarmelo proprio Erik per piacere! - esclamò - Me ne ha fatti passare pochi di guai quello lì con tua sorella. Non ho assolutamente una buona impressione su di lui - e non sai ancora nulla caro papino in realtà. Pensa se venissi a scoprire cos'ha fatto la tua bambina con il suo Erik che reputazione avresti di lui. - Sembra buono buono quello lì ma in realtà tutto è tranne che buono. Vorrebbe portare tua sorella sulla cattiva strada ma io non glielo permetterò. Dovrà passare prima sul mio cadavere. - rieccolo in versione papà geloso.
- Non esagerare adesso papà. Erik vuole bene a Chloe come Gideon ne vuole a me... anzi forse dovrei dire voleva... ormai credo che neanche voglia più sentirmi.
- Ti stai buttando giù nuovamente... Io non lo penso sai? Anzi... se proprio vuoi saperlo Gideon non esce di casa da settimane ormai e non va neanche più a lavoro. Belle è disperata, non sa più cosa fare.
- Sul serio? - da una parte ne fui contenta... sapere che non si era consolato già con un'altra era un sollievo per me ma nonostante questo ancora non ero sicura di cosa fare. Avrei voluto chiarirmi con lui ma poi? Io ancora non sapevo se volevo tornare con lui...
- Si... senti piccola sono venuto qui per vedere se stessi bene e ho capito che non è così. Nonostante tu cerca di nasconderlo con battutine e risate si vede che stai soffrendo e questo mi rende impotente perché non so assolutamente come aiutarti. - questa volta fu lui ad aprirsi a me.
- Papà...
- Lasciami finire. Qualche anno fa se eri triste bastava metterti sulle mie ginocchia e raccontarti una favola per far passare la tristezza, ora mi rendo conto che non funziona più la cosa. Sei diventata grande e stai iniziando ad affrontare quei problemi di cui tanto temevo l'arrivo. Fosse per me continuerei a tenerti stretta tra le mie braccia ma non sarebbe la soluzione ideale. Ti ho consigliato di parlare con lui ma ad essere onesti non so neanche se sia un buon consiglio. Non sono pratico in queste cose ma ma so chi potrebve davvero aiutarti. - Mmh sapevo già di chi stesse parlando, potevo metterci entrambe le mani sul fuoco.
- Fammi indovinare: la mamma?
- Esattamente. Lei è una donna e sono sicuro che saprebbe esattamente come farti tornare il sorriso. Dovresti confidarti con lei e forse, a pensarci bene, avrei dovuto mandare qui direttamente lei piuttosto che venire io. In fondo io sono solo un papà! - alzò le spalle ironicamente.
- Sei il papà migliore del mondo devi credermi. Sono davvero fortunata ad averti nella mia vita. - corsi ad abbracciarlo. - Mi ha aiutato molto la tua presenza qui e mi hanno aiutato anche le tue parole. Sapere che anche i migliori - mi riferivo a lui e alla mamma - hanno avuto delle difficoltà di questo genere non mi rende più così spaventata. Ragionerò sul da farsi e spero di capire al più presto cosa voglio e se ne vale la pena.
- Brava, così ti voglio! Per qualsiasi cosa conta pure su di me. Non sei sola.
- Sapere di avere il tuo sostegno mi fa prendere un pochino in più di coraggio per affrontare questa situazione.
- Pensavi forse che non ti avrei sostenuta? - chiese perplesso.
- Puoi biasimarmi dopo tutto quello che mi hai detto in questi anni di di lui? - risposi ironica facendolo ridere.
- Mmmh no... direi proprio di no. Ora devo tornare a casa o tua madre mi farà la solita ramanzina. Già è tanto arrabbiata... meglio non mettere altra carne sul fuoco.
- Risolverete vero? - domandai ancora una volta. Non mi piaceva affatto l'idea che avessero litigato.
- Certo che sì! - si avvicinò per regalarmi un nuovo abbraccio e per baciarmi una guancia. - stammi bene Leila e mi raccomando, non essere triste, puoi avere tutto ciò che desideri.
- Grazie di tutto papà... davvero! Ti voglio bene.
- Te ne voglio anche io principessa.

La nostra vita insieme (Raccolta one-shot)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora