Pur di vederti felice

334 10 3
                                    

POV EMMA.
Quanto può essere brutto sentirsi impotenti davanti ad una richiesta dei propri figli? Ve lo dico io: è orribile.  Io so che Chloe è una bambina particolare, capricciosa, lamentina e anche un po' viziata... un po'? Ok lo ammetto... tanto viziata, ma è anche una bambina adorabile e con un cuore grandissimo. Ha affrontato e sta ancora affrontano una brutta situazione ed proprio a causa di questo grande ostacolo che non so come comportarmi dopo quello che mi ha all'incirca una settimana fa  prima di metterla a letto.
- Mamma potto chiedetti una cosa? - inizió più o meno così la nostra conversazione.
- Se provi a riformulare la frase con qualche errore di pronuncia in meno allora si tesoro mio. - risposi sorridendole, ormai erano settimane che provavo ad insistere maggiormente sul suo parlato, sapevo che era un blocco psicologico dovuto all'arrivo del fratellino il suo, ma ormai erano mesi che Liam era con noi, lei in grandi linee lo aveva accettato quindi di conseguenza non vedevo il motivo per non spronarla un po'. - So che sai parlare bene amore mio, alla mamma manca sentirti parlare bene come un tempo sai? Perché non provi a sforzarti un po'?
- solo quetta false peló - la vidi concentrarsi - Mamy potto chiede...rti una cosa? - riformuló la frase questa volta con un solo errore. La mia bambina... quanto la amo.
- Certo amore mio, tutto quello che vuoi!
- È belo che tra poco è il mio compeanno?
- Si tesoro mio.
- E mi falete un fetta bella come quella dello corso anno? - i suoi occhi  si illuminarono come non vedevo illuminarsi da mesi ormai. I miei al contrario si dipinsero in un'espressione di terrore. Temevo questo momento da mesi ormai, dal giorno in cui uscì dall'ospedale per essere precisi. È da quel giorno che soeravo di rimandare questo problema il più  a lungo possibile ma purtroppo era arrivato il momento. Sapevo cosa volesse chiedermi con quella fare, voleva rivedere i suoi amichetti, giocare con loro e divertirsi come tutti gli altri bambini della sua età.
- Amore certo che ti organizzeremo una festa ma non sarà esattamente come quella dello scorso anno. Non preoccuparti però, sarà comunque una festa bellissima.
- No fa niente se no uguale. Batta ci salanno tutti i miei amici... - ecco... appunto.
- Vedi amore mio... - ero tentata di spiegarle la situazione, ma ogni volta che tentavo di parlare lei mi bloccava iniziando a fantasticare su come sarebbe stata la sua festa.
- Boglio i pallonzini cololati, quelli che volano a folma di fiocco di neve. I biccheri, la tovaglia e i patti di flozen, le mutiche di flozen... tutto di flozen! Anche la torta di flozen. Potto mamma?
- Certo che puoi amore, è la tua festa devi scegliere tu il tema. Però devo dirti una cosa...
- Non vedo l'ora di bedere i miei amichetti. Non li bedo da tanto. Mi mancano. - il mio cuore si ruppe in un milione di pezzi e la cosa più brutta è che non riuscii a dirle la verità. Le dissi che era ora di dormire e corsi in camera mia. Killian dormiva già, Liam lo aveva distrutto quel pomeriggio, lo lasciai riposare senza accennargli che avevamo una piccola emergenza da risolvere.
***
- Amore guarda che così li bruci! - il mattino seguente mentre ero immersa nei miei pensieri una voce alle mie spalle mi fece tornare alla realtà
- Cosa???  - chiesi tornando alla realtà.
- Dicevo: se continui a pensare a me in un modo così intenso, rischierai di far bruciare  tutti i pancakes! - ero scesa in cucina molto presto per preparare la colazione ma il problema della sera prima continuava a tormentarmi e non ci volle molto prima che i miei pensieri iniziassero a vagare liberi e indisturbati tralasciando il fattore colazione.
- Killian sei sempre il solito! - scherzai per poi avvicinarmi e dargli il bacio del buongiorno.
- Che hai? Ci sono problemi? - chiese
- Uno! Ed è abbastanza grande.
- Non c'entro io vero? - chiese scrutandomi
- No, riguarda Chloe. Mi ha chiesto una festa per il suo compleanno.
- E quale sarebbe il problema? La Stavamo già pensando giusto?
- Si ma il fatto è che vuole la festa con i suoi amici e come ben sai è fuori discussione. Ho provato a dirglielo ma era troppo euforica e mi sono bloccata. Non volevo ci restasse male.
- Emma... - mi ammonì - avresti dovuto dirglielo...
- Lo so, ciò provato davvero ma ogni volta mi interrompeva per gioire di qualcosa... io... io non me la sono sentita di farla soffrire.
- Ei vieni qui! - mi strinse a se. Ho sempre adorato i suoi abbracci, mi sento sempre protetta e al sicuro stretta a lui ma  nonostante ciò il mio cuore non si risollevó d'animo.
- Ci penso io ok? Dirò io a Chloe che non sarà possibile per quest'anno avere la festa con i suoi amichetti, per questa volta dovrà accontentarsi di noi famigliari.
- No... - quella vocina triste che entrò in cucina così all'improvviso mi gelo sul posto. Era Chloe, era davanti la porta della cucina ed aveva appena ascoltato tutto.  - io.. io boglio i miei amici alla festa... - guardò suo padre e il suo sguardo fu esattamente lo stesso che avevo io la sera precedente.
- Amore mio vieni qui! - le disse facendola avvicinare - ti ricordi che siamo stati in  ospedale qualche mese fa?
- Ti, avevo la bua.
- Esattamente, a causa di quella brutta bua per qualche altro giorno dovrai restare qui senza vedere i tuoi amichetti. Lo so che è triste come cosa ma bisogna farlo per la tuo bene tesoro.
- Pochi zorni?
- Si tesoro solamente altri pochi giorni.
- Allola alla fetta pottono venire velo?
- No amore mio, mi dispiace davvero ma non preoccuparti, avrai comunque una festa meravigliosa.
- No! Io no boglio pu fetta! Fetta tenta amici brutta e io no boglio fetta brutta! - come era solita fare, visto l'impedimento fisico ancora presente, svanì in una nuvola di fumo.
- Allora mio caro maritino... come ti senti adesso?
- Un vero schifo proprio come te.
La giornata passó velocemente ma Chloe in tutte quelle ore non si fece vedere ne da me ne da suo padre. Andai io a controllarla di tanto in tanto e ogni volta mi maledicevo per averla fatta stare male. Se ne stava nella sua cameretta, sdraiata a letto con quattro dei suoi peluche preferiti. Chloe non era tipa da stare a letto e se non giocava era evidente che non stesse bene. Psicologicamente o fisicamente non aveva inportanza, la mia bambina in quel momento non era la mia bambina e io ne ero in parte responsabile.
- Dobbiamo fare qualcosa Killian! - dissi più convinta che mai. - Non posso vederla così un secondo di più.
- E cosa pensi possiamo fare? Tu sai che non è colpa nostra e quando sarà un po' più grande vedrai che lo capirà anche lei. La stiamo tutelando Emma!
- Lo so Killian ma non mi piace il fatto che sia arrabbiata con noi. Già la situazione di Liam ancora non l'ha superata del tutto, vogliamo aggiungere altro astio?
- Cosa suggerisci di fare allora?
- Non possiamo farle la festa che vuole questo è scontato peró possiamo cercare di farle capire il perché e trovare insieme a lei un compromesso.
- Non abbiamo già provato questa mattina a farlo?
- Si ma per lei è stata una doccia fredda, magari adesso a mente lucida riesce a comprendere qualcosina in più.
- Mmmh... vuoi far capire qualcosa a Chloe? Buona fortuna amore! - rise.
- Non ridere è una cosa seria!
- Hai ragione! Domani sera le parleremo ok?
- Pensavo a domani mattina per essere sinceri!
- Lavoro...
- Allora se per te va bene le parlerò da sola, andrei adesso ma voglio che riposi. Non posso aspettare oltre Killian.
- Nessun problema, sei di sicuro più brava di me a parlare con loro, io come già sai mi sciolgo subito, rischierei di dirle di sì a tutto.
- Esatto, fosse per te avresti organizzato la festa anche con cinque giorni di anticipo.
- Sono un papà è il mio compito viziarle!
- E io sono una mamma e ho il compito di... beh di fare tutto a quanto pare! - sorrisi  - Domani le parlerò, spero solo di riuscire a far qualcosa di buono. - Ci addormentammo subito quella sera ma il mio sonno era disturbato, ero preoccupata per mia figlia e non vedevo l'ora di chiarire con lei. Quando il mattino arrivó mi alzai, preparai la colazione, allattai Liam e aspettai che le due pesti scendessero per far colazione insieme, come precedentemente detto Killian uscì presto quella mattina per via del lavoro.
- Buongiorno mamma! - esordi Leila entrando. Erano le nove e mezza del mattino e la signorina si era appena svegliata.
- Tra poche settimane ricomincerà la scuola tesoro, direi sia il caso di iniziare a svegliarci un po' prima la mattina per abituarci non trovi?
- Uffaaaaa! Odio la scuola.
- Non farti sentire da tua nonna! - Risi. - tua sorella? Sta scendendo? - la vidi scrollare le spalle
- Abbiamo litigato, non ci parlo con lei! - disse seria.
- Leila... che è successo questa volta?
- Sono entrata in camera sua per chiederle di giocare insieme e lei mi ha risposto male e mi ha cacciata fuori. Sta tornando la nana rompiscatole di prima.
- Tesoro so per certo che non l'ha fatto di proposito.
- Mah perché devi sempre...
- Lasciami finire, no! Non è assolutamente un modo per difenderla. Ieri è successa una cosa che le ha rovinato la giornata e ora continua a stare male.
- Che le è successo? Ha perso il lecca lecca? - chiese con cattiveria
- Leila!!!! - l'ammonii - niente di tutto questo! Le ho confessato che non potrà avere la sua festa di compleanno... o meglio, le ho detto che non può averla come vorrebbe lei.
- Ha fatto bene ad arrabbiarsi allora! Perché gli hai detto questa cosa? Se lo avessi fatto a me io non ti avrei parlato più!
- Grazie del coraggio che mi dai ogni volta amore, è sempre molto apprezzato! - era ironica la cosa - non è che mi sono alzata ieri mattina e ho deciso questo... no! C'è un problema fondamentale per cui non si può fare una festa in grande stile. Vuoi sapere qual'è? La sua salute. Sai anche tu che non può uscire e vedere altre persone onde evitare di ammalarsi, sai anche tu che a settembre non reiniziera scuola come te... fin quando non guarirà completamente non potrà condurre una vita normale al 100%. Purtroppo per lei la Festa è compresa nelle cose da evitare.
- Ah....! Beh allora scusa per come ti ho risposto. Hai fatto bene a dirglielo, lo hai fatto per lei, non è colpa tua.
- Lei non la pensa così... si è rimessa a dormire?
- No è sveglia ma non vuole scendere.
- Ho capito... vado io da lei, torno subito!
Presi un vassoio lo riempii dei suoi piatti preferiti e la raggiunsi nella sua cameretta.
- Bai bia! - mi disse non appena mi vide arrivare.
- Ma tesoro mio, la mamma ti ha portato la colazione.
- No fame io! Bai bia!
- No che non vado via, non andrò via fin quando non parleremo. Non voglio vederti soffrire Chloe e credimi... farei qualsiasi cosa pur di accontentarti in quello che desideri ma non posso. Non sei ancora guarita, cosa facciamo se ti ammalassi di nuovo? Io non lo sopporterei amore!
- Non taró male!  - rispose convinta.
- Non puoi saperlo!
- Io lo to. Boglio fetta! Fetta con tutti i miei amici.
- Amore non insistere, non si può! Posso farti una bellissima festa ugualmente: ci saremo io e papà, Henry Leila e Liam, nonna Snow, nonna Alice e nonno David e zia Regina con zio Robin. Metteremo tutte le decorazioni che vorrai e per quanto riguarda la torta possiamo anche farla io e te. Sarebbe divertente no? Cosa ne pensi, potrebbe essere un compleanno altrettanto bello?
- No! No amici... no fetta!
- Andiamo stellina mia, non possiamo non festeggiare, è il tuo quarto compleanno!
- No fetta! No no no!
- Ok va bene, faremo come dici tu ma almeno la torta la vuoi?
- No!
- Un regalino? Dai almeno un regalino si non trovi? Puoi chiedermi tutto quello che desideri, non ti dirò di no! - volevo rimediare  in quelche modo anche se, come facilmente intuibile, mi sarebbe costato un patrimonio.
- Tutto tutto? - mi chiese.
- Tutto tutto!
- Ok! Boglio.... boglio i miei amici a casa per fettezzare.
- Piccola furbetta lo sai che non si può!
- Ma hai detto tutto tutto!
- Si ho detto che puoi scegliere come regalo qualsiasi cosa in cambio della festa grande. Non puoi chiedermi la festa per regalo!
- Allola no boglio fetta, no boglio torta, no boglio regalo, BOGLIO CHE BAI BIAAAA! - le  gridó quelle ultime parole e devo essere sincera: mi ferirono parecchio. Assecondai i suoi desideri e uscii dalla porta della sua camera, nenache trenta secondi dopo la sentii piangere come poche volte l'avevo sentita fare. Sapevo riconoscere un pianto da capriccio da uno vero e questo non era assolutamente un capriccio. Tornai immediatamente indietro, non importava se mi avrebbero gridato contro di uscire anche questa volta, stava male e volevo anche se solo in parte aiutarla. Entrai nella sua camera per la seconda volta consecutiva e rimasi stupida quando nel vedermi allungó le braccia verso di me. Non la feci aspettare oltre, mi fiondai sul letto con lei, la strinsi a me e cercai di sussurrarle all'orecchio che tutto sarebbe passato e tutto si sarebbe risolto presto. Si calmó, ci volle un bel po ma alla fine riuscii a farla smettere di piangere. Era sfinita così pensai bene di lasciarla riposare un po'. Mi alzai dal suo lettino per permetterle di stare più comoda e mi avviai verso la porta.
- I miei amici ti tono dimenticato di me? - mi chiese singhiozzando
- - no amore mio certo che no, perché pensi questo?
- No li bedo da tanto... no vengono alla fetta... lolo non ti licoldano pu di me. No mi bogliono più bene.
- Amore ma che dici.... certo che si ricordano di te! Come potrebbero dimenticarsi di una meraviglia come te!
- Sicula?
- Certo che sono sicura e vuoi sapere perché lo so? Perché i tuoi amici chiamano ogni giorno per sapere come stai! Loro e le loro mamme ti vogliono davvero bene. - non era una bugia, era tutto vero, le mamme chiamavano ogni giorno per interessarsi della sua salute e mi raccontavano che i loro figli non facevano altro che chiedere di lei.
- Dabbelo?
- Si! E lo sai chi è che chiama anche due volte al giorno? Erik. Te lo ricordi Erik?
- Ti. Potto pallare con loro qualche botta al telefono?
- Se mi prometti di non fare capricci perché non puoi ancora giocare con loro si!
- ba bene!
- Ok questa è fatta! Ora dimmi questa festa in famiglia per festeggiare la principessa di casa possiamo farla?
- No! Ho detto no mamy! Senza amici no è fetta! No compleanno bello senza amici. Io quetto anno no fazzo compleanno. Io ancora anni così - i dico il numero 3. - no quatto io! - se per una festa stava facendo così cosa avrebbe fatto quando avrebbe scoperto di non poter tornare a scuola fino a gennaio? Meglio non pensarci. restai parete della mattina con lei cercando di farla svagare un po' e quando finalmente la vidi un pochino più tranquilla tornai ad occuparmi degli altri due che per quella mattina avevano ricevuto meno attenzioni. Quando Killian tornó a casa gli raccontai del gran casino avvenuto quella mattina e insieme concordammo che fosse giusto fare qualcosa per rendere felice quella bambina; ma cosa?
***
POV KILLIAN.
Era un gran bel problema. Come si poteva far  felice Chloe senza la cosa che più desiderava per il suo gran giorno? Tutti i bambini adorano le feste di compleanno, qualsiasi esse siano quindi in un primo momento , dopo essermi ingegniato inutilmente per cercare una soluzione,  pensai che forse fare una festicciola solo tra di noi l'avrebbe fatta felice ugualmente anche se non voleva ammetterlo,  ma poi pensai che non stavamo parlando di una qualsiasi bambina ma di Chloe e la cosa quindi era alquanto diversa. Si è vero è viziata, ma ora il suo capriccio non mi infastidisce come potrebbe infastidirmi per altre cose, questa volta più che un capriccio il suo mi sembra più un modo di manifestare qualcosa. A modo suo ci sta facendo capire quello che sta vivendo e mi stupisco che non l'abbia fatto prima. Non deve essere semplice per lei sentire sua sorella raccontare di essere stata al parco, vedere me uscire di casa per lavoro o sua madre per fare spesa. Non deve essere divertente passare 24h in casa senza poter far nulla di nuovo. Può essere rilassante all'inizio ma poi diventa una vera e propria tortura. Non voglio che soffra più del dovuto e quindi vorrei cercare di trovare un qualcosa che possa renderla felice almeno per il suo giorno speciale. So che per Emma è lo stesso anzi per lei forse lo è ancor di più visto quello che ha passato da piccola. Da quel che so non ha mai avuto un vero e proprio compleanno fino ai suoi 29 anni e ricordo ancor adesso una chiacchierata fatta tra di noi quando età incinta di Leila:

La nostra vita insieme (Raccolta one-shot)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora