Supereremo anche questo (parte 1)

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POV EMMA

Tutto iniziò una settimana fa quando nel bel mezzo della mattinata mi arrivò una chiamata inaspettata dall'asilo di Leila chiedendomi di andare a riprendere mia figlia perché stava piangendo e cercava disperatamente noi genitori. Era una mattina particolarmente impegnativa quella, ed ero sommersa di lavoro, mio padre era fuori per altre commissioni quindi non avevo alcuna possibilità di allontanarmi dalla stazione. Chiamai killian e mandai lui a riprendere la bambina. Una volta presa la portò in ufficio da me... appena mi vide mi corse in contro per abbracciarmi e continuò a piangere. Provai a chiederle cosa fosse successo ma le lacrime le impedivano di parlare. Fu Killian a grandi linee a spiegarmi l'accaduto: in pratica l'asilo aveva organizzato, visto la bella giornata, una piccola gita al parco adiacente alla scuola. A quanto pare sembrerebbe dai racconti delle sue maestre che Leila si sia imbattuta in un cagnolino un po' aggressivo il quale l'ha spaventata. Non diedi troppo peso alla situazione, non era stata ne morsa o aggredita, si era semplicemente spaventata. Mi limitai quindi a consolarla e giocare con lei. Da quel momento è iniziato il nostro calvario: ogni notte e ad ogni riposino la bimba ha sempre avuto incubi. Questa sera la situazione non è differente. Sono a letto abbracciata a Killian quando nostra figlia inizia a chiamarmi disperatamente in lacrime:
- Ci risiamo! - dice lui - Secondo me la scuola non ci hadetto tutta la verità! Non può stare così solo per un cagnolino.
- Non eri presente e non puoi saperlo. - conosco Killian è iperprotettivo con le sue figlie.
- Lo scoprirò! Ho dei metodi infallibili!
- E sentiamo sherlock Holmes, cosa avresti intenzione di fare? Andare a scuola e minacciarli con il tuo uncino per farti raccontare qualcosa che molto probabilmente neanche loro sanno?
- Io so solo che gli ho affidato la mia bambina e loro me l'hanno restituita traumatizzata, se permetti ho tutto il diritto di vederci chiaro!
- Mammaaaaaaaaa! - continua a chiamarmi... se continuerà così sveglierà anche sua sorella.
- Vado da lei, torno subito. - Lo bacio ed esco dalla nostra stanza per recarmi in quella di Leila. La trovo in piedi nel corridoio... evidentemente non vedendomi arrivare stava venendo in camera da noi:
- Amore che succede? - le chiedo
- Mamma non ci lasciare! - mi risponde.... mmh questa è una novità.
- E dove dovrei andare amore, sentiamo....
- Non ci lasciare mamma, ti pregoooooooooo!
- Amore ma cosa dici? No che non vi lascio! - Ogni volta che mi guarda con quegli occhietti tristi mi si spezza il cuorre. - Amore di mamma... - mi porto alla sua altezza. - Era solamente un brutto sogno, niente di più. La mamma non vi lascerà mai per nulla al mondo. - cerco di tranquillizzarla.
- Ma la signora dei cani... - smette improvvisamente di parlare. Mmh anche questa è nuova. Chi è costei?
- La signora dei cani amore? - chiedo con la speranza che mi dia qualche indizio.
- Si... io ho visto tutto mentre dormivo... non te ne puoi andare. Io ho bisogno di te. Che faccio se non ci sei?
- Senti amore, ti farò una domanda ma tu dovrai essere sincera con mamma ok? - annuisce -L'altro giorno, all'asilo, oltre al cagnolino si è avvicinato qualcuno? Che ne so... una signora magari? Ti ha detto qualcosa? Ti ha spaventata in qualche modo?
- No c'era solo il cane cattivo. La signora dei cani l'ho vista mentre dormivo.
- E allora amore mio era solamente un incubo! - le bacio la fronte.
- Quindi non te ne andrai? - mi domanda ancora spaventata
- Te l'ho già detto! No che non me ne andrò, come potrei?
- Dormi con me stanotte? - mi chiede infine un po' più tranquilla.
- Perche ieri che cos'ho fatto sciocchina! - rido. - Avanti fammi strada principessa!
***
Quella sera non fu l'ultima volta che ebbe quegl'incubi. La storia continuò per un'altra settimana. È sabato mattina, Leila non ha scuola così come da routine sveglio entrambe le figliole per portarle da Granny a fare colazione con zia Regina e nonna Snow. Sto vestendo la più piccola quando Leila entra iniziando a dare i numeri per il mio abbigliamento e quello della sorellina. Inizia a dire frasi incomprensibili come "Se ti vesti così poi te ne andrai!" ,"Mamma se mi vuoi bene cambiati!"... inutile ogni mio tentativo di calmarla, l'unica soluzione è quella di assecondarla in questa strana richiesta e cambiare vestiario. Sembra tranquillizzarsi subito. Dopo aver finito con Chloè vesto anche lei in base a quello che mi dice di voler indossare dopodiché ci mettiamo in macchina. Non ci vuole molto per arrivare da Granny di solito, massimo un paio di minuti, oggi però il viaggio durerà un pochino di più: sul tragitto incontro un cartello stradale con su scritto: strada bloccata. Accidenti, non ci voleva! Dovrò fare il giro lungo e passare per quelle dannate stradine dissestate. Faccio inversione e cambio la direzione di marcia. Dopo dieci minuti buoni, quando siamo quasi all'altezza del locale ecco che incontro un nuovo cartello: lavori in corso e indovinate un po' dove sono? Proprio sulla corsia che sto percorrendo. Ma cos'è stamattina... stanno ristrutturando l'intera Stprybrooke? E come è possibile che stiano facendo dei lavori e non mi abbiano minimamente informata? Va beh... i misteri della vita. Rallento per cambiare corsia ma mi accorco di un'anomalia: i freni improvvisamente non funzionano. Premo maggiormente il pedale nella speranza di attivarli ma niente, la macchina sembra non vuoler ascoltare i miei comandi. E' una stradina in discesa quella in cui ci troviamo ed è per questo motivo che la macchina inizia a prendere velocità. Leila si accorge del mio improvviso silenzio e comincia a dire
- Mamma mamma che succede?
- Leila! - dico prima di entrare nel panico - Prendi la mano di tua sorella, pensa a zia Regina, teletrasportatevi da lei e chiedete aiuto. - il mio tono è autoritario. Non possiamo permetterci di perdere tempo. Non posso permettere che accada loro qualcosa.
- Mamma ma...
- LEILA VA'! - Gridò talmente tanto da spaventarla. Fa quello che le dico ma mentre sta svanendo sento Chloè, ignara da tutto quello che sta succedendo, dire "nooo" e piangere. Guardò lo specchietto retrovisore e la trovo ancora qui con me. Deve aver lasciato la mano di sua sorella. Non c'è più tempo omai e mi affretto a fare l'unica cosa che mi viene in mente: con la magia slaccio le cinture del seggiolino auto dove è seduta, lascio il controllo ormai inutile della mia auto e mi butto su di lei. Un boato... la macchina si ferma e poi... il buio.
***
POV REGINA

La nostra vita insieme (Raccolta one-shot)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora