Cuori uniti

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POV EMMA
Iniziai ad intravedere qualche piccolo cambiamento in Chloe già dalla sera prima della partenza di Leila per il college. Per tutto il pomeriggio se ne era stata sul divano, con tanto di televisore spento, senza fare praticamente nulla. Aveva un libro di scuola in mano, ma era chiaro come il sole che non lo stesse minimamente guardando. Feci finta di nulla per un po', ma quando vidi che con il passare delle ore la cosa non accennava a cambiare provai a chiederle se fosse tutto ok. Mi rispose di sì e mi liquidò con un sorriso. La lasciai stare, in fondo non stava facendo nulla di male... era solo un po' pensierosa. Mi misi a preparare la cena, l'ultima cena con tutti e tre i miei cuccioli, orami cresciuti, a casa quando di punto in bianco Chloe entrò in cucina richiamando la mia attenzione.
- mamma scusa, possiamo parlare un attimo! - lo sapevo che sotto sotto stava nascondendo qualcosa.
- Certo tesoro, dimmi pure. C'è qualche problema per caso?
- No è solo che volevo sapere se... beh volevo chiederti se per domani potessi avere il permesso di saltare scuola e venire con voi ad accompagnare Leila a Boston. - sorrise
- È un gesto davvero molto carino il tuo... quello di volerti personalmente liberare di tua sorella - risi ripensando a tutti gli anni in cui si erano prese a male parole - ma se non ricordo male domani hai un'interrogazione importante signorina...
- Si è vero ma potresti... non so, giustificarmi solo per questa volta? Non te lo chiedo mai ma questa volta...
- Mi dici quale è il vero problema Chloe? Non sei preparata per sostenere L'interrogazione per caso? Guarda che puoi dirmelo se è così.
- In effetti non sono poi così tanto preparata e non vorrei andare lì e prendere un brutto voto. Rovinerei la mia media e non mi va. Allora? Posso non andare?
- Tesoro mio, ti voglio bene e lo sai, ma sai anche come la penso: hai preso un impegno e devi portarlo avanti. Hai avuto quante settimane per preparare questa interrogazione? Due? Cosa hai fatto in queste due settimane è?
- Avevo altre materie... e.....
- Potevi organizzare meglio il tuo tempo. Non è ancora domani, hai ancora parte del pomeriggio e stasera per terminare il tuo lavoro ed essere interrogata. Non salterai scuola ma se vuoi ti darò una mano a studiare. Va bene come compromesso?
- Mamma lascia stare non fa niente, vado in camera mia. Grazie lo stesso. - ve lo giuro averle mentito è stata la cosa più difficile che abbia mai fatto. È una studentessa modello, la migliore di tutto l'istituto se vogliamo essere precisi, se avesse saltato la scuola e di conseguenza l'interrogazione l'indomani non me ne sarebbe importato proprio nulla, ma ne avevamo parlato qualche sera prima con Killian e Leila: a Chloe non avrebbe fatto bene vivere in maniera così diretta la partenza di sua sorella, volevamo fargliela vivere come una cosa di poco significato, come a farle intendere che non sarebbe cambiato nulla e quindi mandarla a scuola come se fosse un giorno come tutti gli altri era la cosa migliore da fare. Lo penso sul serio che il cambiamento non sarà poi così eclatante, certo Leila non vivrà più qui con noi, ma questo non significa che non continuerà a far parte delle nostre vite quotidianamente. Guardiamo Hanry... lui ormai ha finito il suo corso di studi ed è tornato a vivere a Storybrooke ma durante la permanenza al college sono state più le volte che è stato con noi che nel suo appartamento. Chloe però ha solamente 15 anni, è ancora una ragazzina, non riesce a vederla in questo modo e assistere alla partenza di sua sorella, con la quale negli ulti anni ha vissuto un rapporto in simbiosi, sarebbe troppo straziante. Lo sto facendo per lei... forse mi odierà, ma in un futuro, quando magari sarà una mamma anche lei, capirà.
Continuai ad occuparmi della cena e solamente quando furono tutti rientrati a casa la servii. Avevo apparecchiato per sei quella sera: noi cinque più Henry che aveva deciso di aggiungersi a noi. Furono però solo cinque m i posti che vennero occupati: Chloe non scese.
- Posso sentirlo, è inquieta, sta male... cosa le è successo manma? - domandò Leila indicando il piano di sopra facendomi capire che si riferisse a sua sorella.
- È inquietante questa cosa per cui riesci a sentire come si sente a distanza... perché con me non succede? Dovrei ritenermi offeso sai? Sono anche io tuo fratello. - rispose il mio ometto che ormai era un bimbo di 12 anni. -Comunque non guardarmi così.. non ho fatto nulla io questa volta. Non è arrabbiata con me.
- Mi ha fatto la domanda che ci aspettavamo da giorni, mi ha chiesto il permesso di non andare a scuola e di accompagnarti, le ho detto di no... - confessai
- Hai fatto la cosa giusta manma!
- Dici? Mi ha messo come scusante, credo almeno che fosse una scusante, il fatto di non essere pronta per l'interrogazione. Le ho fatto capire che non me ne importava e che sarebbe dovuta andare comunque... mi sento un vero schifo.
- Lo stai facendo per lei mamma... ti ho già raccontato cosa mi disse la sera prima del suo compleanno: ha paura di rimanete qui da sola senza di me, pensa di non essere in grado di gestire molte cose...
- sei il suo punto di riferimento più grande... posso solo immaginare come possa sentirsi, ecco perché mi sento in colpa. Magari...
- Non devi sentirti in colpa amore mio, starà male in ogni caso ma in questo modo, messa davanti al fatto compiuto, sarà meno difficile. Se la portassimo con noi domani si disperderebbe rendendo la cosa straziante per tutti, compresa Leila. Qui a casa sapremo gestirla meglio, le staremo accanto e le faremo capire che non ha bisogno del continuo aiuto di Leila, può contare su se stessa sempre. - anche Killian provò a rasserenarmi e in fondo non aveva poi torto, sarebbe spettato a noi genitori in ogni caso rasserenarla ma forse nel modo in cui stavamo agendo sarebbe stato più semplice.

La nostra vita insieme (Raccolta one-shot)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora