8.

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Ci eravamo staccati e Jimin mi aveva detto: "Vieni, andiamo a mangiare, è da giorni che non mangi!"

Io avevo annuito e lo avevo seguito fino in cucina.

Jimin mi aveva detto: "Stai seduta qui nel divano, io vado a cucinare"

Lui si era girato per andare dai fornelli, ma io lo avevo fermato, dicendogli: "No, ti voglio aiutare"

Lui: "Non ce n'è bisogno! Questa volta voglio cucinare io"

Io: "Sicuro?"

Lui: "Che c'è? Dubiti della mia cucina??"

Io: "No assolutamente, ma-"

Intanto lui se n'era già andato a cucinare, senza più ascoltandomi.

Io mi ero arresa e avevo fatto come mi era stato detto di fare.

Mi ero seduta sul divano e avevo acceso la TV, in cerca di qualche cosa di interessante.

Jimin aveva finito di preparare tutto e ci eravamo messi a tavola insieme. Aveva preparato il Bulgogi.

Avevamo iniziato a mangiare e lui mi aveva chiesto: "Com'è?? Ti piace??"

Io avevo sorriso e gli avevo risposto: "E' buonissimo!! Sei davvero bravo a cucinare!!"

Jimin, sorridendo: "Graziee!"

Avevamo finito e poi sistemato tutto.

Ci eravamo dati la buona notte ed eravamo andati a dormire.

Erano passate circa altre due settimane da quando lavoravo lì e Jimin lo sapeva.

Ero a lavoro e avevo visto una mia collega avvicinarsi a me, probabilmente per dirmi qualcosa.

Una volta arrivata vicino a me e mi aveva detto: "Sun-Hee c'è un cliente per te che ti sta aspettando nella stanza numero 4. Sai è molto bello e sembra anche ricco sfondato, ha pagato un botto! Non sai quanto ti invidioo!!"

La maggior parte delle mie colleghe si prostituivano solo per piacere, ed io non capivo proprio come a loro piacesse una roba del genere.

Io semplicemente avevo sospirato e annuito alla tipa per poi mi ero dirigermi verso la stanza numero 4.

Una volta dentro alla camera lo avevo visto.

Era lì, seduto sul letto.

Mi guardava ed io lo guardavo. Era davvero molto bello, la collega aveva ragione.
Aveva i capelli neri come gli occhi, una carnagione chiara, labbra rosa e sotto di esse un piccolo neo. Aveva anche un corpo muscoloso e perfetto che veniva coperto dagli indumenti che portava.

Non sembrava molto più grande di me, forse di qualche annetto.

Io mi ero morsa il labbro inferiore e avevo detto: "Salve padrone"

Mi ero avvicinata a lui sculettando e mi ero fermata davanti a lui.

Detestavo dover recitare in quel modo.

Per un attimo mi aveva guardata per poi dirmi: "Puoi sederti qui"

Aveva indicato il letto, ed io per un attimo ero rimasta un po' confusa.

Normalmente i tizi mi prendevano direttamente e mi mettevano a cavalcioni sopra di loro, invece questa volta lui mi aveva semplicemente detto di sedermi nel letto.

Dopo poco, aveva iniziato a parlare: "Mi puoi chiamare padrone Jeon"

Io gli avevo risposto: "Va bene padrone Jeon"

Lui: "Bene. Io ti voglio proporre una cosa"

Io: "Cosa?"

Lui: "Diventa la mia puttana personale"

Io ero rimasta stupita sentendolo.

Dopo un po' lui aveva tirato fuori da una delle tasche un mazzo di banconote.

Io ero rimasta scioccata vedendo tutti quei soldi. Doveva essere ricchissimo.

Dopo averli tirati fuori, mi aveva detto: "Se diventi la mia puttana personale, io al mese ti pagherò anche con più di quello che stai vedendo nelle mie mani"

Io ero rimasta immobile e in silenzio.

Our Mistakes ~ jjkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora