parte 25

258 15 1
                                    

~luca pov~

Finita la lezione esco dalla classe verso la segreteria
La professoressa non ha boluto fire del perché il professore Daddi non gosse a lezione, ma io so a chi chiedere informazioni...
"Ciao Claudia"
Dico guarfando la donna sulla sessantina di fronte a me
"Ciao luca, ti serve qualcosa?"
Mi dice sorridendo
È la mia bidella preferita e spero di ottene qualche risposta da lei
"Sì, potresti dirmi come mai il professor daddi non è a scuola?"
La vedo guardarsi intorno per poi abbassare lo sguardo
"Giovanotto... non so se posso dirlo..."
Ma che storia è questa?
Lui non è il tipo da saltare lezione e se avesse avuyo degli impegni me lo avrebbe detto ieri... quanfo ci siamo visti
"Claudia per favore, non lo dirò a nessuno"
Annuisce e finalmente parla
"È in ospedale... non posso dire altro"
A sentire queste parole la mia espressione diventa sconvolta
"Cosa? Che è successo?"
"Scusa piccolo, non posso dire altro. Ti posso dire che è all'ospedale in centro in terapia intensiva. Miraccomamdo non dirlo in giro"
Annuisco e corro via
Immagino già il motivo per cui è in ospedale ma nel profondo spero di sbagliarmi, spero di non essere io la causa del suo dolore
Vado in aula dove trovo andrea seduto a parlare con carlo
Mi avvicino e lo vedo guardarmi preoccupato, evidentemente si vede la mia agitazione
"Andrea io vado, ti chiamo più tardi"
Prendo la borsa dal mio banco ed esco in fretta
Non ho ne una macchina ne una macchina quindi l'unica opzione che mi rimane è correre fino all'ospedale
Appena arrivo all'ospedale sono tutto sudato, non ho nemmeno pensato al fatto che non mi faranno vedere stefano visto che non sono un suo parente...
Entro nell'ospedale e seguendo i cartelli arrivo in terapia intensiva
Fermo la prima infermiera che mi capita davanti per chiedere dove fosse il signor daddi
"Stanza 105... ma non può ricevere visite"
Ringrazio e mi dirigo verso la stanza dove trovo il medico fuori
"Salve, lei è un parente del signor daddi?"
Mi chiede il medico appena mi vede fermarmi di fronte alla porta della stanza numero 105
"Sì, sono suo fratello. Sono corso qua appena ho potuto, purtoppo non ho un documento con me..."
Dico senza pensarci, non mi frega niente delle conseguenze, voglio solo sapere come sta e capire cosa sia sucesso
"Ah, sì non importa, allora posso parlare con lei delle condizioni di stefano"
Deglutisco rumorosamente, mi manca quasi il respiro. Di solito riesco a controllare le emozioni molto bene... ma questa, questa sensazione è orribile...
"Si, la prego. Non so nemmeno cosa gli sia successo"
"Ah, sì? Abbiamo parlato alla scuola in cui lavora, non gliene hanno parlato?"
"No, mi hanno solo detto che era in ospedale... sono appena arrivato da un'altra città quindi non ho avuto tempo di andare là per capire..."
Dico con naturalezza... mentire è un'altra delle cose che mi escono meglio
"Ha ragione, allora le spiegherò quello che sappiamo, stefano è stato trovato di fronte alla scuola in cui lavora svenuto e con numerosi lividi e fratture e oltre a questo un pugnale conficcato nel suo fianco destro che gli ha provocato una ferita molto profonda da cui ha perso molto sangue... probabilmente è stato sulla strada per una mezz'ora buona prima che una passante lo trovasse e chiamasse un'ambulanza... ha perso molto sangue ed è arrivato qui in condizioni critiche, fortunatamente il coltello non ha intaccato organi interni, ma comunque le sue condizioni non sono da sottovalutare. Per rassicurarla le dico che non è in pericolo di vita e che la polizia è già stata contattata e le indagini inizieranno appena stefano risprenderà coscienza e potrà dare testimonianza di quello che è successo"
Ascolto il medico con attenzione e il fatto che non sia i pericolo di vita mi fa sentire leggermente meglio
"Posso vederlo?"
Chiedo velocemente guardando la porta
"Sarebbe meglio non disturbarlo troppo ma se vuole stare con lui la capisco"
Mi accompagna dentro la stanza e vedo stefano sdraiato sul letto pieno di fasce, lividi e flebo
"Può sedersi su quella poltrona ma le chiedo di non fare troppo rumore per evitare di disturbarlo troppo"
Detto questo esce dalla stava chiedendo la porta alla sue spalle
Mi avvicino al suo braccio e lo sfioro leggermente e un brivido mi percorre la schiena
Mi siedo sulla poltrona fi fianco a lui e inizio ad osservarlo... è colpa mia, è stato sicuramente il gruppo dell'ultima volta a colpirlo...
Il suo viso è pallido e sudato, chissà quanto dolore avrà sentito... magari se io gossi stavo vicino a lui avrebbero fatto questo a me e lo avrebbero risparmiato...
Mi sento sempre peggio a pensare a tutto ciò che gli sto facendo
Poggio la mia mano salla sua sentendo la flebo sul mio palmo
"Stefano mi dispiace tanto"
Sono le uniche parole che riesco a sussurrare

Ed eccomi qui come promesso con un altro capitolo un pochino più lungo. Mi sta piacendo molto scrivere questa storia e spero piaccia anche a voi.
Ciauuuuu❤🙏

Amore SpaventosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora