GET ME

CAPITOLO 5

Grayson

Quella stronza lo fa apposta, quando mi guarda con quell'aria di superiorità non so cosa le farei.

È vero, ho fatto un'uscita poco elegante e potevo risparmiarmi di dirle che la sera prima Cam era stato con Natalie ma lui ci stava provando, ed è giusto che lei sappia che anche di lui non ci si può fidare, esattamente come di me.

Devo ammettere però che io sono più bello: sono più alto e sicuramente con più muscoli del mio amico, il mio piercing al sopracciglio e i miei tatuaggi sono una cosa in più, e non c'è confronto.

Non sto dicendo queste cose perché sono geloso del fatto che lui ci provi con Juliet e che dal modo in cui rideva, lei glielo stava lasciando fare, sto solo constatando l'ovvio.

Mi ha fatto il dito medio davanti a tutti e quando mi ha dato del coglione non ho nemmeno avuto il tempo di reagire che se l'è filata. Ripenso ancora alla sua espressione... sembrava che mi stesse sfidando con gli occhi.
Vuoi la guerra bambolina?
Non sarò di certo io a tirarmi indietro.

Sono seduto al tavolo con gli altri e non appena ritorno alla realtà, li guardo fingendo di aver seguito i loro discorsi.
Sento una mano toccarmi una spalla che poi scende lenta lungo i miei pettorali.

"Ciao campione, come stai? Oggi non mi hai neanche salutato..." mi sussurra all'orecchio Penny.

È una bella ragazza ma si trucca troppo, sempre provocante con tutti e con quei vestiti che lasciano davvero poco all'immaginazione, non che mi dispiaccia sia chiaro: me la porto a letto qualche volta, sa di non essere l'unica e non si risparmia scenate di gelosia che cessano all'istante perché non le do nemmeno il tempo di iniziarle.

Le ho messo le cose in chiaro fin da subito: non mi interessa nè lei nè nessun'altra, non sono il tipo che si impegna seriamente, quindi se quello che vuole è una relazione può cercarsi qualcun altro.

Non le rispondo sperando che se ne vada, oggi non ho voglia di stare con lei quindi spero che capisca l'antifona.

"Io vado", me la scrollo di dosso e saluto gli altri. Non mi giro, non mi interessa che espressione abbia in questo momento.

Sono uno stronzo, lo so.

Entro in casa e saluto mia madre con un bacio sulla guancia, lei mi chiede della mia giornata e parliamo un po'.

È una bella donna ed è ancora giovane, a volte penso che le farebbe bene trovarsi un uomo che le faccia un po' compagnia, so che ha paura della mia reazione ma ormai non sono più un bambino.
Nessuno sarà mai alla sua altezza, ma voglio che sia felice e se questo implica vedere un uomo al suo fianco beh, proverò a farci l'abitudine.

"Tesoro questo giovedì sono via per lavoro, ho dei clienti grossi ma non sono delle nostre parti. Tornerò domenica" è un avvocato, ha sempre dedicato la sua vita a me e al suo lavoro da quando papà l'ha lasciata.

"Okay. Dove vai?"

"A Boston, hanno avuto il mio contatto tramite degli amici in comune, hanno fatto delle ricerche e scoperto che sono brava in quello che faccio e vogliono me. Possiamo biasimarli? Sono la migliore che ci sia."

Adesso capite da chi ho preso la modestia?

Mi scappa una risata e vado ad abbracciarla:
"É vero, sei la migliore, ed io sono molto fiero di te".

Mi sembra di averle visto gli occhi lucidi ma non ci faccio caso, e tanto presuntuosa quanto sensibile.