GET ME

CAPITOLO 63

Grayson

Quando arrivo a scuola la prima cosa che faccio è cercarla, stamattina sono arrivato anche in anticipo e ancora non c'è traccia di lei. Ho voglia di colpire qualcosa, l'allenamento di ieri sera sembra non essere servito a niente e se continuo così credo che esploderò.

Sono ancora qui fuori ad aspettare come un coglione ma ormai sono entrati tutti, quindi mi rassegno all'idea che probabilmente oggi non verrà e seguo gli altri all'interno dell'edificio. Cameron mi affianca e ci ritroviamo a camminare insieme in corridoio, l'occhiata che mi rivolge però mi fa innervosire ancora di più.

Che cazzo vogliono tutti?

"Gray, forse dovresti calmarti, sono sicuro che si tratta di una sciocchezza: le donne quando vogliono sanno essere davvero melodrammatiche" dice infine provando a consolarmi.

Non rispondo, non so cosa dire e non ho nessuna voglia di scherzare. E' chiaro che sia furiosa con me e l'idea di non saperne il motivo mi manda fuori di testa: vorrei raggiungerla e gridarle di parlarmi, può anche insultarmi se vuole ma ho un disperato bisogno di sentire la sua voce.

Entro in classe ed intercettando Jace seduto in ultima fila, vado a sedermi di fianco a lui. Cole e Cameron hanno un'altra lezione le prime due ore ed io ringrazio il cielo per questo perché non sarei riuscito a reggere gli sguardi preoccupati di tutti e tre. Poi che cazzo avranno da guardarmi in quel modo, non è la fine del mondo, sto bene.

Ripeto a me stesso quest'ultima frase: non mi interessa di lei, quella stupida ragazzina non può condizionarmi l'umore in questo modo, sparire così senza neanche una spiegazione... è solamente una stronza.

Questo è il motivo per cui non credo nell'amore, prima ti fa essere felice e poi ti annienta in così poco tempo che non riesci nemmeno a capire come sia potuto succedere.

"Come va amico?" mi chiede Jace interrompendo i miei pensieri. Come cazzo vuole che vada?

"Bene" gli dico invece.

"Ne vuoi parlare?"

"Non c'è un cazzo da dire" so che lui non ha colpe, ma devo sfogarmi con qualcuno e in questo momento c'è lui qui con me. Sento dei colpetti sul braccio sinistro e quando mi giro mi accorgo che si tratta di Keller, un ragazzo che frequenta il nostro corso.

"Mi presti una penna Gray? Ho dim..."

"Compratela" sbotto infastidito. Cosa sono, un dispensatore di penne?

Jace, che ha chiaramente sentito la conversazione, si sporge verso di lui passandogliene una delle sue ed infine gli rivolge uno sguardo di scuse, probabilmente per il mio atteggiamento. Fantastico, adesso ho anche il segretario.

Quattro ore dopo sono seduto a mensa con gli altri ed il mio umore sembra non essere affatto migliorato anzi, se possibile sto anche peggio. Penny e le sue amiche ci si parano davanti e dalle loro espressioni capisco che ci stanno silenziosamente chiedendo di sedersi con noi.

"Ciao ragazzi!" cinguetta Emily sedendosi di fianco a Cole.

Continuo con il mio silenzio mentre gli altri rivolgono loro dei cenni di saluto.

"Sabato festa?" continua Cassandra con quella voce stridula.

"Abbiamo sentito dire che ci sarà parecchia gente" aggiunge Chloe.

"Si, dobbiamo assolutamente andarci!" sento la voce di Penny troppo vicina infatti, quando mi volto, vedo che ha preso posto proprio accanto a me. Quando si è seduta? E perché non me ne sono nemmeno accorto?

Jace alza le spalle.

"Non è una cattiva idea" dice Cam all'improvviso.

"Forse ci andremo" continua Jace.

Io e Cole non diciamo una parola e loro sembrano accorgersene.

"Cosa ne pensi Gray?" domanda Penny sfiorandomi il braccio. Le rivolgo uno sguardo svogliato che non vuol dire nulla, ma non le rispondo.

"Sei strano" commenta ancora.

Sbuffo. Oggi sembrano tutti avere una gran voglia di parlare, tutti tranne me.

"Stai bene?" non si arrende.

Non ne posso più di sentirle cinguettare, se nei giorni normali le sopporto a malapena, oggi il mi livello di tolleranza è ancora più basso. Decido che ne ho abbastanza e senza proferire parola, mi alzo e me ne vado.

Fanculo le buone maniere.