CAPITOLO 60

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Juliet

I miei amici mi sono stati accanto tutta la sera ma ora sento il bisogno di rimanere sola con i miei pensieri: devo metabolizzare quello che è successo e non appena lo avrò fatto, andrò avanti con la mia vita lasciandomi tutto questo alle spalle.

Entro in camera, mi infilo sotto le coperte e subito la mia mente prende il volo.

Perché lo ha fatto? Sembrava che stessimo bene insieme. Ho sbagliato qualcosa? Continuo a chiedermi, ma accantono subito questa idea: non mi farò venire sensi di colpa che non esistono solo perché lui non sa cosa sia il rispetto. Gli ho donato la mia prima volta, sapeva quanto fosse importante per me ma non si è comunque tirato indietro: ha continuato a giocare con me come se nulla fosse.  Ed è questa la cosa che mi fa più male.

Nonostante questo però non riesco a pentirmi di averlo fatto, in quel momento ero felice e le emozioni che ho provato sono state così intense che rimarrà per sempre un'esperienza indimenticabile. Ripensandoci adesso ho ancora i brividi e, senza poterle fermare, altre lacrime salate bagnano il mio viso.

Rivedo i suoi occhi neri, tenebrosi come la notte, i suoi capelli scompigliati e quel ghigno strafottente che mi ha fatto perdere la testa. Grayson Jones era tutto quello che non dovevo volere, bastava solo stargli lontana, continuare ad evitarlo come avevo sempre fatto e tutto sarebbe filato liscio.

Quando sento il telefono avvisarmi dell'arrivo di un messaggio scatto subito sull'attenti.

- Ci sei?
Non rispondo e dopo dieci minuti me ne invia un altro.

- Perché non rispondi?
Stringo il telefono con forza.

Passa altro tempo e quell'aggeggio infernale squilla di nuovo, invano.

Non chiudo occhio tutta la notte e quando il mio orologio segna le otto di mattina mi alzo dal letto controvoglia scostando le coperte.
Vado verso lo specchio e osservando la mia faccia noto di non avere per niente un bell'aspetto, quindi decido di farmi una doccia, sperando forse in un miracolo, ed infine scendo in cucina.

"Buongiorno tesoro, come stai stamattina?"mi chiede Elisabeth premurosa non appena mi vede.

"Buongiorno Elisabeth, molto meglio grazie" mento.

Lei mi guarda ma non dice niente, poi mi passa un piatto con una bella fetta di torta al cioccolato e del thé caldo: non sono molto affamata ma per lei posso fare uno sforzo.

"Buongiorno" dice Maddie entrando nella stanza rivolgendomi un sorriso che non gli arriva fino agli occhi. Ci raggiunge anche Jason ed insieme facciamo colazione.

Sento lo sguardo del mio amico addosso e capisco che è preoccupato, ma in questo momento vorrei solo non pensarci.

"Cosa ne dite di fermarci qui altri due giorni?" improvvisa la mia amica.

Jason ci pensa un attimo.
"Perché no? Alla fine a chi importa se ci perdiamo qualche giorno di scuola?"

"A me no di certo!" continua Maddie ironica.

"Credo che sia un'idea magnifica ragazzi!" li sostiene Elisabeth, "mi farebbe davvero piacere restare in vostra compagnia per qualche altro giorno".

Rifletto: questa settimana avrò il test di matematica ma sarà mercoledì ed anche se non avrò tempo per ripassare poco importa, non credo che studieró in ogni caso, quindi decido di accettare.

I miei amici si guardano scambiandosi un sorriso ed io mi sposto in salotto per chiamare i miei genitori, avvisandoli che tornerò martedì sera. Mia madre all'inizio sembra perplessa, poi le dico che Maddie vorrebbe passare più tempo con i suoi nonni visto che non li vede mai e alla fine cede. Torno in cucina e mentre mi siedo di nuovo, penso che sono stata talmente egoista da non aver chiesto nulla alla mia amica sull'incontro con sua madre, quindi cerco di rimediare.

"Mad, com'è andata ieri?" inoltre ho anche un disperato bisogno di distrarmi.

Lei mi rivolge un lieve sorriso.
"Non male, i medici hanno ragione: sta facendo progressi."

Sono davvero contenta di sentirglielo dire, chissà che questa non sia l'occasione giusta per riallacciare i rapporti con lei.

"Ne sono felice Mad, che bella notizia!" annuisce, poi cambiando discorso aggiunge:

"Cinema oggi?"

A dire la verità avrei soltanto voglia di buttarmi di nuovo nel letto e rimanerci per sempre, poi però penso che dare retta al mio umore non è una buona idea: devo reagire. Guardo i miei amici e cercando di fargli qualcosa che assomigli anche lontanamente ad un sorriso, ma che sono sicura mi esca come una smorfia deforme, accetto.

GET MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora