CAPITOLO 66

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Juliet

Ci fissiamo per qualche secondo in cui nessuno dei due sembra sapere cosa dire, poi alla fine prende lui la parola.

"Dobbiamo parlare" dice soltanto.

"Non ho niente da dirti" la mia voce appare quasi stridula.

"Invece penso proprio di sì" e senza neanche darmi il tempo di replicare, mi afferra un polso trascinandomi via dai miei amici. Continuiamo a camminare fino a quando lo stronzo decide che siamo abbastanza lontani da occhi indiscreti e quando si ferma, mi allontano bruscamente dalla sua presa: mi sento bruciare nel punto in cui mi ha toccata.

"Mi dici cosa diavolo è successo?" riprende lui con un tono tra l'infuriato e lo speranzoso.

Non ho nessuna intenzione di farlo, ecco perché, invece di rispondergli, incrocio le braccia al petto guardandolo male. Se fuori però posso sembrare tranquilla, dentro sto esplodendo.

"Spiegami solo perché prima che partissi andava tutto bene mentre adesso non mi vuoi neanche parlare. Maledizione Juliet, a meno che tu non sia pazza una spiegazione ci deve essere per forza!" ringhia lui alzando il tono di voce e spalancando le braccia.

"No il pazzo sei tu se credi che starò qui a farmi prendere in giro da te!" tuono all'improvviso, poi faccio un passo in avanti cercando di superarlo ma lui mi blocca ed io mi ritrovo a sbattere contro il suo petto solido. Rimango ferma per un momento, sopraffatta dalle emozioni che quel semplice contatto mi ha provocato, e lui ne approfitta avvolgendo le sue braccia muscolose intorno al mio corpo.

"Parlami" insiste, appoggiando la sua fronte alla mia.

I soliti brividi che conosco ormai troppo bene quando si tratta di Grayson mi investono da capo a piedi e la tentazione di chiudere gli occhi e abbandonarmi a lui è talmente forte che devo fare appello a tutte le mie forze per non farlo. Capisco subito che se non me ne vado, scoppierò a piangere per l'ennesima volta e non ho nessuna intenzione di dargli questa soddisfazione. Alzo lo sguardo e ad un soffio dalle sue labbra gli dico:

"Lasciami stare" la voce mi esce più bassa di quanto avrei voluto, sembra quasi un sussurro.

Lui con un gesto rapido mi afferra i gomiti spingendomi con il suo corpo contro l'albero dietro di me e, senza neanche darmi il tempo di reagire, posa le sue labbra sulle mie e mi bacia. Ho un attimo di esitazione: mi è mancato da morire e le emozioni che mi fanno provare i suoi baci sono una cosa alla quale proprio non vorrei rinunciare, però non posso lasciarglielo fare: il suo gioco è andato avanti anche troppo. Lo spingo con tutta la forza che ho facendolo indietreggiare di qualche passo, lo colpisco in pieno viso ed infine mi allontano a passo spedito. A quanto pare la storia si ripete.

Quando arrivo davanti all'entrata mi accorgo con sorpresa che Jason è Maddie mi stanno aspettando e che, purtroppo, non si sono persi niente di quello che è appena successo tra me a Grayson. Anche i suoi amici sono ancora qui: siamo gli unici ad essere rimasti fuori, si è fatto tardi e tutti gli altri sono già entrati. Vedo Cole e gli altri avvicinarsi ed istintivamente indietreggio di un passo.

"J. ma che cazzo sta succedendo?" mi domanda Cameron.

"Statene fuori" gli dico con un tono che mi esce più acido di quanto vorrei: sembra che oggi io non riesca a controllare la mia voce.

Nel frattempo ci ha raggiunti anche Grayson e con la coda dell'occhio vedo che mi sta fissando, come tutti in questo momento. Odio questa situazione, ma l'ha voluta lui.

"Devi dircelo J., abbiamo almeno il diritto di saperlo" osserva Cole.

Abbiamo? Quando è diventata una questione di stato?

"Tu fatti gli affari tuoi!" continua Maddie rivolta verso di lui, "se proprio volete sapere cosa è successo, perché non lo andate a chiedere a quella stronza della sua amichetta?" rivela infine fulminando Grayson con lo sguardo.

I ragazzi si guardano con delle espressioni interrogative, certo che devo concederglielo: sanno recitare davvero bene. Alle parole di Maddie però mi torna alla mente l'immagine di lui e Penny avvinghiati l'un l'altro alla festa e immediatamente vengo pervasa da una profonda sensazione di rabbia. Stringo i pugni e mi dirigo verso l'entrata senza guardare nessuno: devo stare lontana da lui.

GET MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora