CAPITOLO 32

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Juliet

Torno a casa ancora un pò frastornata dagli eventi della giornata e non appena metto piede in cucina trovo mio fratello seduto di spalle davanti all'isola con un paio di fogli in mano: è così concentrato che nemmeno si accorge di me. Mi avvicino con passo felpato per dare una sbirciata a quello che sta leggendo, posizionandomi a due passi da lui allungando il collo.

"Ti ho sentito sorellina" mi avvisa lui con tono scontato. Brontolo qualcosa e mi siedo sopra il tavolo di fronte a lui.

"Cosa sono tutti quei fogli?" gli chiedo curiosa.

Ben mi guarda, cercando qualche segnale di non saprei nemmeno dire cosa e poi all'improvviso sputa fuori tutto d'un fiato:

"Dopo il college mi trasferisco in Italia"

Rimango immobile per un momento pensando che sia uno scherzo, un brutto scherzo, ma poi ricordo i suoi piani per il futuro e mi torna alla mente il suo sogno di studiare fuori e vivere un'esperienza all'estero. Sono contenta per lui e so che se è quello che si sente di fare fa benissimo a partire... solo che non sono ancora pronta a lasciarlo andare. Mi guarda con una preoccupazione nel volto che solo un fratello potrebbe avere, poi aggiunge:

"Non dici niente?"

"Io.. Ben io.. sono felice per te, se questo è davvero quello che vuoi io ti sosterrò fino alla fine solo che... mi mancherai" gli confido con gli occhi lucidi.

Lui si alza e mi stringe in un abbraccio che racchiude in sè tutte le parole che non ci stiamo dicendo. Restiamo in quella posizione per qualche minuto ed è così che ci trovano i nostri genitori quando rientrano in casa.

"Glielo hai detto?" sento chiedere la mamma, e Ben annuisce.

"Hai deciso dove tesoro?" continua lei.

"Stavo guardando le università di Verona, dove siete stati tu e papà, ma sto valutando anche Roma e Firenze. Comunque sono più che certo di aver scelto l'Italia" ci rivela lui con un gran sorriso.

Vederlo così mi scalda il cuore e non posso fare altro che essere felice per lui e chissà, magari nella bella Verona troverà la sua Giulietta.

"Mi sembra un'ottima idea figliolo" gli risponde mio padre soddisfatto, "perchè non mi mostri quei fogli e gli diamo un'occhiata insieme? magari posso darti qualche consiglio" si offre lui.

Mio fratello annuisce entusiasta e così fanno, mentre io e mia madre iniziamo a preparare la cena.

"Tesoro" inizia lei con tono affettuoso, "perchè non inviti Jason e Maddie a cena domani sera? Potrei cucinare qualcosa!"

Capita spesso che i miei amici vengano a cena a casa nostra, da quando mia madre ha saputo che Maddie vive da sola si preoccupa molto per lei e la invita qui da noi, mentre altre volte sono io ad andare da lei. Jason invece, beh.. Jason è Jason: per i miei genitori è come un figlio ed è da quando siamo piccoli che passiamo così tanto tempo insieme, che quando lo vedono in giro per casa non ci fanno neanche più caso.

Sono le dieci di sera e non sono per niente stanca, così smetto di rigirarmi nel letto ed afferro il romanzo di Romeo e Giulietta, continuando a leggere da dove lo avevo interrotto finchè non mi addormento a testa in giù con il viso sopra il libro, le mani unite in alto sopra il cuscino e le gambe incrociate.

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