CAPITOLO 47

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Juliet

Sono in biblioteca che aspetto Grayson: oggi è lunedì e ci sono le ripetizioni.

Non appena lo vedo entrare, mi prendo qualche secondo per guardarlo meglio: questa mattina ero talmente presa dai miei pensieri che non ci ho fatto caso, quindi lo faccio adesso: indossa dei jeans strappati al ginocchio ed una t-shirt scura, ha i capelli neri spettinati con un ciuffo che gli ricade sul viso, e il piercing che ha al sopracciglio brilla al riflesso del sole che proviene dalla finestra.

Inutile dire che me lo sto mangiando con gli occhi.

Si guarda intorno, poi non appena mi vede i suoi occhi si incastrano ai miei.

Deglutisco: ogni volta è la stessa storia.

Sorride e si avvicina per darmi un bacio che io ricambio volentieri.

"Sei sicura che oggi vogliamo parlare di numeri ed equazioni? Perché sai, io avrei un'idea migliore" mi propone lui alzando le sopracciglia.

"Sicura" rispondo risoluta, "la prossima settimana avrò il test e il professore ci darà il voto. E' il momento giusto per fargli vedere i progressi che ho fatto" gli dico con occhi da cucciolo per cercare di dissuaderlo da qualsiasi cosa gli sia venuta in mente: ho bisogno del suo aiuto.

"E va bene" si arrende subito scuotendo la testa, "ma non guardarmi così" conclude.

Sorrido, è stato più facile di quanto pensassi.

Passiamo l'ora successiva sopra i libri e mi rendo conto di essere migliorata molto: inizio finalmente a capirci qualcosa.

"Sei un bravo maestro Grayson Jones" osservo girandomi dalla sua parte.

"Lo so" mi risponde con fare arrogante.

Gli do un pugno sul braccio e la cosa non lo muove di un millimetro, piuttosto sembra che non lo abbia proprio toccato.

Mi guarda con un ghigno.

"Devi impegnarti di più se vuoi farmi male" mi suggerisce.

Alzo gli occhi al cielo.

"Non volevo farti male" gli dico.

Dopo un'altra mezz'ora mi si incrociano gli occhi e non riesco più a stare concentrata, quindi decidiamo che per oggi abbiamo finito e usciamo dalla biblioteca.

Siamo nel corridoio della scuola, d'un tratto Grayson mi spinge contro il muro e senza dire una parola, mi regala un bacio mozzafiato.

Il battito del mio cuore accelera come al solito ed inizio a tremare tra le sue braccia.

Smetterà mai di farmi questo effetto?

Mi avvolge le sue forti braccia intorno al corpo e mi stringe a sé, poi all'improvviso sentiamo una persona schiarirsi la voce.

Cerco di staccarmi da lui, imbarazzata che qualcuno ci abbia visto, ma a Grayson sembra non importare, infatti aumenta la stretta e continua a baciarmi.

Divento rossa come un peperone non appena sento di nuovo quella voce, quindi cerco di dare un pugno a Grayson colpendolo su un fianco per far sì che si stacchi.

Lui si piega leggermente in avanti con fare teatrale, come se gli avessi davvero fatto male, poi si allontana appena, ghignando.

Sposto l'attenzione alla mia destra e noto che un signore sulla cinquantina, forse il custode, ci sta guardando con aria divertita.

"Ci scusi ehm, noi stavamo per andarcene".

Gli dico imbarazzata, e subito dopo trascino Grayson con me che, al contrario mio, se la ride di gusto.

"Cosa c'è di così divertente?" lo rimprovero una volta saliti in macchina.

"Sei diventata fuxia" replica continuando a ridere.

Alzo gli occhi al cielo e incrocio le braccia al petto, possibile che non abbia nemmeno un po' di pudore?

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