CAPITOLO 34

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Juliet

Ci dirigiamo in silenzio verso l'aula: nessuno si decide ad aprire bocca, così entriamo e prendiamo posto in seconda fila. Ripenso all'espressione di Penny e le sue amiche e alla soddisfazione che hanno provato nell'avermi ferita, come si fa ad essere così subdoli?
Mia madre dice sempre che la cattiveria non paga mai e che il male che fai prima o poi ti ritorna indietro come un boomerang, lei sostiene che sia il karma.

Mi volto verso Jason e lo vedo rilassato, perso nei suoi pensieri; poi guardo Maddie che ha gli occhi lucidi ed è concentrata su un punto fisso nel vuoto. Le do un colpetto sul braccio chiedendole con lo sguardo se si sente bene e una lacrima le sfugge involontaria sul viso. La asciuga velocemente regalandomi un sorriso triste: quello che è successo con Cole deve averla sconvolta più del previsto. Le stringo la mano cercando di trasmetterle un pò di conforto, poi il professore entra in aula e chiede a noi studenti di alzarci: oggi la lezione si svolgerà in laboratorio. Eseguiamo gli ordini e ci dirigiamo in corridoio seguendo il resto della classe.

Con la coda dell'occhio noto dalle vetrate che fuori in giardino c'è una persona seduta di spalle, così guardo meglio in quella direzione cercando di mettere a fuoco: Cole.
E' seduto sull'erba con le ginocchia al petto e lo sguardo fisso da qualche parte oltre gli alberi: sembra pensieroso e non si muove di un pelo.

Riporto gli occhi sui miei amici e mi accorgo che anche Maddie lo ha notato ed il suo sguardo da prima triste, si trasforma in furioso.

"Col cavolo che riuscirà a farmi sentire in colpa!" tuona la mia amica marciando a passo spedito verso di lui.

Oh no...

Faccio per correrle dietro ma Jason mi blocca suggerendomi di lasciarla andare. Ci penso per un secondo valutando bene le possibili conseguenze e alla fine arrivo alla conclusione che quei due hanno proprio bisogno di parlare. Ci guardiamo con un misto di preoccupazione e divertimento: Maddie è un tornado, vive le emozioni a mille e quando si tratta di sentimenti non la ferma nessuno.

Io e il mio amico alziamo le mani ed incrociamo le dita con espressione complice: è un gesto che facciamo spesso quando desideriamo che qualcosa vada per il meglio.

"Non credo che sarà sufficiente J., in questo caso abbiamo bisogno di un miracolo!" esclama lui sogghignando. Scoppiamo a ridere ed entriamo in laboratorio.

La mia amica non si presenta a lezione e neanche a quella dopo, sto iniziando un pò a preoccuparmi: quei due sono capaci di tutto. Ci sediamo a mensa al nostro solito tavolo e guardandoci intorno, notiamo finalmente Maddie camminare nella nostra direzione. La osservo con attenzione e mi sembra più rilassata, si siede e ci rivolge un sorriso che mi fa subito drizzare le orecchie. La guardiamo, in attesa che ci racconti qualcosa, qualsiasi cosa, poi lei rompendo il silenzio ci rivela:

"Abbiamo stabilito una tregua: proveremo ad essere amici"

La notizia mi piace: se questo servirà a far tornare il buon umore alla mia amica, lo posso anche accettare.

"Lo sai che non ci riuscirete mai vero Mad?" replica il mio amico smontando come al solito i suoi piani.

"Certo che ci riusciremo invece, dobbiamo solo impegnarci!" afferma lei sicura.

Vederla così mi riempie il cuore di gioia e non me la sento proprio di smontare le sue convinzioni, così le dico:

"Vedrai che andrà bene Mad, siete adulti, ce la potete fare".

Lei annuisce alla mia frase ed io, senza farmi notare, rivolgo a Jason uno sguardo d'intesa: speriamo davvero che sia così.

GET MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora