Prologo

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Conoscete la sensazione che si prova, quando, durante le ore più buie della notte, scappi da qualcuno che ti insegue, durante la tua corsa sfrenata, svolti e ti trovi davanti a un muro invalicabile? Ti senti persa, arresa, destinata alla fine.

Ecco, io provavo quelle sensazioni prima di conoscere lui, perché fuggivo via, ormai da anni, da un mostro terribile chiamato dolore.

Mi chiamo Alexandra Morrison e mai avrei pensato di potermi innamorare, ma, senza che me ne rendessi conto e senza che potessi opporre resistenza, è accaduto.

Sono sempre stata una di quelle ragazze da evitare; mi hanno definita testarda, egoista e, secondo alcune voci, persino senza cuore. Ero quella brunetta da cui tutti i figli, sotto consiglio delle loro mamme, dovevano stare lontani. Eppure, forse per il gusto del proibito, ero sempre circondata da centinaia di attenzioni, acclamata quasi come se fossi una regina.

La gente ha sempre pensato in malo modo di me e, con il passare del tempo, anch'io ho imparato a guardarmi allo specchio e a sentirmi sbagliata, un incubo da cui tutti dovevano tenersi a distanza, poiché, altrimenti, li avrei travolti con quell'ombra scura che mi circondava.

Ero certa che per me non ci fosse neanche un barlume di speranza; pensavo che fossi destinata a cadere in quel burrone che io stessa avevo scavato con fare inarrestabile.

Ero pronta a mollare ancora prima di iniziare a combattere.

Poi, però, l'ho incontrato ed è cambiato tutto.

Le mie fantasie sull'amore vero si erano concluse quando avevo messo da parte i giochi dell'infanzia, giacché, dopo, basandomi su quello a cui avevo assistito, avevo iniziato a classificare quel sentimento come una debolezza e io non volevo averne: io non volevo più soffrire.

Ho sempre pensato che l'amore non fosse per me.

Ora, invece, ho capito che quel sentimento esiste, ed è racchiuso nei suoi occhi marroni che brillano al sole, nel suo sorriso sfacciato e beffardo, nelle sue dita premurose che mi accarezzano il corpo, nei nostri risvegli insieme, quando a farci compagnia c'è solo la luce tenue dei raggi del sole, nei nostri screzi e nei baci che mi posa sulla fronte, prima di andare a lavoro, o in quegli schiocchi leggeri che ci scambiamo appena prima di addormentarci.

Nessuno di noi due era abituato a esprimere i propri sentimenti, eravamo troppo persi nei nostri passati turbolenti, eppure così drasticamente simili, messi l'uno contro l'altra dalla vita.

Ho imparato, con il tempo, a riconoscere la veridicità di certi modi di dire e a farne, di uno di questi, la base della mia storia. Ecco, quindi, che vi dico che è giusto quel che si dice in giro: "Dall'odio nasce l'amore...", o almeno, così è stato per me e Dylan.


PERSONAGGI

Alexandra Morrison

Alexandra Morrison

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