35-Sixteen years ago (pt.1)

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Sedici anni prima.

Il leggero vociare, che si udiva nella stanza, derivava dalle parole sussurrate, forse per fare in modo che rimanessero soltanto loro, del signore e della signora Morrison, che, seduti sul divanetto, davanti al camino spento, si scambiavano qualche carezza e condividevano la loro giornata.

«In azienda va tutto bene? La nuova collezione è pronta?» Stephanie sorrise, felice di quella domanda.

«Manca poco, finalmente potremo annunciare alla stampa la data della sfilata d'inizio stagione.» Comunicò, soddisfatta del suo operato.

«Sfilerai anche tu?» Le domandò Adam, accarezzandole i capelli biondi.

«Non lo so, amore, probabilmente indosserò un abito presente nel catalogo e mi limiterò a presentare i capi.» Dichiarò, sporgendosi per lasciare un bacio sulle labbra di suo marito.

«A te, invece?» Gli chiese, ora più cupa.

«Cosa?» Adam aveva capito, tuttavia finse il contrario, non volendo rovinare l'atmosfera di tranquillità che regnava tra di loro.

«Come va con l'organizzazione? Sei sempre più stressato, sono preoccupata per te, Adam.» Rivelò Stephanie, scostandosi dal suo petto per guardare gli occhi ombrati dell'uomo che amava.

«Solite cose.» Rispose vago.

«Puoi parlarmene, se vuoi, lo sai, vero?» Domandò dolcemente, accarezzandogli la guancia.

«Sì, ma non voglio darti altri tormenti.» La rassicurò afferrando l'altra mano tra la sua, stringendola con affetto.

«Adam, ricordi le promesse che ci siamo fatti quando eravamo solo dei ragazzi? Ci saremmo stati l'uno per l'altra, sempre, in qualsiasi momento, anche nel peggiore.» S'interruppe e sospirò tristemente. «Conosco le tue paure. Vuoi proteggere la nostra famiglia e io sono felice di questo, però non possiamo continuare a vivere in questo modo, circondati dall'inquietudine. Alexandra, Caleb e Ian hanno bisogno di una famiglia normale, non di una immischiata in loschi affari.» Asserì, un po' più duramente. «Conosci il mio pensiero: i gemelli devono vivere un'adolescenza normale e Alexandra un'infanzia spensierata.» Concluse.

«Credi che voglia qualcosa di diverso per loro? Pensi che voglia farli crescere tra armi, scambi di droga e pericoli costanti?» Sbraitò il signor Morrison, alzandosi in piedi e causando il sussulto di sua moglie.

Adam la guardò negli occhi e, dopo aver scosso il capo, tornò a sedersi, poggiando i gomiti sulle ginocchia e stringendo la testa tra le mani.

«Scusami amore, non volevo urlarti contro.» Le disse, pentendosi delle sue azioni.

Stephanie sospirò e si sporse per stringere suo marito tra le braccia. Adam si alzò dalla posizione iniziale e la strinse a sé, inalando il suo profumo, simile a quello della primavera, tant'era dolce e particolare. La donna amava rifugiarsi tra le braccia di suo marito, poteva definirle come il suo luogo preferito: si sentiva al sicuro, circondata da quei muscoli, infatti, quando era lì, scordava, anche se per qualche istante, il mondo caotico in cui erano costretti a vivere.

«Ti amo.» le sussurrò Adam, lasciandole un bacio tra i capelli lisci e setosi.

«Anch'io, Adam, anch'io.» Una lacrima solitaria bagnò la sua guancia.

***

Una bambina minuta, dai folti capelli scuri, stretti in due ciuffetti a fontanella, camminava allegramente, quasi saltellando, per i viali alberati di Central Park, con la mano stretta in quella di sua madre.

Alexandra indossava un vestitino rosso che si abbinava al colore dei suoi elastici e, nonostante fosse solo una bambina, la bellezza che la contraddistingueva era ben visibile.

Con te non ho pauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora