Il viaggio durò sette ore e, dopo di queste, eravamo giunti in uno degli hotel più chic di Londra. La stanza che ci avevano assegnato era la suite presidenziale, offriva una vista splendida su London Eye.
Dylan, dopo aver cortesemente salutato il facchino, che aveva trasportato le valigie in camera, si avvicinò alla vetrata e ammirò con attenzione il sole che tramontava, disperdendo i suoi raggi nell'acqua del Tamigi.
«Amo Londra.» Mi confidò, passando un braccio sulle mie spalle e tirandomi a sé.
«Preferisco New York.» Ammisi, posandogli un bacio sulla guancia.
«Già, lo immaginavo.» Ridacchiò.
«Ora sono diventata anche prevedibile.» Mi scostai dalla sua presa, fingendomi imbronciata.
«Non sei prevedibile, sono io a conoscerti molto bene.» Mi disse con aria arrogante, provocandomi un sorriso.
«Hai ancora tanto da apprendere di me, Ivanov.» Lo provocai, per poi chiudermi la porta del bagno alle spalle, intenzionata a lavare via i segni del lungo viaggio affrontato.
Aprii l'acqua, la lasciai scaldare e cominciai a spogliarmi. Quando mi fui accertata che il getto fosse divenuto caldo, entrai nel box doccia.
Tirai un sospiro di sollievo, sentendo la stanchezza scivolare via come quelle gocce che percorrevano il mio corpo. Chiusi gli occhi, poggiai la testa al muro e rimasi in silenzio, cercando in esso un po' di sollievo, tuttavia, sobbalzai quando delle mani mi arpionarono la vita.
Riconobbi il suo dolce profumo e un sospiro fuoriuscì delle mie labbra.
«Cosa fai?» Chiesi con un filo di voce, quando avvertì la sua mano spostarsi prima sul mio ventre, accarezzando l'ombelico, poi sul mio interno coscia.
«Nulla, ragazzina.» Commentò, affibbiandomi quel soprannome che all'inizio avevo odiato ma che, in quell'istante, mi sembrò tremendamente eccitante.
Volati il capo e lasciai che i miei occhi percorressero il suo corpo privo di vestiti. Schiacciò il suo petto contro la mia schiena, potei già sentire il rigonfiamento premere sulla mia pelle cosparsa di brividi.
«Che cos'è quello sguardo, Alexandra? » Mi chiese, con le labbra posate sul mio collo. Mi voltai, così che potessi avercelo di fronte.
«Di che parli, Dylan?» Accarezzai le sue spalle con i polpastrelli e mi avvicinai leggermente, mordendomi il labbro inferiore. Come avevo previsto, i suoi occhi si posarono sulla mia bocca, molto vicina alla sua.
«Gli occhi tentatori con cui mi osservi.» Mi rivelò.
Il mio seno nudo era schiacciato contro il suo petto, mentre la sua erezione era premuta contro il mio ventre. Ci guardammo negli occhi, lanciandoci una sfida senza confini, una di quelle che o puoi vincere o puoi perdere, il pareggio è impensabile.
Mi allontanai leggermente e, con un sorrisino malizioso, m'inginocchiai di fronte al suo membro. Alzai il capo e scorsi i suoi occhi lucidi di desiderio.
«Dimmelo. Dimmi cosa vuoi Dylan.» Ghignai e lo vidi serrare la mascella.
«Oppure?» Deglutì.
«Oppure...» mi leccai le labbra. «Posso uscire dalla doccia e lasciare che, a soddisfare i tuoi bisogni, sia tu stesso.» Continuai.
«Fanculo, hai vinto.» Un'espressione soddisfatta s'insidiò sul mio volto e attesi le sue parole. «Voglio che tu mi faccia un pompino, Alexandra.»
Sorrisi soddisfatta e cominciai.
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Con te non ho paura
ChickLit{Completa} Alexandra Morrison è acida, testarda e diffidente nei confronti del mondo esterno. Figlia del boss mafioso più potente d'America, con un passato difficile alle spalle, colma di sensi di colpa che, pian piano, la stanno facendo affogare. ...