La mattina seguente fui svegliata dai raggi del sole, che passavano attraverso la grande finestra della stanza.
Cercai di alzarmi, tuttavia un braccio muscoloso m'impedì di muovermi. Voltai la testa, confusa e spaesata, ma, incrociando il volto di Dylan, profondamente addormentato, mi ricordai degli avvenimenti accaduti la sera precedente.Come se fossi ancora in quel bagno, ricordai le sue mani che accarezzavano i miei fianchi stretti, le nostre lingue sfiorarsi in una lenta ma piacevole tortura e, infine, rammentai il suo sguardo intenso puntato sul mio corpo mezzo nudo.
Un senso di piacere, scatenato dai ricordi, mi portò a sorridere. Mi maledissi mentalmente, facendo ricadere sul mio volto l'espressione neutra che avevo prima.
Osservai, ancora, il volto rilassato dell'uomo che aveva dormito al mio fianco quella notte, anche da addormentato conservava la sua bellezza: il sole gli accarezzava con dolcezza i lineamenti del volto, i suoi capelli scuri erano sparsi disordinatamente sul cuscino, le sue labbra carnose erano leggermente schiuse e la mascella definita e mascolina era rilassata.
Mi mossi lentamente, voltandomi completamente verso di lui. Alzai il braccio e posai le dita lunghe sul suo mento, strofinandoci con dolcezza il pollice destro, successivamente, presi ad accarezzargli le guance e, solo quando lo vidi muoversi nel sonno, arrestati i miei movimenti.
Mi poggiai sul suo petto e alzai il viso, continuando a guardarlo.
Avrei dovuto fare la cosa più intelligente, cioè alzarmi da quel letto, indossare nuovamente i miei indumenti e abbandonare villa Ivanov, tornando a casa mia, ma non feci nessuna di quelle cose. Giustificai la faccenda dicendomi che tornando a casa, sarei stata costretta a rispondere alle domande di mio padre e dei miei fratelli, cosa che odiavo fare, dunque mi stavo nascondendo tra quelle lenzuola, cercando di ritardare quel momento.
Stronzate, ovviamente.
«So di essere molto bello, però così mi sciupi.»
Sobbalzai quando la sua voce mi condusse alla realtà. Aprì leggermente i suoi occhi scuri come la pece e ricambiò il mio sguardo intenso.
«Sono stata colta in flagrante, a quanto pare.» Alzai le spalle ridacchiando leggermente. Anche lui rise, posandomi un bacio sulla fronte e aumentando la stretta intorno ai miei fianchi.
«Buongiorno, malyshka.» Sussurrò, con gli occhi ancora impastati dal sonno.
«Buongiorno, Ivanov.» Abbozzai un sorriso e presi ad accarezzargli l'addome scolpito, mentre lui faceva la stessa cosa con i miei capelli.
«Dylan, abbiamo un problema! Alexandra è sparita, ieri non è tornata a cas...» Katherine irruppe nella stanza di suo fratello, sbraitando senza contegno e con la preoccupazione intrisa nella voce squillante. Il suo discorso, però s'interruppe non appena notò la mia testa sbucare dalle coperte.
Il sorriso mi si spense improvvisamente e istintivamente, pentendomene poco dopo, mi strinsi nelle braccia di Dylan.
Gli occhi di Katherine, a differenza dei miei, erano intrisi di una tristezza mal celata; mi resi conto del modo in cui avevo agito nei suoi confronti e sentii un lieve senso di colpa, tuttavia il mio atteggiamento era una conseguenza alle sue bugie.
Nonostante l'avessi fatto con molti altri, non avendo alcun risentimento, con lei era diverso. Non riuscivo a esserle indifferente perché a lei, seppur a mio modo, tenevo davvero.
«Vado a fare colazione, voi parlate pure.» Fu la voce di Dylan a interrompere il nostro scambio di sguardi.
«Udachi .» Disse poi in russo, lasciando un bacio tra i capelli di sua sorella e facendomi l'occhiolino.
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Con te non ho paura
ChickLit{Completa} Alexandra Morrison è acida, testarda e diffidente nei confronti del mondo esterno. Figlia del boss mafioso più potente d'America, con un passato difficile alle spalle, colma di sensi di colpa che, pian piano, la stanno facendo affogare. ...