53-I love to play

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Leggete lo spazio autrice, è davvero importante

Salii a bordo dell'auto, sbattendo lo sportello poco dopo. Passai un fazzolettino sulle nocche spaccate e feci attenzione a rimuovere il sangue. Concentrata sulle mani, non feci caso alla persona che si stava avvicinando, pertanto, quando sentii qualcuno picchiettare sul vetro del lato passeggero, sobbalzai. Notato il volto di Dylan, schiarito dai raggi lunari, però, rilassai i muscoli e sbloccai la sicura, permettendogli di entrare nella vettura.

«Stai bene?» Domandò, indugiando sulle mie mani tremolanti.

«Il piano è, ovviamente, riuscito.» Commentai, invece, soddisfatta. «I soldi sono sui sedili posteriori e Murray è privo di sensi nella sua camera. Non resta che andarcene, prima che si svegli e avvisi i suoi uomini.» Asserii e lo vidi annuire.

«Passerò domani a prendere la Lamborghini. L'idea di lasciare la tua auto fuori dal parcheggio, così da nasconderla dalle telecamere si è rivelata ottima: non mi ha visto nessuno.» Ci scambiammo di posto e lui mise in moto la Ferrari.

****

«Dylan, non serve tutta questa cura. Non è la prima volta!» Esclamai risoluta, riferendomi alle mani, che erano sotto il getto dell'acqua gelida.

«La smetto.» Pronunciò e io sospirai, grata che si fosse arreso. «Però, metti almeno questo.»

Sbuffai, stanca di sentirlo lamentarsi, afferrai il ghiaccio, che mi stava porgendo, e lo posai sulle nocche.

«Ora puoi spiegarmi cos'è successo dentro quella stanza?» Mi chiese, quando uscimmo dal bagno e ci stendemmo sul letto matrimoniale, con le schiene appoggiate alla spalliera.

Qualche ora prima,

Hippodrome Casinò, stanza di Alexander Murray.

Camminammo lungo il corridoio deserto, tappezzato con un tappeto rosso che riempiva tutta l'area della stanza, finché non ci fermammo davanti alla porta nera di una camera. Su di questa era presente una targhetta d'oro su cui, a sua volta, spiccava il nome del mio accompagnatore. L'ingresso era protetto da un codice che Alexander inserì con le sue dita veloci.

Quando la porta si aprì, potei vedere un ambiente molto raffinato a particolare.

«Accomodati, Jane.» Mentre mi sedevo sul divano di pelle, come mi aveva chiesto, Murray si avvicinò a una vetrina contenente vari alcolici e prese una bottiglia sigillata di champagne. La aprì e riempì due calici.

«Spero sia di tuo gradimento, è uno dei miei preferiti.» Mi disse Alexander, porgendomi la coppa trasparente.

«Sicuramente, ti ringrazio, Alexander.» Abbozzai un sorriso, poggiando una mano sulla sua.

«Permettimi di dirti che sei meravigliosa, cara.» Posò anche lui una mano sulla coscia che avevo volontariamente lasciato scoperta, fissando i miei occhi scuri.

«Lusingata dal complimento.» Sorrisi. «Soprattutto se a farlo, è un uomo di classe come te.» Sussurrai, mentre mi guardava strisciare verso di lui.

Mi sporsi, mi accomodai sulle sue gambe e bevvi un sorso del mio champagne. Le sue mani scivolarono sui miei fianchi, per poi scendere e raggiungere le mie natiche. Poggiai il bicchiere vuoto e mi appropriai delle sue labbra. Ricambiò subito il mio bacio, sviluppando qualcosa di passionale e travolgente, per lui, ovviamente. Il mio pensiero, invece, era saettato a Dylan. Passai le mani tra i capelli scuri di Alexander, immaginando che al suo posto ci fosse il mio russo.

Finsi un sospiro, quando avvertii la sua eccitazione spingere verso la mia femminilità. Aveva cominciato a baciare il mio mento, per poi scendere fino al collo. Buttai la testa all'indietro, permettendogli di mordicchiare la pelle vicino alla clavicola.

Con te non ho pauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora