Eravamo comodamente seduti a bordo della limousine che, come programmato, ci stava accompagnando davanti alla struttura dove avrebbe avuto luogo la sfilata. Avevo preferito arrivare in anticipo, così da poter assicurarmi che tutto andasse alla perfezione.
Non era mio il compito di allestire la passerella e l'ambiente circostante, dovevo soltanto verificare che tutti i miei dipendenti avessero seguito le mie indicazioni. Arrivammo in poco tempo e, non appena entrammo, sorrisi soddisfatta, guardandomi intorno. Melanie si precipitò al mio fianco e, dopo essere congratulata con me per la mia bellezza, si occupò di spiegarmi le disposizioni che avrebbero preso i nostri ospiti. Annuii, in accordo con le sue scelte e guardai per un momento Kayla, la quale si stava rendendo molto utile, aiutando le mie meravigliose modelle.
Quando terminai di dettare gli ultimi ordini, mi recai nei camerini, dove, non appena le modelle mi videro, cadde un minuto di silenzio, poiché, come prevedeva la tradizione, avrei rivolto a tutte loro un piccolo discorso d'incoraggiamento.
«Bene,» Iniziai. «voglio che questa serata sia meravigliosa. Non accetto sbagli; sapete anche voi quanto pretenda il meglio in ogni situazione. Voglio che il pubblico rimanga ammaliato dai nuovi abiti e da voi ragazze, che li indossate in modo perfetto. Non mi piacere essere ripetitiva, tuttavia voglio ricordarvi che se siete state scelte voi, e non altre, un motivo c'è. Non fatemi pentire della mia decisione! Forza, ragazze, tra cinque minuti s'inizia. Buona fortuna!» Sorrisi a tutte e successivamente mi diressi verso mio padre, il quale era appoggiato allo stipite della porta, intento a osservarmi con sguardo fiero.
«Sei una leader, l'ho sempre detto.» Asserì con molta convinzione, sorprendendomi molto.
«Già, sono pur sempre una Morrison.» Sollevai le labbra in un lieve ghigno, facendolo ridacchiare.
«Quest'abito ti sta un vero incanto.» Alzò lo sguardo verso di me, incontrando i miei occhi, così simili ai suoi.
«Uhm... grazie, papà.» Un lieve imbarazzo si insinuò nella mia voce. Mi piaceva sapere di non averlo deluso e sentire l'orgoglio nella sua voce. Non era un uomo che riservava parole dolci per qualcuno, anzi, aveva un carattere davvero distaccato, simile al mio, tuttavia, con me, senza contare quando disubbidivo ai suoi ordini – quasi sempre – , si lasciava andare a qualche parola sdolcinata e tenera, che raramente riuscivo a ricambiare.
«Ci sono tutti, signorina Alexandra.» M'informò Melanie, dopo aver salutato, con l'opportuna educazione, mio padre, che le rivolse un cenno con il capo.
«Io vado, allora. Buona fortuna!» Mi lasciò un bacio tra i capelli e si diresse verso il palco.
Presentò brevemente la nuova collezione e ringraziò con un sorriso i partecipanti al prestigioso evento.
I miei fratelli sedevano in prima fila, attirando i flash delle fotocamere appartenenti ai giornalisti, i quali cercavano di immortalare ogni singolo attimo, così da spiattellarlo in prima pagina, nel giornale del giorno seguente.
Quando le luci divennero soffuse, le ragazze iniziarono a sfilare e presto giunse il mio turno.
Entrai e, subito, un applauso si levò nella stanza; sfilai dando il meglio di me, com'ero solita fare, fino a quando non sparii nel retroscena. La musica venne lentamente abbassata e mio padre salì sul palco. Quella volta, dopo pochi istanti, mi feci largo accanto a lui. Parlammo per qualche minuto e poi, dopo l'applauso finale e l'annuncio del rinfresco, ci recammo negli spogliatoi.
Mi complimentai con tutte le ragazze che, come ogni volta, si erano dimostrate impeccabili, e in seguito andai nella stanza del personale per cambiarmi e indossare qualcosa di più comodo. Poco prima di iniziare a spogliarmi, presi in mano il cellulare e verificai le nuove notifiche.
Sorrisi soddisfatta quando notai la presenza di un messaggio di Anthony, il quale era riuscito a trovare le informazioni che cercavo.
"Dylan Ivanov è il figlio di Jason Ivanov, gangster con maggior potere in Russia; è nato ed è cresciuto in Russia. Da qualche anno gestisce i club e le piccole piazze di spaccio che suo padre è riuscito a erigere nel nostro paese e, da quanto sono riuscito a scoprire, i suoi affari vanno alla grande. Ha una sorella, tuttavia non si sa molto su di lei: pare che sia stata uccisa o forse rapita.
Dylan vive, da non molto tempo, in una villa poco fuori New York. Quest'ultima è sorvegliata ventiquattrore su ventiquattro, ma ci sono due orari in cui le guardie si danno il cambio: alle tre di pomeriggio e alle tre di notte.
La specialità della famiglia Ivanov è la droga: cocaina e marijuana di ottima qualità.
Possiedono numerosi pub nel Bronx e alcuni a Manhattan; luoghi poco raccomandabili, ma che lui non ha paura di visitare.
Questo è tutto quello che sono riuscito a sapere, Alexandra."
Lessi il messaggio con concentrazione e ghignai quando vidi l'orario: erano circa le nove, quindi entro le undici sarei tornata a casa.
Indossai con rapidità il cambio che avevo preparato e sistemai il vestito utilizzato durante la sfilata, in un porta abito. Uscii dal camerino riservato alla sottoscritta e raggiunsi i miei fratelli, Kayla e mio padre, che dialogavano con alcuni fotografi, i quali stavano esprimendo i loro complimenti. Li raggiunsi anch'io e salutai cordialmente. Parlammo per una decina di minuti e raggiungemmo gli altri al rinfresco che avevo organizzato.
***
A conclusione di serata, fu l'autista di nostro padre ad accompagnarci a casa.
Mi dileguai subito in camera, con la scusa di essere stanca, e, grazie all'aiuto di un vecchio amico, ottenni la piantina di casa Ivanov. Mi soffermai a osservare il giardino e successivamente l'interno della casa.
Sistemai ordinatamente i fogli in un cassetto e archiviai i file che avevo scaricato sul mio portatile. Sorrisi soddisfatta e mi chiusi nel mio bagno privato. Mi lavali, mi asciugai in fretta e mi vestii, indossando un pantalone nero a sigaretta e un lupetto dello stesso colore. Nonostante, con molte probabilità, quella sera avrei dovuto correre, calzai le zeppe alte. Mi truccai con un po' di eye-liner, mascara e rossetto rosso, infine, infilai il mio cappotto di pelle.
Controllai l'ora: erano le due e un quarto. Silenziosamente uscii dalla camera e raggiunsi il garage. Presi la moto e, senza farmi vedere, lasciai la villa.
Correvo a gran velocità tra le strade della città, senza preoccuparmi dei limiti da rispettare o di tutte quelle noiose leggi, che ogni cittadino era costretto a ricordare, se desiderava tenersi lontano dai guai. Io non me ne preoccupavo, non lo facevo mai, ero scura che in ogni caso ci sarebbe stata una scappatoia.
Raggiunsi la villa di Ivanov alle tre meno dieci.
Ero pronta.
Tirai fuori il binocolo e, nascosta dall'albero che avevo di fronte, osservai in silenzio i movimenti degli uomini che circondavano il perimetro.
Non appena li vidi scambiarsi di posizione, corsi, raggiungendo il retro della villa, molto buio, per via dell'assenza dei lampioni. Scavalcai il cancello di ferro che circondava la casa e mi buttai per terra, con poca grazia, non appena sentii delle voci.
Fortunatamente ero coperta da un grosso cespuglio, quindi i due uomini non si accorsero della mia presenza. Non appena si allontanarono, ritornai in posizione eretta e, attenta a non farmi scoprire, raggiunsi il giardino posteriore. Quest'ultimo era molto ampio e, grazie alla presenza di molti alberi, mi fu facile nascondermi da occhi indiscreti. Tirai fuori il binocolo e osservai le finestre che presentavano le luci accese, tentando di scorgere il volto di Dylan.
Proprio quando intravidi la persona che stavo cercando, una mano si posò sulle mie labbra e, a causa di un colpo che ricevetti sulla nuca, persi i sensi.
Di lì a poco, mi ritrovai legata all'altezza dei polsi, con il viso incappucciato e strattonata con poca delicatezza. Mi stavano trattando come anch'io avevo fatto nei confronti di un infiltrato.
STAI LEGGENDO
Con te non ho paura
ChickLit{Completa} Alexandra Morrison è acida, testarda e diffidente nei confronti del mondo esterno. Figlia del boss mafioso più potente d'America, con un passato difficile alle spalle, colma di sensi di colpa che, pian piano, la stanno facendo affogare. ...