51-Information

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«Kelly Pattinson.» Pronunciò con tono duro. «È un nome falso, ovviamente. È presente nei database dell'FBI da ormai due anni, con i profili fasulli che abbiamo scoperto, e sulla sua testa pende un mandato di cattura.» Spiegò e io annuii, anche se non poteva vedermi. «L'ultimo avvistamento risale a un mese fa, quando si trovava a Londra. Sappiamo che è un membro attivo di uno degli esercizi criminali più rilevanti in Inghilterra. È accusata di venti omicidi e di altri due ne è la principale sospettata. Le sue vittime sono soprattutto uomini potenti. È un cecchino professionista, agisce comunemente da lunghe distanze e la sua mira è infallibile, o quasi. Da un informatore interno sappiamo che ha mancato un bersaglio deludendo il suo capo. È tutto, Morrison.» Terminò la voce dall'altra parte del telefono.

«Qual è il nome della famiglia in cui lavora, Ramirez?» Domandai, picchiettando le dita sul tavolino in vetro posto di fronte all'elegante divano di pelle.

«Morrison...» Tentò di ammonirmi.

«Vuoi far crescere tua figlia Sarah con un padre, vero?» Era quello il punto debole su cui facevo leva.

«Vaffanculo!» Sbottò arrabbiato.

«Non sento il nome...» Canticchiai, beffandomi di lui.

«Murray, la famiglia Murray.» Si arrese.

«Sapevo che mi saresti stato utile, Ramirez. Passa un buon fine settimana!» Sorrisi ironicamente e, senza dargli il tempo di rispondere, chiusi la chiamata.

«Non abbiamo il suo nome, però, sappiamo da dove partire.» Sospirai, rivolgendomi verso Dylan, che aveva ascoltato tutta la conversazione.

«Chiedere di lei è inutile. Avendo una sua foto, dove è visibile il profilo, e conoscendo il tatuaggio che ha sul dorso della mano, non sarà difficile riconoscerla. Dobbiamo entrare nel giro dei Murray, però.» Disse e io annuii.

«Dobbiamo essere invisibili, ma attirare l'attenzione di questa donna.» Sospirai, grattandomi il mento. «Dunque, Ralf, poco prima dell'omicidio di tua madre, ha avuto contatti con un cecchino professionista, di cui abbiamo raccolto qualche informazione; Kelly, chiamiamola così, è un membro rilevante nell'organizzazione criminale della famiglia Murray e si occupa di omicidi sotto commissione.» Dipinsi un quadro generale della situazione. «Sono prove che sembrano incriminare Ralf, ma siamo sicuri che sia così? E se fosse solo una coincidenza?» Domandai, confusa.

«Non credo nelle coincidenze, Alexandra, io osservo e deduco.» Commentò, serrando la mascella. «Quel giorno, quando i nostri padri hanno avuto un confronto, dal dialogo che c'è stato tra Jason e Ralf mi è parsa chiara la loro inimicizia. Probabilmente, in passato, c'è stato un evento che ha portato astio tra di loro, non lo so, tuttavia, per esserne certi, dovremmo parlarne con mio padr-.»

Lo interruppi bruscamente.

«No!» Pronunciai, con voce forse un po' troppo alta. «Non possiamo fidarci di nessuno.» Lo ammonii.

«Tu ne hai parlato con Luke.» Mi accusò, puntandomi l'indice contro.

«Lui è diverso.» Asserii decisa, pronta a chiudere quel discorso.

«Già, i coglioni innamorati di te non ti tradirebbero mai.»

Marciai verso di lui e, con rapidità, senza che potesse precedere le mie mosse, lo presi per la maglietta e lo spinsi verso il muro.

«Non parlare in quel modo di lui. Luke non è innamorato di me, smettila di comportarti come un bambino geloso.» Pronunciai a denti stretti, fissandolo intensamente.

Mi spinse leggermente, quanto bastava per allontanarmi e mi fissò iracondo, poi, senza aggiungere nulla, uscì dalla camera di hotel, lasciandomi sola.

Con te non ho pauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora