Capitolo 102

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Quando arrivarono a casa, Harry parcheggiò la macchina nel garage e guardò verso i sedili posteriori. I loro gemelli stavano dormento tutti ad eccezione di Alexander, che stava farfugliando. Osservò il suo omega, che stava dormendo con la fronte contro  il finestrino. L'alpha aveva una espressione triste, sapendo quanto il suo omega dovesse essere esausto in quel momento. 

I bodyguards parcheggiarono affianco a loro nel garage e uscirono immediatamente dal veicolo. Harry uscì dalla macchina ugualmente e disse loro silenziosamente, "Stanno dormendo," in modo che non li svegliassero. 

Harry la portiera posteriore e prese Alexander fra le braccia, che si appoggiò contro il suo petto con un ciuccio in bocca. Lo baciò sui capelli e sussurrò, "Che cosa ti tiene sveglio?" e lo accarezzò sulla minuscola schiena con il pollice. 

Ogni bodyguard prese un bambino ed iniziò ad entrare. L'alpha non voleva svegliare il suo omega perché poteva avvertire che necessitasse il suo riposo. Un bodyguard tornò indietro quale l'altro rimase con i piccoli per controllarli in caso accadesse qualcosa. 

La guardia disse con le braccia allungate, "Lo prendo io?"

Harry abbassò lo sguardo, e poi osservò il suo omega dormiente. Sapeva che non poteva svegliarlo, ma, doveva portarlo fuori dalla macchina. Passò Alexander alla guardia e disse, "Fai attenzione con lui, okay?"

Il bodyguard prese Alexander ed annuì all'alpha prima di rientrare nella casa. 

Harry chiuse la portiera prima di andare dal lato del suo omega e aprire lentamente lo sportello. Louis lentamente cadde fra le sue braccia e lui lo afferrò con attenzione, assicurandosi. che non gli facesse male. Chiuse la portiera con la gamba ed entrò in casa. Avvertì il cellulare vibrare, ma lo ignorò poiché era impegnato. 

L'alpha sdraiò il suo amato sul loro letto e lo baciò sulla fronte dolcemente. Lo riscaldò con una coperta che avevano entrambi condiviso e spense le luci prima di uscire dalla stanza. Si avviò verso la camera dei gemelli e vide che Alexander stava ora dormendo. Ma Reina era sveglia. 

Harry la prese in braccio e tubò, "La mia amatissima," e la baciò sulle guanciotte. Aggiunse, "Hai fame? Hm?" e abbassò lo sguardo su di lei, come se lei gli avrebbe risposto. 

Reina lo osservò, sbattendo i suoi bellissimi occhi verdi e mise il broncio. 

L'alpha sollevò le sopracciglia preoccupato e disse, "Uh, non piangere, non piangere," poi uscì dalla stanza con lei ancora fra le braccia e verso l'ascensore, andando al piano inferiore. Reina smetteva di imbronciarsi per un minuto, per poi imbronciarsi di nuovo, lasciando il padre in pieno panico. Raggiunsero la cucina dove le guardie avevano lasciato la borsa con il contenuto dei piccoli sul bancone della cucina. 

Harry la aprì con una mano e disse, "Vediamo se hai fame," poi infilò il biberon nello scalda biberon e poi udì Reina piangere fra le sue braccia. Abbassò lo sguardo e disse, "Avevamo concordato che non avresti pianto," e la saltellò intorno alla cucina ,mentre le accarezza la schiena. 

Reina tirò su col naso, e continuò a piangere, poi nascose il viso contro la sua spalla. Harry osservò lo scalda biberon in preda al panico e disse, "Shh, va tutto bene, è quasi pronta," poi qualcuno lo chiamò al telefono. Lo afferrò dalla tasca posteriore e osservò chi lo stesse chiamando. Era sua madre, così rispose immediatamente e mise l'altoparlante, 

Anne disse al telefono, "Oh mio... chi sta piangendo?" 

Harry accarezzò la schiena di Reina, sperando che il suo pianto diminuisse. Rispose, " E' Reina, è.. penso abbia fame, ma io non sono... " e prese il biberon. Si sedette sul divano e la sdraiò contro il suo braccio. Sistemò il biberon fra le sue labbra imbronciate, mentre i suoi occhi erano colmi di lacrime. 

Be my omega (Italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora