Cap 38

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Con Marco mi vedevo tutti i giorni , la mattina presto durante la passeggiata con Rex e a volte nel pomeriggio spesso per caso o almeno credo , eravamo diventati buoni amici e chiacchieravamo a lungo durante le nostre passeggiate. Matt era molto impegnato con il lavoro e la sera aveva ricominciato a suonare in un gruppo nei locali ,incurante della sua salute e delle precauzioni che avrebbe dovuto rispettare.
Nel pomeriggio ci vedevamo puntualmente per un giro in macchina due coccole e un caffè evitai di riferire quello che mi aveva raccontato Marco non volendo creare attriti fra di noi.
I nostri incontri stavano diventando sempre più passionali e lui molto insistente. Solo che io ho i miei tempi e avrei voluti che la mia prima volta fosse stata indimenticabile magari durante un fine settimana insieme.
Lo sentivo distante e superficiale stava con me ma non era completamente mio.
Rifiutava di andare ai controlli e aveva cominciato a fumare e bere.
Sembrava non gli interessasse vivere, ed era assurdo il suo comportamento dopo tutto quello che mi aveva detto.

PUNTO DI VISTA DI MATT
Lei non sarà mai completamente mia ed io non ho tempo.
Sapevo , sentivo che qualcosa non andava bene e non volli più andare ai controlli provocando l' ira di mio padre e i pianti di mia madre che mi pregava giornalmente tanto da farmi stare più fuori che a casa.
Ero stanco di lottare, io non sono come lei , mi sentivo nuovamente spossato e sapevo che la maledetta sarebbe tornata per uccidermi.
Non avevo più il coraggio di nuove chemio , di dolori e mesi in una stanza d' ospedale.
Volevo vivere i giorni che mi rimanevano facendo ciò che più mi piaceva.
Sapevo che Sara avrebbe sofferto se si fosse legata troppo a me e forse era il momento di comportarmi da stronzo invogliandola a buttarsi fra le braccia di Marco.
La parte dello stronzo mi si addiceva molto era una di quelle che mi riuscivano meglio.
<<Il mio vecchio amico e rivale Marco chi lo avrebbe mai detto>> bisbigliai.
Questa volta gli avrei offerto su un piatto d' argento la felicità.
Il sabato sera suonavo in una band in un piccolo locale e di solito tornavo a casa molto tardi e a volte un po' brillo.

PARLA SARA

Con Matt le cose non vanno come avrei voluto.
Sabato andrà a suonare in un locale piccolo e affollato con un alto rischio di infezioni virali, continuo a ripetergli di non andare senza risultati e ultimamente è sempre stanco e un po' pallido.
Domenica avevamo appuntamento per acquistare i regali di Natale .
I miei capelli si stanno rinvigorendo e comincio a non coprire il capo quando esco.
I miei chili si sono stabilizzati sui 72 e le lunghe passeggiate con Rex hanno reso più tonico il mio corpo.
Indossai un vestitino attillato che mi donava molto e mi sedetti in veranda ad aspettare Matt. Era in ritardo come al solito, gli telefonai e non rispose.
Rientrai in casa e telefonai a casa sua , mi rispose sua madre in lacrime , non riuscivo a capirla .
<< Matt è in ospedale? Perchè? ... Come svenuto... Quando? Dov' è ricoverato?.. Allora non posso vederlo>>
Lo sapevo , lo sentivo che prima o poi sarebbe successo.
Un ansia crescente si impadroniva di me quasi soffocandomi.
Avevo paura di perderlo... Uscii fuori, mi mancava l' aria e mi sentivo impotente.
Marco era di ritorno dall' università e vedendomi nel panico si fermò
<< che è successo Sara , stai bene?>>
<< Matt è in ospedale forse una ricaduta , non lo so ... sua madre piangeva e non sono riuscita a capire nulla, è in terapia intensiva , non risponde al telefono e non posso andare a trovarlo>>
<< mi dispiace davvero Sara, se ti è d' aiuto passo domani a chiedere delle sue condizioni>>
<< davvero lo faresti?>>
<< certo , hai il mio numero se dovessi aver bisogno di qualsiasi cosa chiamami>>
Si allontanò verso casa sua ed io rientrai in casa cercando ripetutamente di chiamare Matt senza alcun risultato>>
Nonostante non stavamo da molto insieme mi ero legata a lui ma come dire ...io non sentivo .... certo non è il momento per pensare a questo , ma avrei voluto sentire le farfalle nello stomaco, avrei voluto una maggiore sintonia mentale , una complicità , un trasporto ....invece era come se fossimo più legati dalla nostra malattia che dalla voglia di avere un futuro insieme.
Matt si era comportato incoscientemente anche prima di conoscermi è aveva avuto la prima ricaduta che fu la causa del nostro incontro in ospedale , ma credevo che dopo avermi conosciuta le cose sarebbero cambiate, pensavo che avesse capito che per noi la lotta per la vita è continua.
Piansi a lungo chiusa nella mia stanza e invano mia madre provò a consolarmi.
Ricordo ancora le parole del dottor Ruggeri quando mi parlò di sua figlia " lei era debole e non voleva vivere" disse.
Era un po' quello che ultimamente mi dava fastidio in Matt. Il non voler andare ai controlli, il non curarsi di quegli accorgimenti che aveva raccomandato a mia madre per me , l'arresa in lui mi urtava perché in quell' esatto momento non pensava a me.
Il non lottare era sinonimo di sconfitta per me e non lo accettavo da lui.

Da lunedì a dietaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora