Cap 40

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Forse erano i farmaci che ero costretta ad assumere la causa dei miei sogni o forse non stavo bene con la testa.
Ultimamente ne facevo uno che la mattina mi lasciava molta ansia e il batticuore.
Baciavo un uomo ,ma le nostre teste erano coperte da foulard ,mi sentivo emozionata quando lo facevo senza sapere chi fosse l'uomo dal viso coperto.
Credo si trattasse del mio inconscio che si rifiutava di dare a noi un volto come a voler nascondere un sentimento.
25/12/......Buon Natale . La casa profumava piacevolmente di vaniglia che mi svegliò ma non mi alzai , poco dopo profumava di lasagna o forse carne a forno o entrambe le cose, fatto sta che dovetti alzarmi per la nausea.
Mia madre era in cucina sicuramente dall' alba intenta a preparare di tutto e di più, tutto per lei doveva essere perfetto .
Di solito il Natale era l' occasione per raccoglieva attorno ad un tavolo imbandito tanti parenti e quest' anno festeggiavamo anche la mia rinascita dopo la malattia.
A un certo punto del pranzo ,che si sarebbe sicuramente dilungato come in una maratona mangereccia dove era quasi un obbligo assaporare ogni tipo di pietanza ,avvertii i miei che sarei andata a casa di Matt con la speranza che il vino non avrebbe fatto notare la mia assenza a zie e nonni evitando domande imbarazzanti.
Come stabilito e appoggiata dalla complicità di Cristina che attirò l' attenzione su di lei e Luigi ,sgattaiolai fuori casa.
<< dove scappi?>> una voce alle mie spalle mi fece sobbalzare.
<< cazzo Marco mi hai fatto spaventare>> esclamai dandogli una pacca sulla spalla.
<< che ci fai fuori?>>
<<troppa confusione a casa e sono uscito a prendere un po' d' aria>>
<<dove vai?>>
Era proprio quel genere di domande che non volevo mi facessero oggi.
<<vado.... vado a casa di Matt, ti avevo accennato mi sembra >>
<<si, si ricordo >> abbassò lo sguardo e si avvicinò a me .
<< Buon Natale Sara>> mi prese il volto fra le mani e mi baciò sulle guance quasi ai lati della bocca e i nostri nasi si scontrarono, si fermò un attimo guardandomi negli occhi e sulla bocca ed ero come paralizzata, impacciata e incapace di articolare parole sensate.
Per un attimo credetti che mi avrebbe baciata sulle labbra , sentii un tremulo alle gambe e il cuore sbatteva all' impazzata nel torace.
Poi abbassò lo sguardo e si allontanò << Vai! Non fare tardi allora>>
<<eee ...si , è meglio ... meglio che vada.. credo.. ci vediamo>>
Sorrise divertito dal mio imbarazzo.
<< cazzo, cazzo , cazzo >> borbottai << che cretina che sono e smettila di battere così forte>> diedi un colpo sul torace .
Marco indubbiamente non aveva mai smesso di farmi uno strano effetto.
Poco dopo ero dietro l' uscio di casa Ruggeri ,non ci fu bisogno di spingere il campanello che la porta di casa si aprì e Matt mi accolse con un abbraccio ed bacio mentre da dentro proveniva una gran baldoria.
C' era veramente tanta gente fra amici e parenti e la band suonava accompagnando la voce angelica di una ragazza che non conoscevo.
Matt sicuramente non era nelle condizioni di salute per stare in posti così affollati, era l' ennesima incoscienza.
<< vieni ti presento>>
Diedi la mano a tanta gente senza riuscire a memorizzare i vari nomi.
Qualche vecchio amico di Matt già lo conoscevo e scambiai qualche chiacchiera gridando letteralmente per farmi sentire.
Matt sembrava fatto e si comportava come un pazzo o meglio un posseduto , tra l' altro era anche un po' pallido con dei cerchi scuri sotto gli occhi da paura.
Mi sedetti in un posto leggermente in disparte e mi si avvicinò sua madre.
<< forse siamo riusciti a convincerlo..>>
<< cosa?>> non sentivo nulla
Poi Matt prese il microfono << per favore un attimo di silenzio amici oggi devo annunciarvi una cosa >>
Guardai la madre
<< capirai>> mi disse
<< oggi colgo l' occasione per salutarvi visto che dopodomani parto per New York con i miei genitori , mancherò per un bel po' ...o forse per sempre?, grazie per essere qui a sostenermi oggi>>
La ragazza dalla voce angelica lo abbracciò forte e lui la baciò su una guancia.
Guardai sua madre, avevo appena ricevuto un secchio d' acqua gelata sulla testa.
<<qui non ha speranza , andiamo per un programma che sperimenta un nuovo farmaco e forse per un nuovo trapianto... non farti sfuggire del trapianto , lui non lo sa , non posso perdere anche lui Sara , lo capisci non è così tesoro?>>
<< ma le pare sono felice che si è convinto>>
Ero veramente felice per lui anche se mi diede fastidio venirlo a sapere come tutto il resto degli invitati e poi lui che condivideva la sua felicità abbracciando una che non ero io era un po' troppo direi.
Mi fece sentire ... come dire .. Non sua complice? Non importante? Non unica? La cosa mi dava molto fastidio e fu in quel momento che capii che lui non era l' uomo giusto per me. Io non avrei mai dato al mio uomo una notizia così importante e così dolorosa in pubblico.
Mi stava lasciando e io non ne avevo idea prima di qualche secondo.
Mi sentivo fuori posto, sola , inutile. Era una sensazione orribile .
Mi alzai diretta verso la porta d' uscita.
Matt mi raggiunse fuori e mi tirò per un braccio
<< non potevo, non avevo il coraggio di dirtelo a quattrocchi>>
<< e ora c' e l' hai il coraggio di fermarmi?>>
<< lasciami Matt, spero che tu guarisca.. davvero , ma hai la delicatezza di un elefante.Credevo fossi importante per te>>
<< lo sei>>
<< non sembra proprio! Se avevi intenzione di rovinarmi il Natale sappi che ci sei riuscito alla grande, torna dai tuoi amici non ti servono i miei abbracci ne la mia comprensione>>
Mi allontanai a piedi verso casa bagnata da una pioggerella sottile.
Matt non mi seguì fisicamente ma rimase lì a guardare a lungo mentre sparivo dietro l' angolo di un palazzo in una traversa che portava a casa mia.
Piangevo , le mie lacrime si camuffavano dalla pioggia solcando il mio viso e appannando la vista.
Un auto mi si affiancò
<< sali Sara sei fradicia>>
Mi girai e scorsi il volto di Marco, feci cenno con la mano di no e corsi verso casa.
Volevo stare da sola , mi fermai davanti la porta di casa da cui provenivano ancora le voci degli invitati.
Feci il giro del giardino ed entrai dalla porta di servizio quatta quatta per poi salire nella mia camera.
Dopo aver tolto gli abiti zuppi di pioggia mi infilai sotto la doccia fumante a lungo, imprecai e bestemmiai per tutto il tempo.
Indossai un pigiama morbido e caldo e mi nascosi sotto le coperte come a volermi coccolare. Non mi avevano visto rientrare e nessuno mi avrebbe disturbato almeno fino a sera tardi , poi sicuramente mi avrebbero telefonato facendomi tante domante a cui già sapevo che sarebbe stato difficile rispondere.

Da lunedì a dietaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora