Cap 11

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Seconda notte in ospedale.

Oggi Vanessa si è svegliata con la febbre e a quanto ho capito salterà la chemio.

Trema come un pesce fuor d' acqua nonostante sia avvolta da due coperte.

I medici sembrano preoccupati e non fanno altro che uscire ed entrare dalla stanza.

Poi se la portarono via con tutto il letto si vociferava nei corridoi che era in isolamento ,capii che lo facevano per la sua e la nostra sicurezza credo si trattasse di una stanza con un particolare meccanismo di ricambio d' aria.

Mi accompagnarono in una stanza per l' aspirato midollare

<< ciao , Sara >>

<< salve dottor Ruggeri>>

<< cercherò di non farti molto male >>

Mi spiegava prima di ogni sua mossa , il dolore nonostante avesse praticato un' anestesia locale fu intenso ma durò pochissimo ,il tempo di un urlo .

<< domani avremo i risultati e comincerà la nostra guerra >>

<< bene>>

<< gli esami hanno evidenziato un ottimo funzionamento di fegato e reni e la Tac non ha evidenziato nulla che non mi aspettavo>>

<< mi curi come se fossi sua figlia dottore ,non voglio sapere nient' altro>>

Vidi un' emozione nei suoi occhi ed abbassò lo sguardo commosso.

<< ti chiedo solo di non arrenderti .... come mia figlia>> disse le ultime tre parole sussurrandole ma capii che qualcosa di terribile aveva segnato la sua vita e riguardava sua figlia.

Suscitò in me una curiosità incredibile.

Non poteva gettare la pietra e nascondere la mano il mio caro dottore.

Dovevo a tutti i costi sapere.

Chi meglio di un' infermiera .

<<Lucia! >> pensai.

Seppi che era di turno la notte e avrei sicuramente appagato la mia curiosità.

Non era semplice curiosità, era importante per me sapere chi mi curava ,la mia vita ora era nelle sue mani ed era necessario per me potermi fidate ciecamente di lui.

Volevo conoscere l' uomo che si celava dietro quel camice bianco e perché sua figlia non si era fidata di lui.

Al mio ritorno in camera Melissa piangeva.

Mi avvicinai a lei per capire e fra i singhiozzi disse << Vanessa>> non ce l' ha fatta.

Sentii come se mi avessero dato un pugno allo stomaco e non potetti trattenere le lacrime anche se la conoscevo da pochi giorni.

Per chi non ha mai avuto la sfortuna di una lunga degenza ,come in un reparto oncologico ad esempio ,non può sapere che sembra si faccia parte di una famiglia di sfortunati legati dalla stessa disgrazia.

Ci si conosceva in corridoio e ci si capiva .

La perdita di Vanessa mi diede la sensazione di aver perso una persona cara e mi faceva riflettere su dove mi trovavo.

Erano venuti i miei a trovarmi in sala visite e mi presentai a loro con gli occhi gonfi e rossi.

Vidi mio padre impallidire nel vedermi.

Alzai da lontano le mani come a voler dire

<< sto bene, sto bene>>

<<È solo che una paziente è guarita e oggi se ne è andata dal reparto e mi sono emozionata>>

Non avevo il coraggio di dire la verità e non volevo farli preoccupare.

Rimanemmo a lungo a chiacchierare e mia sorella stette per tutto il tempo abbracciata a me.

<< va tutto bene , sto bene>> continuavo a ripetere.

Era tardi , ero stanca e mi sentivo bruciare dentro , era ora di tornare in camera .

Salutai i miei e mi allontanai non riuscendo a trattenere una lacrima.

<<Ma guarda come da un giorno all' altro , pensi di avere l' influenza e ti ritrovi qui>> camminavo e brontolavo ,incazzata con il destino.

Mi appisolai con la luce del giorno e mi svegliare che era buio.

<<Mio Dio quanto ho dormito!>>

L' infermiera Lucia distribuisce pillole a Melissa e mi accorgo di un'altra ragazza che ha occupato il letto di Vanessa.

<< Sono Marta >>

<< Ciao sono Sara>>

<<Sei nuova?>>

Lei diceva a me nuova?

<<Perché tu sei vecchia?>>

<< Io sono guarita e vengo in visita di controllo>>

<<Davvero? Da quanti anni stai bene ?>>

<< Cinque>>

Era come se mi avesse appena dato cinque anni di vita.

Era stupido il mio modo di pensare, ma mi faceva stare bene e mi dava una speranza ,specie dopo la perdita di Vanessa.

Vidi Lucia allontanarsi e la seguii.

<< devo parlarti, ho bisogno di una cosa per me molto importante>>

<< finisco il giro e ti chiamo >>

<< ok , grazie>>

Dopo venti minuti mi fece cenno di seguirla.

Ci sedemmo in una stanza addetta al personale e mi offrì un tè.

<< dimmi>>

<<non mi piace girare attorno alle cose dunque vado al sodo, che è successo alla figlia del dottor Ruggeri>>

<< perché me lo chiedi? È una storia personale che non credo sia importante per te>>

<< eppure è molto importante perché è stato il dottor Ruggeri che mi ha detto di non arrendermi come ha fatto sua figli>>

<<perché sua figlia si è arresa?>>

Mi guardo per un attimo ...

<< Sua figlia era anoressica e nonostante stava bene , nel senso che non lottava contro il cancro ha lasciato l' ultimo respiro su un letto d' ospedale ,suo padre aveva fatto di tutto per salvarla senza risultato. Non sono serviti i migliori psichiatri ne tutte le terapie possibili ed immaginabili. Lei desiderava la morte >>

<< perché ?>>

< <qualcuno ai tempi parlò di una violenza subita , altri di una delusione amorosa. In realtà non conosciamo la verità>>

Il nostro primario ne soffrì immensamente ed ogni giorno lotta per salvare una di voi.

<< ama chi non si arrende, lui dice sempre volere è potere>>

<<Gli sei molto simpatica e ovviamente ora puoi capire perché adora i tuoi chili di troppo tra l'altro portati benissimo e il tuo ottimismo>>

<< tu trovi?>>

<< senza molti sforzi fra qualche mese sarai in piena forma , ma adesso è ora di andare a dormire>>

Marta il giorno dopo ,prima di pranzo uscì dall' ospedale e sarebbe tornata fra una settimana per l' esito degli esami.

Mi fecero la Risonanza magnetica e altri esami.

Ogni giorno mi facevano un prelievo ed esami su esami.

La settimana passò in fretta ed era stata piena di emozioni.

Da lunedì a dietaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora