Cap 17

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Sul comodino avevo poggiato il libro regalatomi da Marco.
<<Bel titolo >>pensai
Sicuramente " L'amore sei tu.. >> non era un messaggio in codice verso di me.
Avrei preferito " La speranza e l' ultima a morire" ad esempio.
Cominciai a sfogliarlo e lessi la dedica che non mi ero accorta ci fosse.
" A Sara con affetto ...che la speranza sia l' ultima a lasciarti>>
Non ci potevo credere doveva trattarsi di telepatia o non so che altro di paranormale.
Mi commossi e mi vergognai di come lo avevo trattato.
Cominciai a leggere ed era una storia bellissima, coinvolgente e intrigante.
Quello che ci voleva per poter dimenticare cosa mi circondava catapultandomi in un'altra dimensione e immedesimandomi in Emily protagonista della storia.
Anche io come lei non avevo mai vissuto il vero amore.
Io sapevo che il mio amore era lui, ma io ero per lui una cartella clinica.
<< è bello?>>
<<Sara?>>
Ero completamente immersa nei miei pensieri e non mi accorsi della presenza del dottor Ruggeri che chi sa da quanto mi guardava.
Saltai in piedi come una molla, come scoperta con le mani nel miele.
<<si , molto.. non l'aspettavo>>
<< come va Sara?>>
<< va!>>
Devo informarti di cosa succederà domani.
<< farò il trapianto e starò bene>>
<< non è proprio così semplice>>
C' é un procedimento prima del trapianto.
<< domani andrai in una zona sterile e per una settimana ti sottoporrai alla radioterapia che distruggerà completamente il tuo midollo. Sarai completamente senza difese immunitarie e questo è molto pericoloso>>
<< cioè non posso andare a prendere un gelato in piazza con le mie amiche! >>
<< dico sul serio Sara , dovrai avere molta pazienza>>
Tutti quei discorsi del cavolo mi stavano annoiando.
Mi avevano presentato il trapianto come un treno che passa solo una volta e che non dovevo perdere ed ora che avevo deciso di entrare ,cominciavano a dirmi che era pieno di barboni puzzolenti , che non c' erano posti a sedere e che uno dei passeggeri aveva il virus Ebola.
Che sballo!
Almeno aspetta che entri in questo benedetto treno!
Gli feci cenno con le mani che non volevo ascoltare.
<< Ho deciso di salire dottore non me ne faccia pentire>>
<< voglio solo che tu non ti arrenda mai.. Hai capito?>>
<< ma lei fa così con tutte le sue pazienti?>>
<< come?>>
<< lei era così anche con... >>
<< mia figlia?>>
<< scusi non volevo essere indiscreta ma mi aveva accennato qualcosa che mi aveva molto turbata e mi piacerebbe....>>
<< la mia Marina a 15 anni a causa di qualche chilo di troppo cominciò a non piacersi , le consigliai di seguire un' alimentazione ipocalorica e cominciò a perdere peso, nonostante il suo corpo cambiava lei era triste , io ero molto impegnato e mia moglie si accorse tardi che Marina vomitava tutto quello che mangiava e senza accorgersene fu inghiottita dal vortice dell'anoressia. All'inizio il vomito veniva da lei provocato poi la situazione le scappò di mano e non riusciva a mangiare cibi solidi, si alimentava con pochi liquidi ed arrivò a pesare 40 chili.
Mi sentivo fallito come padre e come medico e per due anni dopo la sua morte non praticai la professione medica chiudendomi a casa.
Dovevo essere più presente per lei , forse se fossi stato più con lei, se le avessi dedicato più tempo, se le avessi detto più volte che le volevo bene.
Marina arrivò a desiderare di morire e lo ottenne con tutte le sue forze senza poter far nulla per impedirlo. Poi un messaggio di una ragazza malata come te in facebook mi diede la spinta ," non arrenderti e vieni a salvarmi , voglio vivere" mi scriveva, "senza il tuo aiuto morirò" diceva.
Ed eccomi qui.
Hai capito Sara adesso perché è importante per me che le mie pazienti non si arrendano? Ho fallito come padre ma come medico posso aiutarvi a vivere ,ho bisogno solo che le mie pazienti non si arrendano >>
<< grazie per aver condiviso una cosa così personale con me>>
La sua confessione mi aveva emozionato e imbarazzato.
Quell' uomo che aveva più del doppio dei miei anni e che credevo di guardare dal basso della mia vulnerabilità e dipendenza si era abbassato al mio livello condividendo con me il suo dolore e le sue debolezze.
Era riuscito a farmi sentire in dovere di reagire e di non deluderlo.
In dovere prima verso me stessa e poi verso mia madre che aveva sofferto per mettermi al mondo.
In dovere verso mia sorella che avrei fatto soffrire creando una ferita profonda e inguaribile nel suo cuore.
Avevo il dovere di lottare o almeno crederci.
Questo è un messaggio che voglio dare a tutti quelli che hanno deciso di seguire la mia vita.
Dal momento in cui siamo venuti al mondo lottiamo per vivere e conquistare qualcosa ,ad esempio .. Dopo poche ore di vita cerchiamo di conquistare il seno di nostra madre o di prendere un giocattolo troppo in alto per noi a tutti i costi o il ragazzo che ci piace o un lavoro quando a volerlo sono 400 concorrenti ... Il perdere il senso della conquista e come lasciarsi morire.
Il non aver un obiettivo da raggiungere nella nostra vita la rende piatta ,noiosa e senza senso.
Lo smettere di lottare è come un suicidio.

Da lunedì a dietaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora