Cap 31

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<<E pensare che i cinesi se li mangiano pure quei cosi orrendi>> borbottai ,ormai rassegnata dal fatto che avrei passato la notte con loro.
Ebbi incubi per tutta la notte e mi svegliai gridando quando un' infermiera mi sfiorò per misurare la temperatura, così forte che gridò anche lei facendo fare un volo al termometro .
Le bestie erano ancora li in movimento nella loro casetta di plastica un po' come lo ero stata io qualche settimana prima.
Mi portarono la colazione e non potetti mangiare in loro presenza. Se quella scatola fosse stata davanti al frigorifero negli ultimi anni della mia vita sicuramente avrei evitato dietologi ,diete e intrugli vari in grado di farmi perdere peso.
Aspettavo con ansia Ingrid per liberarmi di quei cosi e all' improvviso ecco che spuntò Matt all' inprovviso nella mia stanza.
Era freddo e distaccato e mi accorsi dai battiti del mio cuore che mi era mancato.
<< ti ho chiamato!>>dissi imbarazzata.
<< ti avevo detto di cancellare il mio numero>>
<< allora che ci fai qui?>>
Mi aspettavo una risposta romantica tipo " mi sei mancata" o " sono venuto a chiederti scusa per i miei modi l' ultima volta che ci siamo visti" o solamente "scusa".
<< Sono venuto a riprendermi le mie blatte , Ingrid si scusa ma aveva un urgenza e sono dovuto venire io a prenderle>>
<<Poverino che grande sacrificio!>> dissi ironicamente e molto infastidita.
Parlava di quei cosi come se fossero i suoi figli da andar a prendere a scuola.
<< queste schifezze sono tue?>>
Mi guardò come avrei fatto io se avessero chiamato bastardo il mio cane.
<< PORTALE VIA E SPARISCI>> gridai
<< stai calma e modera i termini se non vuoi che te le libero sul letto>>
Mi rannicchiai piegando le gambe al petto impaurita.
<< sono innocue. Scema!>>
<< le tieni in mano?>>
<< a volte si>>
<<che schifo!>>
<< come stai Sara>>
<< se te ne fosse fregato qualcosa di me avresti risposto alle mie chiamate>>
Abbassò il capo tanto da celare un sorriso.
<< ma che ci ridi!>>
<< quando esci?>>
<< chiedi a tuo padre>>
<< a volte non ti sopporto Sara, allora vado , ci sentiamo buon lavoro con Ingrid e le tue fobie, sono sicuro che alla fine della terapia mi chiederai di dartene uno>>
<< non credo proprio ,sarà tanto se potrò rimanere nella stessa stanza con uno di loro in libertà>>
<< Ci vediamo allora... Ah !dimenticavo , ti trovo molto bene ... >>
Aveva un fare così sicuro di se che quasi mi innervosiva.
In realtà avrei voluto dirgli di non andare ,ma era più forte di me reagire male con lui.
Aveva finalmente detto una cosa carina prima di uscire e notai un filo d' imbarazzo.
La giornata trascorse in fretta e si concluse con diverse telefonate da parte di amici e parenti.
Trascorsi una settimana sui carboni ardenti fra Matt che mi mandava qualche messaggio cretino tipo, "ho una nuova blatta che ho chiamato Sara" e Marco che aveva deciso di andare in Spagna per non so bene quale motivo per una settimana .
Quando mi informò del suo viaggio con un messaggio mi sembrò molto superficiale sui particolari , ma in fondo io non ero mica la sua ragazza per darmi il resoconto e poi a dire il vero il mio chiodo fisso era diventato Matt e le sue stranezze.
Immaginavo nei miei strampalati sogni ad occhi aperti la mia vita con lui e magari con dei marmocchi che correvano per casa rincorrendo ....o no ... non potevo non pensare a quei cosi.
<< neanche per sogno allevare scarafaggi in casa>> dissi in tono austero , come a voler provare la scena di un film che mi ero fatta.
Erano trascorsi in totale 100 giorni dal trapianto che era perfettamente riuscito, i miei capelli non erano ancora spuntati ma io mi sentivo bene.
Ingrid era riuscita a farmi entrare in ascensore tenendolo aperto ,per il momento disse e , mi fece promettere che il giorno della mia dimissione saremmo scese in ascensore insieme.
Dapprima rimanevo dentro pochi minuti , poi alcuni in più fino a provocare l' ira di qualcuno che gridava e bussava dai piani superiori per farlo liberare rendendomi felice per la fine della tortura.
La sua tecnica di curare il male con lo stesso male che lo aveva provocato devo dire che funzionava e sentivo di poter controllare gli attacchi di panico era un po' come la filosofia degli omeopatici.
I miei genitori e mia sorella venivano spesso a farmi compagnia raccontandomi di tutto ciò che accadeva fuori.
Pettegolezzi di solito che mi facevano ridere.
Poi a Nadia sfuggì una notizia che riguardava Marco e che prontamente mia madre cerco con una gomitata di evitare di dirla .
<< Marco ha conosciuto una collega Spagnola >> disse
<< che?>>
<< pettegolezzi>> disse mia madre.
<< è per questo che va in Spagna?>>
<< A ! lo sapevi , credo si tratti di un progetto Erasmus , un gruppo di studenti spagnoli vengono accolti dall' Italia per poi ricambiare ed è il turno del gruppo di Marco , sua madre se ne vanta per tutto il vicinato>>
Ci rimasi male , che stronzo ! Che motivo aveva di non dirmelo e poi mi viene a dire di avere fiducia in lui.
Stronzo, bugiardo pensai.
Credo che mia madre capì che la cosa mi aveva infastidito e tirò per il braccio Nadia .
<< perché mi tiri , mi fai male mamma>>
<< andiamo si è fatto tardi e hai combinato abbastanza guai per stasera>>
<< perchè? >>
Lei era troppo piccola per capire e dava uno sguardo a mia madre ed uno a me infastidita dal fatto che nessuno le spiegava che stava succedendo.
<< lunedì veniamo a prenderti e tornerai finalmente a casa, papà a chiamato degli esperti che hanno pulito e disinfettato tutto a casa e Rex ha la sua cuccia in giardino. Dovrai stare molto attenta per un po'...ah ! Quasi dimenticavo , il figlio del dott. Ruggeri ci è stato molto d' aiuto nell' informarci di tante cose a cui devo stare attenta specie nel la preparazione del cibo e nei prodotti da usare per la pulizia di casa e in cosa allontanare dalla tua stanza>>
<< Matt ? >>
<< Si , lo ha mandato suo padre , lui sta molto bene ed è un bravo ragazzo sai>>
<< uuuuuh non ti dico>> risposi
Mia madre aggrotto lo sguardo non capendo.
<< comunque Sara , a te non ti va bene nessuno >>
Mi salutarono ed andarono via.
Lui era entrato nella mia stanza , nella mia casa e che cosa si era permesso di allontanare senza il mio consenso?
Ero furiosa in quanto gelosissima delle mie cose e del mio spazio.
Gli telefonai immediatamente.
<< che cavolo hai allontanato dalla mia stanza senza dirmelo>>
Scoppiò a ridere facendomi incazzare ancora di più.
<< lo sapevo che ti saresti incazzata>>
<< visto che lo sapevi perché lo hai fatto?>>
<< ho solo eseguito gli ordini di mio padre>>
<< da quando esegui gli ordini di tuo padre? Tu fai solo quello che ti fa comodo>>
<< e dimmi tesoro che interesse avrei io ad entrare nella tua stanza!>>
<< io non faccio entrare degli sconosciuti nella mia camera da letto e avresti dovuto chiedermi il permesso>>
Non volevo dire quello che avevo appena detto e che provocò ovviamente il suo divertimento.
<< entrerò nella tua camera da letto da ora in poi solo se tu lo vorrai>> lo disse con un tono sensuale e pieno di doppi sensi.
Per fortuna non poteva vedere il colore paonazzo delle mie guance e visto che avrei cominciato a balbettare dall' imbarazzo e dai nervi gli chiusi il telefono in faccia.

Da lunedì a dietaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora