Cap 46

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Il mio cane reclamava la sua passeggiata pomeridiana e uscendo presi la posta che era rivolta a me , mi piaceva leggere seduta sulla panchina nel bosco e Marco mi aveva detto che sarebbe passato dall' ospedale dove il primario era solito fare un brindisi con il personale e con i tirocinanti per augurare un buon anno nuovo a tutti.
C' era una busta fra le lettere... da New York ,era di Matt .
Ero combattuta nell' aprirla , non volevo sapere.
La misi in tasca cercando di vincere la mia curiosità ,ero sicura che mi avrebbe provocato delle reazioni il leggerne il contenuto.
Rabbia? Dolore? Sensi di colpa forse?. Non potevo permetterlo, non potevo permettergli di farmi del male . La sola vista di quella busta qualsiasi cosa essa contenesse , una lettera o magari solo una cartolina già mi faceva andare in furie.
Non un messaggio o una telefonata mentre con Melissa si sentivano ,con me ....una fredda e distaccata busta, di quelle che si mandano ai conoscenti o agli amici che non hai voglia di sentire ma quasi l' obbligo morale di ricordare.
Richiamai Rex e tornai a casa , buttai la lettera sul tavolo facendola girare su se stessa e andai a fare una doccia.
Indossai biancheria intima rossa come ogni anno , un maglione nero con fili d' argento nelle sue maglie e un pantalone grigio scuro.
Di solito alle 8 di sera arrivavano i primi ospiti c' era chi giocava a carte altri a risico o altri giochi da tavolo.
Cristina e Luigi arrivarono per primi con i miei zii e subito dopo Marco e la sua famiglia seguiti da altri amici dei miei genitori .
Un gruppo cominciò subito a giocare a carte, Luigi e Marco si impadronirono della console Wii Wii e giocavano a tennis ed io Cristina e Nadia facevamo il tifo per l' uno o per l' altro , il vincitore avrebbe giocato con una di noi tre e via dicendo fino alla fine .
La prossima ero io ,Luigi era in vantaggio su Marco ma alla fine Marco ebbe la meglio.
<<ho vinto per te tesoro , preparati a perdere>> mi bisbigliò all' orecchio.
<< non sai con chi hai a che fare >> risposi sorridendo
<< noi andiamo a bere qualcosa>> disse Cristina che tirava dal braccio Luigi verso la cucina, mentre Nadia messaggiava con non so chi e non ci calcolava per niente.
Marco ad ogni occasione si avvicinava , mi spingeva mi tirava anche solo per avere l' occasione di toccarmi ed io lo guardavo accigliata e contrariata dai suoi atteggiamenti in pubblico che gli avevo raccomandato invano di controllare.
<< Marco finiscila mi imbarazzi>>
<<ok ok>> diceva ripetutamente contenendo il suo entusiasmo anche se per poco.
<< vai su un attimo e ti raggiungo muoio dalla voglia di darti un bacio>>
<< ma sei scemo ?>>
<< se non lo fai ti bacio in pubblico>>
La parola pubblico mi fece alzare di scatto e mi incamminai verso la mia stanza.
Cinque minuti dopo Marco entrò nella mia stanza avvinghiandomi e baciandomi appassionatamente .
Si fermò di scatto
<< non mi dire che quel c.. di Matt ti ha scritto!>>
<<Non è importante come vedi non l' ho aperta >>
<< perché ... perché non l' hai aperta ?>>
<< non hai capito il perché?>>
<< voglio sentirtelo dire>>
<< perché l' amore sei tu...Marco ,come il titolo di quel libro che mi regalasti in ospedale>>
Ci abbracciammo e ci baciammo anche se all' inizio lui giocava a fare l' uomo offeso
<< buttala allora>> disse
<<credo non sia giusto ma se ti va la leggiamo insieme così curiamo la tua gelosia>>
Alle mie parole magiche si rilasso e mi bacio ancora.
<< dobbiamo scendere o daremo all' occhio>>
<< io non ho problemi a dire a tutti che ti amo, perché hai così paura che lo scoprano>>
<< non ho paura... è solo che la cosa mi imbarazza, sai come sono i miei, cominceranno a fare domande e a fare castelli in aria , mentre io ho bisogno di tempo per metabolizzare cosa mi sta succedendo>>
<< bene , se è questo che vuoi cercherò di capirti , ma dopodomani prometti che mi dedicherai un' intera giornata , voglio portarti in un posto >>
<< un posto dove>>
<< sarà una sorpresa, ora scendiamo?>>
La cena era pronta e la tavola imbandita di ogni ben di Dio , ci stavamo divertendo veramente tanto ed ero felice , serena come non lo ero da tanto tempo.
Poco prima di mezzanotte uscimmo con i bicchieri fuori ed una bottiglia di spumante pronti ad accogliere il nuovo anno ammirando i fuochi d' artificio.
Marco mi porse la sua mano e lo fece anche con Nadia così da farlo sembrare normale e allo scoccare della mezzanotte mi abbracciò baciandomi ai lati della bocca furtivamente e poi fece lo stesso con gli altri.
Erano tutti intenti a farsi gli auguri e certamente non notarono che lui rimase con me più a lungo e mi sussurrò " ti amo " in un orecchio.
Un brivido percorse la mia schiena e rientrai velocemente in casa seguita dal resto del gruppo .
La serata continuò fino a circa le tre e si concluse con un giro di mercante in fiera per sfidare la fortuna del nuovo anno.
I perdenti come al solito si consolavano nel dire che sarebbero stati fortunati in amore ed io al gioco ero l' eterna perdente da sempre.
Ridemmo ... e ridemmo tanto.
<< domani che fai?>> disse Marco
<< vuoi dire oggi vista l' ora>>
<< dormirò fino a tardi>>
<< poi andiamo a colazione insieme fuori?>>
<< colazione allora verso l' ora di pranzo>>
Ridemmo ancora.
<< ti telefono>> disse
Come ogni cosa bella anche quella era arrivata alla fine.
I grandi si alzarono dal tavolo da gioco e noi li seguimmo.
Accompagnai i ragazzi alla porta e corsi in camera tuffandomi sul letto.
Non ero ancora in grado di reggere le ore piccole.
A malapena riuscii a cambiarmi scivolando nel mio pigiamone morbido e caldo e mi addormentai senza accorgermene.

Da lunedì a dietaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora