2

1.5K 125 150
                                    

Avevo 16 anni quando alla porta del corso di filosofia arrivò un nuovo partecipante.

Frequentava questa scuola, ma il corso era facoltativo. Io partecipai nella speranza di migliorare.

Comunque inizialmente non mi accorsi nemmeno della sua presenza:non lo vidi presentarsi alla classe, non lo vidi sedersi accanto a me, non lo vidi prendere appunti o ascoltare la lezione. Ero troppo concentrato a disegnare una brutta versione di quel coglione di Jean. Ero arrabbiato con lui, aveva chiesto a Mikasa di uscire e lei aveva anche accettato.

Avrei passato il pranzo da solo, pensai anche il resto della mia vita. Ero troppo pessimista.

Uscì dalla classe senza uno straccio di appunti, non ci provavo nemmeno.

A pranzo mi sedetti da solo in un tavolo. Mantenevo il mio amato cheeseburger con la mano destro, con la mano sinistra usavo il cellulare. Nella speranza che l'ora di pranzo finisse presto.

Masticai quel cheeseburger rumorosamente, tanto ero da solo pensai. Col cellulare cazzeggiavo su Instagram.

Fino a quando la mia solitudine non fu interrotta dal brusco arrivo di un ragazzo.

Me ne accorsi subito, poiché mi fissò e si sedette di fronte a me. Abbassai il cellulare e il cheeseburger sul tavolo e guardai il ragazzo confuso.

Non disse una parola. Tossii imbarazzato.

"ci conosciamo?" chiesi rompendo il silenzio. Il ragazzo ridacchiò, si stava prendendo gioco di me?

"dovevo capirlo da come disegnavi che non mi avessi notato" disse il ragazzo pensando ad alta voce. Io logicamente non capii, perché non mi accorsi in classe della sua presenza.

In quel momento lo guardai confuso. Lui sorrise solo, di nuovo.

"io sono Armin, sono nel tuo corso di filosofia e in teoria siamo vicini di banco" spiegò Armin. Non ero sveglio quindi continuai a non capire.

"oh, io sono Eren" dissi solo abbassando lo sguardo sul mio cheeseburger e sul cellulare ancora accesso.

"non so cosa stessi disegnando ma sembravi molto concentrato" disse, probabilmente cercava di aprire una conversazione. Ma io non ero bravo. Nel suo sguardo non c'era né malizia né una presa in giro. C'era solo un sorriso. Il suo sorriso.

Era un bel ragazzo:aveva gli occhi celesti, i capelli biondi e abbastanza lunghi, era magro e aveva un sorriso contagioso. Quel giorno indossava una felpa azzurra abbinata ai suoi occhi.

"in realtà stavo sprigionando tutta la mia frustrazione in quel disegno" spiegai provando a conversare. Tuttavia mi pentii di quella frase dopo pochi secondi, pensai di sembrare un idiota impulsivo del cazzo.

Ma lui sorrise e basta, annuì.

Notai il suo pranzo, non avevo toccato nulla, era ancora tutto intatto nel vassoio. Non come il mio cheeseburger, ne era rimasto solo un boccone. Pensai che Armin quel giorno non avesse fame.

La campanella suonò, il pranzo era finito.

"ci vediamo Eren, ho lezione di storia. È stato bello vederti" disse alzandosi. Mi alzai anche io. Era più basso di me.

Mi sorrise di nuovo, io non dissi nulla e lui andò via.

Quel giorno lasciò il suo pranzo sul tavolo, non lo buttò nemmeno.

Pensai che fosse strano lasciarlo lì, così lo buttai io assieme al mio cheeseburger e andai alla prossima lezione.

filosofia//ereminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora