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Avevo 16 anni quando sentii per la prima volta quella frase uscire con una calma inquietante dalla bocca di Armin.

Andai in tilt:la mia testa non sapeva che fare, il mio cuore voleva sbattergli ciò che provavo. Non riuscii ad elaborare una risposta decente.

Anche quella volta mi sorprese:da una persona normale ti saresti aspettato una dichiarazione agitata, sotto la luce delle stelle o al ruscello di un'ora prima.

Invece da Armin ebbi una dichiarazione calmissima, sul mio letto, io che gli cantavo una canzone per il mio ex e lui con addosso la mia felpa che lo faceva sembrare più piccolo.

"Armin io-" mi sentii in dovere di dirgli qualcosa, qualsiasi cosa, la prima cosa che mi passasse per la testa. Mi aveva appena confessato i suoi sentimenti, anche se poteva sembrare calmo, il suo cuore era in equilibrio su un filo invisibile.

"sono innamorato di te Eren, e non sono il tipo da negare a me stesso il semplice piacere di dire le cose vere. Sono innamorato di te, e so che hai paura dell'amore perché ti ha ferito, e so che non credi che esista una metà che ti cerca disperata per completare sé stessa, e so che un giorno le stelle precipitarono uccidendo tutti noi per quanto possano essere belle da ammirare, e sono innamorato di te"

Fu un discorso abbastanza confuso, o almeno io non capii la frase delle stelle. Ma mi guardava dritto negli occhi, con un piccolo sorriso e le sue guance che si tingevano di rosso.

"Armin" dissi di nuovo, non sapendo che aggiungere. È vero, avevo paura, non volevo una relazione per questo, soffocavo i miei sentimenti per lui. So benissimo che sembrava un cliché.

Ma semplicemente non mi sentii pronto, non all'altezza.

Si strinse alla mia felpa probabilmente per il freddo, abbassò lo sguardo sulla mia chitarra.

Quella fu l'occasione per dirgli dei miei sentimenti, che anche io ero innamorato di lui. Tanto lui si era già dichiarato, non correvo rischi. Un'occasione che sprecai come un fottuto idiota.

"sai solo quella canzone?" chiese cambiando argomento. Come poteva cambiare discorso dopo avermi sbattuto in faccia i suoi sentimenti? Mi chiesi perché dovesse essere così imprevedibile, perché non riuscivo a capire cosa pensasse, perché non mi urlasse contro o piangesse, perché continuasse a sorridere anche se non avevo il coraggio per parlargli.

"Armin mi dispiace" dissi solo muovendo le dita nervosamente sullo strumento. Lui rialzò lo sguardo su di me.

"anche a me"

"a te sta bene così? Non mi urli contro, non mi dici nulla, non fai domande?"

"non ho altro da dire. Nemmeno io voglio una relazione per il momento" disse solo, rispettando la mia codardia, ma io non rispettai il suo coraggio.

Non potei rispondere che gli arrivò una chiamata.

"devo tornare a casa, ci vediamo domani" disse solo alzandosi dal letto e prendendo la sua felpa ancora bagnata.

Prima che uscisse dalla porta lo richiamai:

"ti spezzerò il cuore" lo avvertii, pensai che non fosse normale confessare i propri sentimenti a qualcuno per poi fregarsene di un rifiuto.

Armin mi guardò distogliendo lo sguardo dal cellulare e disse:

"a me non importerebbe Eren. Sarebbe un onore ritrovarmi il cuore spezzato da te" nella sua voce non c'era segno di ironia o sarcasmo, sul suo viso c'era un sorriso dolce. Rimasi spiazzato da quelle parole.

Andò via senza salutarmi o senza che io potessi salutarlo.

Pensai che fosse masochista.

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