Avevo 16 anni quando per la prima volta, Jean mi rimproverò di qualcosa. Fu la prima volta che non lo insultai, che non litigammo...poiché aveva ragione.
Avevo raccontato a Mikasa della confessione di Armin, purtroppo c'era anche Jean e me ne aveva detto di tutte i colori.
'ora avrà il cuore spezzato' oppure 'non sorriderà più' o ancora 'se anche a te piace perché non glielo hai detto?!'
Cose di cui ero consapevole anche da solo, ma dette da qualcun altro mi facevano sentire in colpa.
Mikasa rimase così sconvolta dopo aver saputo la mia reazione che non parlò per un quarto d'ora. Tanto ci pensò Jean a farmi sentire in colpa.
"Eren io non ti capisco e dopo questa non voglio neanche capirti" disse Jean incrociando le braccia al petto e guardando Mikasa. Fu la terza volta che ripeté quella frase, ma fu la prima volta che guardò Mikasa. Probabilmente stava aspettando che reagisse e che lo elogiasse perché aveva fottutamente ragione.
Io non risposi, abbassai lo sguardo sul mio pranzo intatto, non toccai cibo quel giorno. Mi chiesi se Armin stesse mangiando.
Mikasa dopo quel pensiero, emise finalmente un rumore:fu un sospiro. Poi mi guardò, aveva una strana faccia. Forse delusa?
Col tempo imparai tutte le espressioni facciali di Mikasa:quella da 'ora sei morto' quando è arrabbiata con me. Oppure 'non osare più parlargli così' quando deve difendere me o Jean. O ancora 'sei un caso perso' quando non ne può più delle mie stronzate.
Ma quella? Che faccia era? Quel giorno non seppi rispondere. Ma ora direi un 'pensavo fossi migliore di così'. Delusione.
La prima volta che la vidi deglutì, anche Jean non riuscì a guardare più Mikasa. Era spaventato come me, anche se lui non aveva fatto nulla. Anzi.
"non pensi di essere stato egoista?" chiese retorica Mikasa. Quel giorno mi sarei aspettato che mi sgridasse. Invece fu calma, proprio come Armin quando mi confessò i suoi sentimenti.
Quel giorno imparai che un'eccessiva calma, era come avere tra le mani una bomba pronta ad esplodere. Ed io ero il coglione che non sapeva disinnescarla e che sarebbe morto in due secondi.
"in che senso?" chiesi solo. Mikasa sospirò.
"è okay che tu non voglia una relazione, e neanche lui la vuole no? Non potevi semplicemente dirgli che ricambiavi i suoi sentimenti e basta? Cosa rischiavi? Cosa perdevi? Non pensi sia stato egoista lasciarlo in quel modo? Potrà anche dirti che per lui è okay, ma non saprai mai la verità. Se gli avessi detto i tuoi sentimenti lui probabilmente starebbe meglio" spiegò la ragazza e iniziai ad insultarmi da solo.
Aveva ragione, fu egoista non dirgli nulla.
Un conto è che:se non provavo nulla per lui, allora non avrei potuto dire nulla per migliorare la situazione.
Ma un altro conto è che: effettivamente provavo qualcosa per lui, allora avrei potuto dirglielo e basta. Non ci saremo messi assieme perché nessuno dei due vuole una relazione, ma almeno Armin non starebbe male a causa mia.
Rimasi un bel po' a riflettere sulle parole di Mikasa, non ascoltavo più la conversazione, non sentivo più nulla. Sentivo solo il mio cuore ripetermi in loop 'sei un egoista', la mia testa era andata in tilt.
Non mi accorsi nemmeno del silenzio tombale che si creò ad un certo punto, mi risvegliai solamente sentendo la voce di Armin:
"hey" fu solo una parola, un saluto a risvegliarmi. Ma non una parola a caso, fu la sua voce a risvegliarmi.
Non pensai che si potesse davvero presentare al nostro tavolo dopo quello che successe la sera prima. Ma a quanto pare le azioni di Armin erano più imprevedibili del previsto.
Mi girai d'instinto verso di lui, ma appena incrociai i suoi occhi abbassai il capo. Provai vergogna, imbarazzo, senso di colpa. Come potevo guardarlo in faccia?
Ad aumentare l'imbarazzo fu il silenzio di Mikasa e Jean. Non dissero una parola alla sua comparsa, forse erano sconvolti quanto me. Armin non capii quel silenzio.
"stavate parlando di qualcosa di privato?" chiese. Nessuno rispose poiché l'argomento di conversazione era lui.
Armin prese quel silenzio come un sì e senza dire nulla andò via, quel giorno non aveva il pranzo.
Dopo che andò via il silenzio continuò a esserci. Ma non mi importò più si tanto.
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filosofia//eremin
FanfictionArmin è appassionato di filosofia, in particolare dei miti di Platone. Eren invece non sopporta né la filosofia né l'amore. - Quadro "The bathing pool" di Hubert Robert.