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Avevo 16 anni quando imparai fin troppo dell'anoressia.

Per fortuna quello stesso giorno venne Mikasa a trovarmi a casa, senza nessuna ragione.

La feci accomodare in camera mia (ovviamente dopo essere scappati dalle grinfie di mia madre, che non vedeva la ragazza da troppo tempo e aveva assolutamente bisogno di aggiornamenti su di me).

Si sedette sul mio letto, accanto a lei c'era il computer ancora accesso.

"stavi studiando?" chiese Mikasa prendendo il computer e posandolo sulle sue gambe.

"in realtà no...in realtà avrei bisogno di un consiglio" dissi mordendomi il labbro. Mikasa mi guardò confusa, poi posò lo sguardo sul mio computer. Lesse velocemente e sospirò. Capì subito cosa intendessi.

"ho notato che tu e Armin non parlate più come prima...non avevate risolto?" chiese tentando di capire meglio come risolvere la situazione.

"al parco divertimenti mi ha confessato una cosa e da lì non mi parla più" spiegai velocemente. Mikasa annuì solo, non chiese cosa mi avesse detto.

"Eren ma tu ed Armin cosa siete?" chiese di nuovo. Non capii cosa centrasse con l'argomento, forse era semplicemente curiosità.

"in che senso?"

"siete innamorati l'uno dell'altro, ma non state assieme. Ma non siete nemmeno amici perché siete innamorati...credo, dovrebbe funzionare così?" la sua spiegazione non fece una piega. Cosa eravamo?

Amici? Amanti?

Improvvisamente mi tornò in mente quando Armin pianse e disse di aver creduto di aver trovato il suo androgino, la sua metà. Doveva per forza star parlando della sua vecchia relazione, per questo che scoppiò a piangere. Armin e il suo ex si definivano l'uno la metà dell'altra? Androgini? Pensavano di esser di nuovi perfetti poiché stavano assieme?

Mi resi conto di sapere solo 1/3 della sua vecchia relazione. Solo la parte peggiore.

"non lo so" dissi solo alzando le spalle, lei annuì di nuovo.

"comunque anche io avevo pensato all'anoressia...cioè sul fatto di Armin" mormorò la ragazza tenendo lo sguardo basso sul computer, probabilmente stava leggendo.

"non mangia mai...il mio istinto da mamma ha capito" le avevo affibbiato io questo istinto, istinto da mamma. Poiché si preoccupava dei suoi amici come se fosse una mamma. Tipo col mio problema in filosofia. Inizialmente lo odiava, ma col tempo finì per piacerle.

"ho provato a parlargliene più di una volta, ma ha sempre negato o cambiato argomento"

"è normale, non ne vorrà mai parlare" disse secca e onesta. Deglutì a quella frase, allora che dovevo fare?

"hai provato a parlarne con i suoi genitori?" chiese, ma mi sembrò una cattiva idea.

Partendo dal presupposto che vidi i genitori di Armin minimo due volte.
Poi non sapevo relazionarmi con i miei coetanei, figurarsi con degli adulti. E ancora ci sarebbe stato imbarazzo. Per non parlare di come avrebbero potuto reagire:si sarebbero arrabbiati? Avrebbero pianto? Avrebbero portato Armin in ospedale?

Per non parlare alla fine di come avrebbero potuto prenderla Armin!
Ero abbastanza egoista da non voler fare una cosa del genere, anche se era per il suo bene.
Molto probabilmente si sarebbe arrabbiato con me e non mi avrebbe più parlato. Odiavo quando Armin smetteva di parlarmi. Era l'unico che avevo voglia di ascoltare.

"non penso che lo farò" dissi solo, Mikasa annuì probabilmente aspettandosi questa risposta.

"avrò anche l'istinto da madre, ma non quello da psicologa...dovremmo parlarne con la psicologa della scuola" propose la ragazza alzando le spalle. Mi sembrò una bella idea.

"ottima idea! Andiamo domani, va bene?"

Mikasa annuì.

Sperai che parlandone con un esperto, avrei potuto aiutare seriamente Armin.

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