Avevo 16 anni quando andai per la prima volta a casa di Armin Arlert.
Non ci misi tanto a trovarla.
Casa sua dall'esterno era abbastanza grande, si ammirava subito il giardino ben curato e pieno di fiori.
Aveva due piani e dal tetto usciva del fumo, segno che avessero un camino per riscaldarsi.
Bussai e mi aprì Armin, appena dentro mi invitò a posare le scarpe e mi diede un paio di ciabatte.
Quel giorno non mi sarei mai aspettato di incontrare i suoi genitori, pensai che saremo rimasti soli.
Invece si affaciarono subito dalla cucina e si precipitarono su noi due.
Mi salutarono e mi riempirono di domande che cercavo di rispondere con calma. Armin sorrise imbarazzato cercando di mandarli via. Fu la prima volta che lo vidi imbarazzato. Pensai che fosse carino da imbarazzato.
Dopo un po' riuscimmo a liberarci dalle loro mille domande e salimmo in camera sua.
Quando entrai per la prima volta pensai di essere entrato in una biblioteca:c'erano due scaffali enormi che occupavano quasi tutti la stanza, pieni di libri scolastici, romanzi e manga.
Le pareti erano dipinte di blu, c'era una finestra che si affacciava al giardino, un bagno interno e una scrivania con sopra oggetti alla rinfusa tipo carte, penne, una radio ecc.
Pensai che fosse abbastanza personale come stanza, non come la mia che la usavo solo per dormire.
"è enorme" dissi pensando ad alta voce. Armin mi fece sedere sul suo letto e mi sorrise.
"è un'eredità della nonna, non siamo così ricchi come vuol far sembrare questa casa...nel medio direi" spiegò Armin dandomi le spalle e cercando qualcosa da uno dei suoi scaffali.
"capito" dissi solo, mi chiesi cosa facessero i suoi genitori e cosa facesse suo nonno. Ma non ebbi il coraggio di chiedere, ancora non eravamo un confidenza, magari gli dava fastidio.
"hai fatto qualcosa di filosofia in questi giorni?" chiese Armin ancora con la testa nello scaffale. Allora pensai che volesse iniziare a studiare.
"ho scritto ciò che mi avevi spiegato a pranzo, ti volevo chiedere se mi potessi spiegare qualche mito di Platone" chiesi prendendo dallo zaino il libro, il quaderno degli appunti e una penna.
"sei mai andato alla festa del paese?" chiese d'improvviso cambiando argomento come se nulla fosse. Mi chiesi cosa centrasse, ma risposi lo stesso.
"in realtà no, ci sarò andato da piccolo"
"è proprio quando c'è la festa del paese che si vedono le stelle migliori, le guardo sempre da una collinetta" spiegò girandosi verso di me, aveva in mano un libro. Pensai e sperai che fosse di filosofia.
"ti piacciono le stelle?" chiesi. Lui annuì.
"anche se sono solo delle palle di fuoco che prima o poi ci esploderanno in testa, hanno il loro fascino" disse e pensai che fosse ironico, ma la sua faccia era seria.
"hai appena rovinato il concetto di stella" ribattei per prenderlo in giro. Lui sorrise e alzò le spalle.
Ci furono pochi secondi di silenzio, lui aveva il capo rivolto verso il libro che teneva in mano. Il libro era coperto da una copertina, non riuscì a leggere il titolo.
Dopo poco lo richiuse e lo ripose al suo posto.
"Eren sei mai stato innamorato?" chiese poi, di nuovo di spalle, non mi guardava, forse perché era un argomento delicato, forse perché pensava che non guardandolo in faccia potessi aprirmi a lui. Ad ogni modo il mio cuore prese ad accelerare, sentii una fitta al petto e mille scenari tornarmi in mente.
"sì" dissi solo, non volendo scendere nei dettagli. Armin si girò, non mi guardò con pena o dispiaciuto. Ma capì cosa stessi provando.
"quindi sai cos'è l'amore platonico" dedusse, ma io scossi il capo.
Lui fu un po' sorpreso, ma sospirò e mi sorrise. Si avvicinò a me, il suo viso era a pochissimi centimetri dal mio. Di nuovo. Sentii di nuovo il suo respiro e il suo battito regolare, il mio invece stava impazzendo.
"cosa-"
"tu hai avuto una relazione:hai dato baci, carezze, momenti al letto e viceversa. Hai avuto contatti fisici" dedusse e io annuì, lo guardai dritto negli occhi. Sentii che si avvicinava sempre di più al mio corpo, mentre io mi allontanavo.
"Platone aveva classificato vari tipi d'amore, infondo c'era quello basato sull'attrazione dei corpi" disse, mi mise una mano sul petto spingendomi leggermente sul suo letto. Era addosso a me, col suo sorriso genuino, come se non stesse facendo niente di male. Mentre il mio cervello era andato in tilt e non capivo che volesse fare.
"ma per lui bisognava abbandonare questo livello per giungere a quelli superiori:amore per l'anima, per le leggi e le istituzioni, per le scienze, assoluto" continuò, io continuai a fissarlo dritto negli occhi. Ero come ipnotizzato, bloccato nel suo sguardo.
"poi si giunge all'amore platonico:quello senza contatto fisico, un amore profondo, un amore dell'animo, un amore puro...un amore perfetto" in quel momento mi chiesi perché mi stesse spiegando dell'amore puro e perfetto mentre era sopra di me.
Appoggiò di nuovo la sua mano sul mio petto, stavolta nella parte del cuore. Io seguii il movimento della sua mano.
"il tuo cuore batte velocissimo" dichiarò e cercò con un sorriso di tranquillizzarmi. Ma non era un impresa facile.
"parlò dell'amore platonico nel Simposio che ora ti spiegherò, ma per questo devi prendere appunti" dichiarò per poi scendere. Mi alzai a sedere e lo guardi confuso.
"per spiegare dovevi perforza metterti su di me?" chiesi retorico. Lui alzò le spalle e sorrise.
"era per rendere tutto più intenso"
"intenso?!"
"vado un attimo in bagno, poi iniziamo okay?"
"okay"
Andò in bagno, pensai dovesse pisciare e invece sentii altri rumori, dei lamenti. Per sicurezza andai a controllare.
"Armin tutto ok-" entrai senza finire la frase, lo vidi con la testa abbassata al lavandino, stava vomitando.
Mi precipitai su di lui, aveva appena finito di vomitare e aveva aperto l'acqua per sciacquare. Era di colpo pallido.
"tutto okay?" chiesi aiutandolo a tornare in camera. Lui annuì e sorrise.
"ho mangiato solo male, il cibo della mensa fa schifo" disse, a me sembrò solo una scusa ma in quel momento non ribattei.
Decisi di andarmene e fallo riposare, avvertii i suoi genitori e tornai a casa.
Quello fu il primo campanello d'allarme, il primo che ignorai nonostante avessi una strana sensazione.
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filosofia//eremin
Fiksi PenggemarArmin è appassionato di filosofia, in particolare dei miti di Platone. Eren invece non sopporta né la filosofia né l'amore. - Quadro "The bathing pool" di Hubert Robert.