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Passò qualche settimana dall'inizio della terapia di Armin.

Andava ogni giorno dalla psicologa Hanji, a volte in ospedale a fare continui esami.

A pranzo non c'era mai, andava dalla psicologa Hanji. Mi chiesi se mangiasse lì.

Per un bel po' ci sentimmo solo tramite messaggi:sentivo costantemente la sua mancanza, mi sentivo vuoto e inutile. Questo era l'effetto dell'avere un androgino.

Quando non c'era sentivo un vuoto al petto e la voglia di andarlo a cercare. Infatti ogni volta a pranzo lo cercavo con lo sguardo, ma di lui non c'era mai traccia.

Tuttavia sopportavo la sua assenza pensando che Armin stesse solo sul suo percorso di guarigione, e che avrei sopportato questo e ben altro per riaverlo di nuovo con me. Avere una versione nuova di Armin. Non vedevo l'ora.

Non parlammo mai del nostro primo bacio né degli altri. Non ci siamo più baciati. Era meglio così. Armin non aveva bisogno di drammi amorosi che lo facessero sentire peggio. Ma dovevo ammettere che mi mancavano anche i suoi baci.

Quando finalmente diminuirono le visite mediche riuscimmo a rivederci.

Mi raccontò della dottoressa Ymir che gli faceva sempre i controlli, e quando vedeva che era triste gli raccontava dei suoi drammi amorosi con l'infermiera Historia.

Armin si divertiva con lei. Mi tranquillizzai a quel racconto, capendo che Armin non aveva per forza bisogno di me. Andava d'accordo con le persone anche se aveva dichiarato di non avere amici.

Da quando me lo disse non riuscii a trovare una risposta logica:come mai non aveva amici?

Armin era mille volte più socievole e gentile di me. Magari era parecchio imprevedibile, ma comunque un'ottima compagnia.

Iniziai a credere che centrasse col suo ex:dovevo indagare.

Comunque mi disse di aver raccontato tutto ai suoi genitori:iniziando dal suo ex e della violenza psicologica e fisica che subiva, fino ad arrivare a me che l'avevo convinto ad andare dalla psicologa Hanji.

Mi disse che inizialmente erano sconvolti, la madre era arrabbiata col suo ex e voleva andarci a parlare. Il padre riuscì a fermarla.

Così iniziarono i controlli all'ospedale per quanto riguardava la sua salute, le vitamine da assumere, il sangue, i muscoli e tutte quelle cose così.

Dopo che fece almeno la maggior parte dei controlli finalmente ci vedemmo dal vivo, riprendemmo pure con le lezioni di filosofia.

Durante le lezioni non riuscivo a decifrare il suo sguardo:a volte sembrava stanco e forzava un sorriso, a volte era felice e rideva, a volte sembrava sull'orlo di un crollo emotivo. Non riuscivo a vederlo in quelle condizioni, era davvero difficile per lui, ma ci stava provando senza arrendersi.

Voleva tornare quello di prima.

Un giorno successe che eravamo a casa mia a studiare l'anima di Platone.

Mi stava spiegando della suddivisione dell'anima secondo Platone, ma non riuscivo ad ascoltarlo. Mi ero perso a guardare i suoi movimenti:a come si spostava una ciocca di capelli dal viso, a come muoveva nervosamente l'evidenziatore blu avanti e indietro, a come si mordeva il labbro inferiore, o ancora a come chiudeva gli occhi per memorizzare meglio qualcosa.

Purtroppo si accorse che lo stavo fissando, mi lanciò la gomma da cancellare sul petto.

"concentrati!" disse irritato, sbuffò. Quel giorno era nervoso, che dovesse fare altri controlli o che fosse successo qualcosa dalla psicologa Hanji?

"scusa, mi sono incantato a fissarti" dissi calmo come se non fosse una cosa da nulla.

Armin invece si girò verso di me sorpreso.

"perché?" chiese confuso. Io alzai le spalle.

"perché sei bello" ribattei, Armin arrossì immediatamente e dall'imbarazzo abbassò il capo. Io sorrisi dolcemente.

"non è vero" disse muovendo nervosamente l'evidenziatore blu tra le sue mani. Non avevo mai visto Armin nervoso, era per forza successo qualcosa.

"perché sei così nervoso?" chiesi, forse dovevo andarci più cauto. Rialzò il capo e sospirò.

"nulla, è solo che in ospedale mi hanno dato una dieta da seguire e mi innervosisce essere controllato così" spiegò sospirando e posando l'evidenziatore blu sul libro. In effetti era controllato su ogni cosa che facesse, anche se era necessario e non poteva opporsi.

"capisco" dissi solo, in realtà non potevo capire come si sentisse. Armin girò la pagina del libro e iniziò a leggere, rassegnato a quella situazione.

"posso chiederti un'altra cosa?" chiesi sperando non la prendesse male. Armin annuì solo.

"ricordo che quando eravamo sulla ruota panoramica e mi raccontasti della tua vecchia relazione, mi accennasti anche che non avevi mai avuto amici...onestamente l'ho trovato strano" spiegai, Armin sembrò confuso.

"strano?"

"sei molto più socievole e gentile di me"

"a volte non basta questo per piacere alle persone"

"stai dicendo che non ne hai mai avuti di amici?"

"ne ho avuti:ma o ci siamo persi di vista a causa di scuole diverse o semplicemente mi hanno lasciato da solo" disse alzando le spalle. Quindi è sempre stato da solo? Anche prima del suo ex?

"perché hai voluto fare amicizia con me?" chiesi, questa storia non mi convinceva. Se era abituato a stare da solo perché quel giorno venne a mensa? Perché mi parlò? Perché mi ha aiutato senza conoscermi? Perché mi ha fatto innamorare di lui?

Armin sussultò sorpreso e arrossì.

Alla sua risposta sussultai anche io, sentii il mio cuore battere velocemente confuso e sorpreso.

"perché già ci conoscevamo"

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