Avevo 16 anni quando lessi l'enorme scritta su quella porta dall'aspetto accogliente.
Hanji Zoe, psicologa della scuola
Mikasa sospirò, mi guardò, io annuii per darle il consenso di bussare, ero pronto.
Così busso alla porta, non sentimmo nessun 'avanti'. Pensai che probabilmente non ci fosse.
Ma poco dopo venne ad aprirci una donna alta, magra, dai capelli castani legati in una coda e con degli occhiali rotondi.
"scusate l'attesa, prego entrate ragazzi" disse la donna, ovvero Hanji Zoe, facendoci entrare in quello che doveva essere il suo studio.
Era piuttosto piccolo, aveva un scrivania, due sedie davanti a essa, una libreria piena di libri, nessuna finestra e una pianta...un cactus.
La scrivania era piena di fogli, penne e cianfrusaglie varie...vidi anche un pacchetto di sigarette.
Si sedette, facemmo lo stesso.
"scusate il disordine, stavo sistemando i cassetti della scrivania...allora ragazzi, ditemi:perché siete qui?" ci chiese con un sorriso gentile, tentò di togliere un po' di roba dalla scrivania buttandola a caso in un cassetto. Purtroppo qualcosa cadde a terra, ma non si preoccupò di recuperarlo.
Non volevo iniziare io il discorso, non sapevo che dire. Anche Mikasa aveva questo problema, la vidi agitata.
L'aria era pesante tra me e Mikasa già da quella mattina, come se avessimo litigato. In realtà eravamo solo agitati per questo incontro, ma non sapevamo come dircelo.
La psicologa confusa ci guardò e capì la cosa sbagliata:
"problemi di coppia?" chiese, ci aveva scambiato per fidanzati...come se io potessi mai stare con Mikasa!
A quella frase entrambi scoppiamo a ridere. Grazie a quel fraintendimento riuscimmo a tranquillizzarci anche per pochi secondi e respirare un'aria diversa.
La psicologa sorrise alle nostre risate.
"mi sembrate agitati ragazzi, che succede?" chiese poi dolcemente. Mikasa sospirò e sembrò aver trovato la calma del giorno precedente.
"non siamo qui per parlare di noi due...in realtà il problema non è nostro, ma di un nostro amico" iniziò a spiegare. La psicologa annuì ascoltando.
"abbiamo scoperto da poco che un nostro amico è...cioè non ne siamo sicuri, abbiamo osservato i suoi comportamenti...e sembra proprio che sia...anoressico" nemmeno lei riusciva a dire quella parola. Sembrava una bestemmia.
La psicologa annuì di nuovo.
"e siamo venuti qui nella speranza che ci possa aiutare ad aiutarlo" concluse Mikasa sospirando, sembrò aver trattenuto il respiro per tutto il tempo.
Tuttavia la psicologa ci guardò entrambi confusi:
"aiutarvi ad aiutarlo?" chiese confusa. Io annuii subito.
"ragazzi stiamo parlando di una malattia mentale, può sembrare che riguardi solo il fisico...ma inizia tutto da qui" disse indicando la sua testa. Ricordai i sintomi dell'anoressia:la prima cosa che mi venne in mente fu pensieri suicidari.
Strinsi il braccio della sedia, mi agitai. Pensai a cosa potesse star facendo in quel momento Armin, da solo, in classe.
"sinceramente non potete aiutarlo con qualche consiglio, deve iniziare una terapia, andare da un medico...l'unica cosa che potete fare e convincerlo a iniziare una cura" non potevo fare molto per Armin, ma promisi sul nome di Platone che ci aveva uniti, che l'avrei convinto ad andare innanzitutto dalla psicologa Hanji Zoe.
#spazioautrice
so che hanji è non-binary, ma non quale sia il pronome giusto da utilizzare per la sua persona. I'm so sorry :(
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filosofia//eremin
FanfictionArmin è appassionato di filosofia, in particolare dei miti di Platone. Eren invece non sopporta né la filosofia né l'amore. - Quadro "The bathing pool" di Hubert Robert.