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"venisti tu:non mi conoscevi, non andavamo nemmeno nella stessa scuola. Ma affrontasti quei tre per me:ricordo che li insultasti e sei riuscito a mandarli via, per fortuna non picchiarono anche te" spiegò con un sorriso sul viso. Dedussi che prima del mio arrivo venne picchiato. Non riuscii a ricordare tutto di quella sera, solo un quadro generale.

Ricordai che abitavo vicino a quel parco, ci andavo sempre. Quel giorno avevo dimenticato una macchinina e andai a recuperarla nonostante mia madre mi disse che era pericoloso.

Io ovviamente non la ascoltai e andai, ma invece della macchinina vidi quei tre tipi prendersela con qualcuno troppo piccolo per loro. Così senza pensarci, corsi da loro e li separai. Urlai cose tipo 'ma non vi vergognate a prendervela con uno più piccolo di voi?!'. Minacciarono anche me, ma non mi fecero paura. Li guardai a testa alta. Così decisero di andare via.

"ti guardavo accasciato a terra con gli occhi colmi di lacrime, ricordo ancora il dolore dei colpi ricevuti e te. Avevi le braccia aperte come per impedire che mi toccassero di nuovo. All'epoca pensavo fossi un supereroe" spiegò ridacchiando all'ultima frase. Giurai di star arrossendo. Iniziai a ricordami la scena.

"quando andarono via, ti sei girato verso di me, mi hai chiesto se stavo bene e mi hai dato la mano come aiuto per rialzarmi. Tuttavia non la presi:eri un supereroe, volevo mostrarmi forte davanti a te!" ridacchiai anche io. Ricordai la scena ma non il suo viso, probabilmente perché era buio o semplicemente per la memoria di merda che possiedo.

"mi sono rialzato e con un filo di voce ti ho ringraziato. Hai insistito per accompagnarmi a casa, così siamo andati. Fu un tragitto silenzioso, nessuno dei due disse una parola fino a quando non arrivammo a casa mia. Ci salutammo e basta. I giorni seguenti quei tre ragazzi non si fecero più vedere, era merito tuo e per questo non ti ho mai dimenticato" spiegò rialzando il capo e sorridendomi. Quindi questo intendeva con 'mi hai salvato in diverse occasioni'.

"quando qualche mese fa, prima del corso di filosofia, ti ho visto a mensa e ti ho riconosciuto. Volevo parlarti ma non sapevo come, ma dopo pranzo vidi che stavi andando al corso del prof Erwin e così..." lasciò la frase in sospeso, capii all'istante e ne rimasi abbastanza scioccato. Non mi aspettavo una cosa del genere da parte di Armin!

"sei entrato al corso di filosofia solo per stalkerarmi!" esclamai con la bocca aperta, Armin divenne rosso in viso, non l'avrebbe mai ammesso ad alta voce.

"era per una buona causa!" sì giustificò imbarazzato, io scoppiai a ridere per la sua faccia.

"eri già cotto di me allora" dissi prendendolo in giro, lui ridacchiò e alzò le spalle.

"forse sì" disse sospirando e abbassando di nuovo lo sguardo per non incrociare il mio.

Non colsi il significato di quella frase, non riuscii a capire se era un 'sì, sono sempre stato cotto di te' oppure un 'ti lascio il dubbio'.

Era decisamente la seconda interpretazione.

"quando ti ho portato a vedere le stelle, volevo semplicemente ritornare a quella sera. Perché anche se non parlammo, mi sentivo al sicuro accanto a te sotto le stelle. Dopo tanto tempo ero rilassato e volevo riprovare quella sensazione anche solo per l'ultima volta, per questo volevo fare amicizia con te" concluse infine sospirando di nuovo. La macchinetta del cuore segnò il suo battito cardiaco aumentare. Non capii cosa stesse provando.

Era imbarazzato per la rivelazione? Era felice? Stava bene qui con me?

Sospirai e annuii, poi me ne uscii con una frase che non mi sarei mai aspettato di dire:

"forse siamo anime gemelle"

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