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Avevo 16 anni quando Armin mi tenne per mano trascinandomi chissà dove. A quella piccola stretta il mio cuore stava per esplodere mentre i miei occhi erano fissi sulla figura davanti a me, si muoveva con sicurezza mentre scansava la gente, come se fosse abituato, come se l'avesse già fatto mille volte.

Ma aveva mai trascinato qualcuno in quel modo tenendolo per mano?

Dopo poco ci ritrovammo fuori dalla zona della festa, davanti a noi apparve un piccola collina. Ricordai che ci volevo sempre andare da bambino, ma mia madre me lo aveva vietato sempre.

Armin si girò verso di me e sorrise.

"oggi ci sono le stelle migliori, te l'avevo detto" disse con ancora le nostre mani strette. Io annuii solo, avevo la bocca aperta davanti al panorama che ci attendeva.

Armin prese di nuovo a camminare e salimmo, dopo pochi minuti ci fermammo. Eravamo sulla cima della collina.

Sciolse la stretta e io mi guardai attorno:c'era un albero dietro di noi e altri attorno. Da lì si poteva ammirare un po' della città e soprattutto il cielo stellato.

Armin si sedette a terra con lo sguardo fisso sul cielo. Era come ammirare un'opera d'arte al museo. Mi sedetti accanto a lui.

Le stelle accanto ad Armin sembravano più luminose del solito. Vidi gli occhi di Armin brillare probabilmente per il riflesso del cielo.

Iniziai a credere che per lui, le ore notturne, fossero un modo per sfuggire dalla realtà e rilassarsi.

"non so cosa farei per restare qui per sempre" fu proprio quella frase sussurrata, per non spezzare quel silenzio rilassante, a confermarlo.

"è davvero bello" sussurrai, ma non guardavo il cielo stellato.

Armin annuì e sorrise.

"sai da piccolo volevo sempre salire su questo collina, ma mia madre me lo impediva inventandosi che fosse infestata dai fantasmi o cose del genere" confessai, Armin ridacchiò girandosi verso di me.

"tu ci credevi che fosse infestata?"

"no, ma comunque non me lo permise. Oggi sono felice di essere qui" dissi e lui annuì portandosi le gambe al petto.

"sai io non ci vengo solo a questa festa, ma anche quando ho bisogno di pensare o semplicemente voglio sentirmi parte del mondo" spiegò guardando di nuovo in alto. Per quanto volessi sforzarmi i miei occhi erano puntati sulla sua figura.

"non ti senti parte del mondo?" chiesi un po' preoccupato.

"be' se vogliamo scendere sul piano filosofico dovrebbe specificare che questa è solo un mondo sensibile, una realtà inferi-" lo fermai immediatamente. Quella serata non era adatta alla filosofia.

"per stasera no" dissi solo, lui si scusò e sospirò.

"comunque a volte ho la sensazione di non essere adatto a questo mondo o a queste persone, altre volte ho l'impressione di essere solo e quando accade vorrei solo sparire per un po', non dover sentire più nulla" spiegò non guardandomi.

Iniziai a comprendere che quella piccola figura sorridente accanto a me, aveva dentro di sé un profondo dolore che era bravissimo mascherare.

Purtroppo sapevo che soffocare i sentimenti non faceva che peggiorare la situazione. Prima o poi sarebbe esploso e purtroppo fui io la goccia che fece traboccare il vaso.

"quando ti senti così vieni qui" sussurrai ragionando sulle sue parole. Lui annuì e mi chiesi quante volte venisse qui.

"come hai trovato questo posto?" chiesi cambiando argomento, non sapevo cosa dirgli e come rassicurarlo.

"mio nonno me l'ha mostrato quando avevo 10 anni" dedussi che suo nonno fosse morto.

Tolsi lo sguardo da lui e fissai quello che si poteva vedere della città.

"sei mai andato oltre questa parte?" chiesi curioso. Armin mi guardò e scosse il capo.

"allora andiamo" dissi alzandomi dal prato e porgendo la mano a Armin. In quel momento fui io a stringere la sua mano e trascinarlo per chissà dove. Non sapevo nemmeno io dove stavamo andando. Ma Armin mi stringeva la mano, come se volesse dirmi che si fidasse di me anche se non avevo la minima idea di dove stessimo andando. Le mie gambe si muovevano da sole e la stretta di mano di Armin mi dava sicurezza.

Camminammo per un po', Armin osservava l'ambiente attorno a noi scrutando ogni minimo particolare. Inizialmente ebbi l'impressione che avremmo trovato solo alberi, ma dopo un po' sentimmo il rumore dell'acqua.

"un ruscello!" esclamai indicando la fonte d'acqua. Ci fermammo lì e ci sedemmo a terra, stanchi per la corsa.

"ci sono solo alberi e questo ruscello" dissi un po' deluso.

L'altra parte della città non fu più visibile dalla nostra nuova posizione.

Armin si avvicinò al ruscello osservando le stelle dal riflesso dell'acqua, sorrise a quella vista.

"sono belle anche da qua" sussurrò girandosi verso di me, mi sorrise come se volesse ringraziarmi di averlo portato lì.

Io pensai che le stelle erano più belle quando c'era lui accanto a me.

Si rigirò di nuovo verso il ruscello, sfiorò con le dita l'acqua mantenendo il suo sorriso.

Approfittai di quel suo momento di distrazione per spingerlo leggermente dentro il ruscello. Ma mentre lo spingevo, lui si girò e se ne accorse, si aggrappò al mio polso per non cadere, ma finì per far cadere anche me in acqua.

In poco tempo mi ritrovai sott'acqua, Armin aveva lasciato la presa. Aprii gli occhi sott'acqua, trattenni il respiro e risalii in superficie.

Mi asciugai gli occhi e poco dopo risalì anche Armin.

Scosse il capo per togliersi un po' d'acqua dal viso e riaprì gli occhi. Aveva i capelli attaccati al viso. Guardò in alto verso il cielo.

Per la prima volta pensai che fosse bellissimo.

Pensai che mi avrebbe ucciso per quello scherzo, invece scoppiò a ridere.

"sei un idiota!" esclamò divertito. La sua risata fu contagiosa.

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