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Avevo 16 anni quando il professore Levi mi chiamò in privato per parlarmi. Probabilmente era preoccupato per la mia condotta in filosofia.

"molto probabilmente sai il perché ti ho chiesto di parlare" iniziò sedendosi sulla sua sedia. Con un cenno della mano mi invitò a prendere una sedia e sedermi davanti alla cattedra.

Io annuii e feci come detto. Poi continuò a parlare:

"ho parlato con gli altri professori e con mio marito che-" mi venne spontaneo chiedere:

"marito?" non che mi interessasse la vita sentimentale del mio professore di filosofia, ma mi chiesi perché avesse dovuto parlare con suo marito di me.

"oh sì, il professore Erwin...pensavo lo sapessi. Cioè è stato lui a volerlo dire a tutta la scuola, quindi se ne parlato per parecchio" spiegò, era imbarazzato ma sorrideva. Doveva essere fiero della sua relazione, un po' lo invidiavo.

"no, non ne sapevo nulla" confessai, non davo mai retta ai gossip della scuola. Di solito me ne parlava Mikasa. Le deve essere sfuggito.

"ad ogni modo mi ha rilevato che eri al suo corso e confrontandomi con gli altri insegnanti ho capito che hai solo carenza nella mia materia" continuò tornando serio. Io annuì consapevole.

"stai agendo in qualche modo? Hai bisogno che ti rispieghi qualcosa? O che ti assegni un tutore per ripassare?" chiese mostrandosi disponibile nei miei confronti.

"ho già un tutore che mi sta aiutando con lo studio:Armin Arlert" dissi e sperai che ad Armin non desse fastidio che l'avessi rilevato al prof Levi.

"ho capito, allora spero ci saranno dei miglioramenti. Se non ne vedrò agiremo in un altro modo" disse tentando di rassicurarmi, ma con scarsi risultati. Io annuii solo e lo ringraziai.

Dopo la 'chiacchierata' col prof Levi, andai a pranzare. Ma mi era passato la fame quindi non toccai cibo.

Mi chiesi come stesse Armin, probabilmente non era venuto.

Pensai che fu strano, poiché quando mi stava spiegando l'amore platonico stava bene. Sorrideva e parlava.

Mi tornò alla mente quello che aveva fatto, ovvero mettersi sopra di me. Potei giurare di essere arrossito, nonostante fosse già successo.

Pensai che Armin fosse strano, imprevedibile. Non riuscivo a capire cosa gli passasse per la testa, non riuscivo a prevedere le sue mosse. Parlava di filosofia e poi cambiava argomento parlando delle stelle. Amava le stelle ma sapeva che erano delle palle pronte a distruggerci.

Pensai che fosse strano, ma sorrisi senza volerlo.

"hey Eren" parlando di imprevedibile, quel giorno alzai il capo incredulo alla voce.

"che ci fai qui Armin? Pensavo rimanessi a casa oggi" dissi, lui si sedette accanto a me e sorrise.

"avevo solo un po' di nausea ieri, non ti preoccupare" disse solo, io non ci credetti, c'era per forza qualcosa sotto, non si vomita per semplice nausea.

Stavo per parlargliene ma arrivò un altro imprevisto, forse era più grande di Armin, forse più piccolo. Ma mi prese alla sprovvista.

Mi chiesi perché, dopo tanto tempo, mi stesse rivolgendo parola.

"ciao Eren" disse il ragazzo di fronte a me e Armin. Io sgranai gli occhi e forzai un sorriso. Un'altra fitta al petto. Di nuovo il battito cardiaco accelerato. Le mano mi tremavano e deglutii rumorosamente.

"come va?" mi chiese, risposi con un secco 'bene'. Tutto ciò sotto lo sguardo di Armin, probabilmente era confuso. Ma dopo poco capì, appoggiò la sua mano sulla mia. Inizialmente non sentii nemmeno il contatto fisico.

"lui è un tuo am-" stava per dire, indicando Armin. Stavo per rispondere, ma Armin bloccò entrambi.

"il suo ragazzo, piacere" disse sorridendo. Stavo per strozzarmi con la mia saliva, in quel momento mi accorsi della sua mano sulla mia. La strinse e si girò verso di me sorridendo. Aveva capito.

"oh, bene. Devo andare comunque, ciao ragazzi" disse, non aspettò una risposta, andò via e basta.

Il mio cuore sembrava volermi uscire dal petto. Guardai incredulo Armin, lui invece tentava ancora di tranquillizzarmi.

"è il tuo ex?" chiese, in quel momento pensai che Armin fosse sveglio. Io annuii e abbassai lo sguardo, maledicendo sia il mio ex sia Armin che mi aveva fatto prendere un colpo.

"tutto okay Eren?"

"pensi che lo dirà ad altre persone?"

"cosa?"

"che sei il mio finto ragazzo" dissi, fu sciocco preoccuparsi di questo. Ma non ero pronto ad avere una relazione non volevo che la gente pensasse che l'avessi.

Armin sorrise e alzò le spalle.

"io non so chi sia, dovresti dirmelo tu" ribatté, gli diedi ragione ma non avevo una risposta.

"ora devo andare, ho lezione di inglese" disse alzandosi e staccando la nostra stretta di mano. Mi sentii improvvisamente vuoto.

Quel giorno Armin non aveva il pranzo, mi chiesi se avesse almeno mangiato. Lo stavo per fermare, ma mi precedette girandosi verso di me.

"comunque a me non dispiacerebbe essere il tuo finto ragazzo" disse sorridendomi, poi si girò e andò via.

Mi chiesi cosa intendesse e perché il mio cuore stava battendo di nuovo in quel modo così veloce.

filosofia//ereminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora