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Avevo 16 anni quando attraversai con Armin la festa bagnato fradicio, sotto lo sguardo di tutti i presenti, mentre correvamo il più in fretta possibile per tornare da Mikasa e Jean che ci stavano aspettando.

Quando arrivamo da loro ci guardarono a bocca aperta, normalmente sconvolti.

"solo voi siete capaci di bagnarvi anche senza presenza di acqua nei dintorni" commentò Mikasa, mi sarei aspettato una ramanzina. Probabilmente si era stancata di rimproverarmi ogni volta.

"infatti non eravamo nei dintorni" ribatté Armin rimanendo sul vago. Mikasa ci guardò confusa.

"spero che non vi prendiate una bronchite" disse Jean inconsapevole di aver appena fatto esplodere una bomba, ovvero una Mikasa ipocondriaca.

"ma voi due siete due idioti a buttarvi in acqua a quest'ora della sera! Soprattutto con questo freddo! Com'era l'acqua? Era fredda? Armin andrai a casa di Eren a cambiarti visto che di sicuro è colpa sua-" iniziò ad urlare attirando l'attenzione di alcuni curiosi che ci guardavano divertiti. Jean tentò di calmarla ma fu inutile.

"per te va bene venire da me?" chiesi girandomi verso Armin. Il biondo annuì solo, lo vidi che tremava dal freddo. Purtroppo se ne accorse anche Mikasa.

"Armin stai tremando, se non ti metti al caldo ti verrà la febbre. Dobbiamo andare, chiamo mia madre!" esclamò la ragazza prendendo il cellulare e urlando alla madre di arrivare il prima possibile. L'unica cosa positiva fu che non tornammo a piedi.

Arrivati a casa mia madre non mi disse nulla, se non rimanere sconvolta per il nostro stato. Probabilmente non mi sgridò perché anche Armin era nella mia stessa situazione.

Feci andare Armin in bagno per lavarsi con un po' d'acqua calda mentre io asciugavo i suoi vestiti col phon.

Quando Armin finì, purtroppo erano pronti soli i pantaloni e i calzini. La felpa era troppo grande e non si asciugò subito, gli passai i vestiti asciutti e quando finì facemmo lo stesso. Ma io misi direttamente il pigiama.

Sentì Armin starnutire, sperai che non si fosse preso qualcosa. Per di più Armin era una persona freddolosa, gli avevo dato una coperta calda mentre si asciugava la felpa.

Io feci un poco tempo e quando uscii dal bagno andai verso il mio armadio. Presi una felpa a caso e la porsi ad Armin.

"prendi la mia, non puoi certo andartene così" dissi, Armin posò il phon e prese la felpa rossa.

"grazie" disse solo, si tolse la coperta dalle spalle e infilò la felpa. In quei pochi secondi guardai quel poco del suo fisico, notai subito quanto fosse magro.

Per quel motivo che la felpa per lui fu enorme, sembrava un bambino. Ma la strinse a sé e lo vidi arrossire.

"sembri più piccolo del solito" dissi sincero chiudendo il mio armadio. Armin sorrise e alzò le spalle.

"ma tu suoni la chitarra?" chiese Armin indicando la chitarra che quel giorno avevo appoggiato vicino al letto.

"un po' sì" confessai, andai a sedermi accanto a lui e presi la chitarra in mano.

"non me l'avevi detto" disse guardando la chitarra che avevo in mano.

"è di mia madre:ho iniziato da poche settimane per noia, so fare solo una canzone" spiegai muovendo un po' le corde a caso. Mi chiesi quanti anni avesse quella chitarra.

"suonamela" disse per poi guardare me. Non disse 'suonala', ma 'suonamela'. Dovevo suonarla per lui.

Fu la prima volta che lo sorpresi come faceva lui con me.

"okay, spostati un po'" feci come chiesto dandomi spazio per accordarla e sistemarmi.

Sospirai e posizionai le dita sulle corde ricordandomi della canzone che avevo imparato.

Le mossi e iniziò il primo verso:

"I found out today, that he's liar. Room full of him, the smell of sorrow. I don't want to know if she's like me or how much she loves the way you speak. I found out today, that you're a liar" quando iniziai a cantare assieme alla melodia, sentii Armin sussultare meravigliato. L'avevo sorpreso di nuovo.

"and I say:I got stuck into you and i can't believe it, oh I'm on fire. Friends told me what do to. But I don't believe it, oh I'm on fire" purtroppo era l'unica canzone che sapevo suonare ed era dedicata al mio ex. Ma Armin ascoltò lo stesso, in silenzio, guardando meravigliato i movimenti della mia bocca e delle mie dita.

"aha, one more drink tonight. We both said we'll build our own empire. How dare you say 'You didn't try'? I woke up 4:00, stuck in the loop. I got to confess, it's not my room. You once said we'll build our own empire" non seppi mai se conoscesse quella canzone, ma fui convinto che gli piacesse. Non smise nemmeno per un secondo di fissarmi, mosse la testa a tempo e trattenne il respiro per evitare di produrre altri rumori che non fossero i miei.

"and I say:I got stuck into you and I can't believe it, oh I'm fire. Friends told me what to do. But i don't believe it, oh I'm fire. Aha, one more drink tonight..." non cantai tutta la canzone, ma finii a quella parte.

Sospirai, mi tremavano le mani anche se non avevo fatto chissà che esibizione. Forse ero agitato perché mi stava guardando Armin.

Armin sospirò come me, probabilmente per il fiato trattenuto. Rialzò lo sguardo dalla chitarra su di me e sorrise.

Poi, con tutta la calma del mondo, disse:

"sono innamorato di te"

Lo disse inconsapevole dei battiti accelerati del mio cuore, i mille pensieri che si accavallano l'uno all'altro nella mia testa, le ferite ancora aperte e ignorando i casini del mio cuore.

filosofia//ereminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora