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Avevo 16 anni quando Armin accettò di diventare il mio tutore di filosofia.

Da uno che prendeva 10 al compito del prof Levi, mi aspettavo di dover andare ogni giorno a casa sua a studiare, che mi avrebbe riempito di appuntamenti per lo studio e paroloni di filosofia.

Invece non si fece vedere per tre giorni. Era un cazzo di fantasma.

Quel giorno a pranzo ero con Mikasa e una sua amica...Sasha!

Parlavano dell'uscita di Mikasa con Jean. Ormai i loro appuntamenti erano sempre più frequenti. Stavo perdendo la mia unica amica a causa di un coglione.

Mikasa non toccò cibo, a causa della troppa euforia nel raccontare l'appuntamento. Sasha invece ascoltava, mangiava le sue patatine fritte e faceva battute abbastanza volgari. Io cazzeggiavo su Instagram e bevevo una coca.

In realtà non stavo cazzeggiando su Instagram, stavo cercando Armin su Instagram.

Visto che era il mio tutore in pratica eravamo amici? Avrei dovuto seguirlo su Instagram...è così che si dovrebbe, giusto?

Proprio quando stavo pensando a lui, apparve. Di nuovo. Stavolta si sedette accanto a me.

"ciao Eren" mi disse. Sobbalzai sul posto, inizialmente non l'avevo visto.

"oh, ciao Armin" dissi solo spegnendo subito il cellulare. Non volevo che vedesse che lo stavo cercando sui social.

Sorrise. Sorrideva sempre.

"hey Armin. Eren mi ha detto che sei il suo tutore di filosofia!" esclamò Mikasa distogliendo l'attenzione da Sasha e guardando prima Armin e poi me. Io abbassai lo sguardo sulla mia coca.

"esatto" disse solo. Ma non avevamo ancora iniziato. Pensai che forse fosse troppo occupato e io ero l'ultimo dei suoi problemi.

"tu chi sei?" intervenne Sasha indicando Armin. Probabilmente era infastidita dal fatto che Mikasa l'avesse ignorata così.

"sono Armin" disse sorridendo di nuovo.

"io sono Sasha!" esclamò la ragazza sorridendo a sua volta. Poi si riempì la bocca di patatine.

"allora...avete già iniziato con gli incontri?" chiese Mikasa curiosa e soprattutto preoccupata per il mio futuro scolastico. Era peggio di mia madre. Alla fine avevo solo una materia sotto e avevo trovato qualcuno bravo ad aiutarmi.

"no" rispose Armin secco. Era un tipo da poche parole...quando voleva.

Mikasa rimase un po' sorpresa e soprattutto seccata. Probabilmente iniziava a pensare che non mi potevo fidare di Armin.

Poi Armin si girò verso di me. Aveva anche lui il pranzo. Potei dedurre che fosse un piatto di pasta e dei bastoncini. Stavolta aveva mangiato. Non c'era nulla nel vassoio, se non una bottiglia d'acqua e i due piatti di plastica vuoti.

"che ne dici di venire oggi da me col primo incontro di studio?" propose Armin sorridendo. Quando sorrideva i suoi occhi si rimpicciolivano leggermente, impedendomi di ammirare il loro colore.

I nostri visi erano a cinque centimetri di distanza. Riuscivo a sentire il suo respiro e il mio battito cardiaco accelerare. Quando me ne resi conto mi allontanai leggermente, come scusa presi in mano la coca.

"sì okay. A che ora e dove?" chiesi solo. Mi sentivo la faccia in fiamme. Probabilmente ero arrossito. Lui non sembrava essersene accorto. Mikasa e Sasha purtroppo sì.

"alle 16, abito nella casa vicino al parco. Basta che trovi Arlert" quel giorno scoprì il suo cognome.

Annuì solo. Lui sorrise, ci salutò e andò via lasciando il vassoio di nuovo sul mio tavolo.

Appena mi girai verso le ragazze, ricevetti delle occhiatacce a doppio senso che colsi subito.

"ti piace Armin?!" esclamarono all'unisono. Per fortuna Armin era già fuori dalla mensa.

"assolutamente no! Cosa vi salta per la testa!" esclamai abbassando lo sguardo sulla mia coca ormai vuota.

Le due ragazze non la vedevano giusta, ma poi apparve Jean e avevano altro di cui parlare.

Sentivo il mio cuore accelerare dopo essermi reso conto che quel giorno sarei andato a casa sua.

filosofia//ereminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora