Avevo 16 anni quando mi decisi che finalmente era la volta buona per parlare seriamente con Armin.
Appena tornammo dai due, li trovammo che parlavano della mia nuova passione per la chitarra. O così amava chiamarla Armin.
A quanto pare il centro delle loro conversazioni ero solo io.
"come farsi venire il diabete" disse Mikasa ironica indicando il mio enorme zucchero filato. Io misi il broncio. In realtà volevo un cheeseburger, ma per pensare ad Armin mi fermai alla prima bancarella che trovai.
Mikasa prese i suoi popcorn e iniziò a mangiare. Jean aveva finito da un bel po'. Io tentavo di mangiare sta palla di zucchero enorme e Armin non toccò cibo.
"Armin ne vuoi un po'? Forse è un po' troppo grande" mi inventai una scusa per convincerlo. Ricordai che prima era affannato, probabilmente era più stanco del solito perché aveva saltato di nuovo il pranzo.
Armin fece una smorfia di disgusto.
"non mi piace lo zucchero filato" bugia, bugia, bugia. Pensai fosse una bugia. Andiamo a chi è che non piace lo zucchero filato?
Purtroppo fu un ottima bugia perché non potei direi nulla.
"vuoi dei popcorn?" chiese Mikasa mostrando la sua busta al biondino. Pensai che anche Mikasa avesse capito la situazione. La ringraziai mentalmente dopo che Armin prese qualche popocorn.
Con gran fatica finii l'intero zucchero filato, a casa mi aspettò un bel mal di pancia.
Jean e Mikasa già se ne erano andati da un pezzo. Io non sapevo nemmeno da dove iniziare. Era una bella giornata e probabilmente l'avrei rovinata. Ma Jean mi aveva dato l'occasione e non potevo sprecarla.
Sospirai, mi pulii la bocca e mi alzai. Pensai che camminare fosse meglio che stare seduti a guardarci.
"andiamo a farci un giro?" chiesi guardando Armin, il ragazzo si girò e scosse il capo.
"sono un po' stanco" disse solo, sorridendo. Fu la prima volta che non sorrise davvero, fu un sorriso forzato. Annuii e mi sedetti. Sospirai, mi aveva dato un inizio a quello che volevo dirgli.
"perché sei stanco? Non ti senti bene?" chiesi. Armin era sveglio e se fosse stato in sé avrebbe già capito dove volevo arrivare. Ma in quel momento Armin era diverso.
"in realtà non mi sento tanto bene, mi gira la testa" disse e iniziai a preoccuparmi seriamente. Era pallido in volto.
"ti prendo qualcosa alla bancarella" mi alzai subito e corsi alla bancarella più vicina, non seppi se stessi facendo la cosa più giusta o una cazzata. Andai nel panico all'idea che sarebbe stato meglio chiamare un ambulanza.
Tornai con una bibita gasata e altri popcorn, sperando che potesse andare bene.
Armin non disse nulla, non rifiutò la mia richiesta e mangiò una manciata di popcorn e bevve la bibita. A quanto pare lo zucchero della bibita gli fece bene. Riprese un po' di colorito in volto. Tuttavia anche se sembrava star meglio, non potei sapere con certezza se avessi fatto la cosa giusta.
"ora stai meglio?" chiesi non togliendo lo sguardo dal biondino. Armin finì la bibita, sospirò e annuì.
"sì, un po' sì...sarà perché soffro di bassa pressione e siamo stati tutto il pomeriggio sotto il sole" un'altra scusa. Non capii se le aveva già preparata da tempo o era semplicemente bravo a mentire.
"Armin possiamo parlare di questa cosa?" quella volta non feci finta di nulla come le scorse volte.
"che cosa?"
"del tuo problema Armin. Seriamente. Sono preoccupato"
"non ho nessun problema" mi chiesi se si fosse reso conto di avere un disturbo alimentare o no.
"perché ha pranzo non mangi quasi mai?"
"che domanda è Eren?"
"non puoi rispondere e basta?" il fatto di non sapere niente di disturbi alimentari, di non sapere da dove iniziare per affrontare la cosa, di non saper come aiutarlo mi diede un senso di apnea. Come se fossi in acqua, senza saper nuotare.
"non lo so, magari a volte non ho fame"
"a volte sarebbe sempre?" pensai che sarebbe andato avanti così all'infinito. E anche io.
"Eren io-" pensai che avesse capito che non poteva più mentire.
"voglio solo che tu stia be-" non finii la frase che mi prese per mano. Ero confuso, lo vidi che tremava e fissava qualcuno con gli occhi spalancati. Notai che la sua pelle era ruvida.
"Armin?" lo richiamai, ma sembrò essere andato in tilt. Anche se gli tremavano le mani, strinse di più la presa, stava cercando sicurezza. Aveva paura.
Non capii di cosa o addirittura di chi avesse paura. Cercai di capire chi stesse guardando, ma c'era troppa gente.
Fino a quando non vidi tra la folla un ragazzo immobile, che fissava nella nostra direzione. Guardai di nuovo Armin che aveva incollato il suo sguardo al ragazzo.
Pensai che richiamarlo sarebbe stato inutile, aveva paura e io dovevo rassicurarlo in qualche modo. Così gli diedi un bacio sulla guancia, davanti a quel ragazzo che lo fissava.
Armin scosse il capo come per riprendersi e mi guardò sorpreso da quel gesto. Lo lasciai di nuovo senza parole.
"ce la fai ora a camminare?" chiesi, avevo chiaramente una brutta sensazione e volevo allontanare Armin da quel ragazzo. Armin annuì e ci alzammo.
Andammo verso la ruota panoramica che mi aveva consigliato Jean. Armin aveva lo sguardo basso mentre camminavano. Così gli strinsi la mano per fargli capire che c'ero io con lui. Solo dopo mi resi conto che camminammo mano per mano, proprio come una coppia di fidanzati.
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filosofia//eremin
FanfictionArmin è appassionato di filosofia, in particolare dei miti di Platone. Eren invece non sopporta né la filosofia né l'amore. - Quadro "The bathing pool" di Hubert Robert.