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Avevo 16 anni quando per la prima volta al compito di filosofia presi un voto decente.

Mi impegnai un sacco per quel compito:volevo far capire a Armin che il suo aiuto non era stato invano, a Mikasa che non sarei stato bocciato e soprattutto a me stesso che ero capace di andare bene in una materia che odiavo.

Il prof Levi mi fece le congratulazioni e mi disse di continuare così. Dal suo tono di voce lo presi più come un ordine che un incoraggiamento.

Quando uscii dalla classe mi precipitai alla mensa, volevo vedere Armin.

Ma alla mensa trovai solo Mikasa e Jean, così andai da loro. Aspettai per fargli vedere il compito, volevo che lo vedesse prima Armin. Dopotutto era grazie a lui se ero migliorato.

Picchietai nervosamente le dita sul tavolo infastidendo Mikasa con quel rumore. Non so perché ma andai in ansia, quando non c'era andavo in ansia inutilmente. Come se mi servisse per essere tranquillo, o forse semplicemente sentivo la sua mancanza.

Tuttavia quell'ansia o sensazione di vuoto sparì quando Armin si sedette accanto a me, come ogni giorno all'ora di pranzo.

Mi sorrise come sempre e ci salutò. Avevo il cuore a mille, non vedevo l'ora di fargli vedere il compito.

"devo farvi vedere una cosa!" esclamai richiamando l'attenzione su me stesso. I presenti si girarono curiosi verso di me e io presi fiero il mio compito.

Lo appoggiai sul tavolo e lo lasciai ammirare ai tre ragazzi il mio primo 7+ in filosofia.

"ma è stupendo!" esclamò Armin, lo guardai, gli brillavano gli occhi. Incrociò il mio sguardo e mi sorrise di nuovo, capii che era fiero di me.

"Eren sono felicissima! Finalmente ti sei dato da fare!" esclamò Mikasa citando ciò che direbbe mia madre.

"fantastico, dobbiamo festeggiare!" esclamò Jean. Nessuno capii che intendesse, ma appena mostrò quattro biglietti per il parco divertimenti fu tutto più chiaro.

Mikasa lo ringraziò e presero a parlare del mio successo. Io imbarazzato mi grattai la nuca, Armin mi guardava.

"grazie" dissi solo. L'avevo ringraziato non solo per l'aiuto in filosofia, ma anche per essermi piombato nella mia vita ed averla resa un po' più allegra. E soprattutto per avermi fatto battere di nuovo il cuore, quando pensai che fosse impossibile.

Armin sembrò capire che era un grazie per tutto, sospirò e abbassò lo sguardo. Aveva le guance rosse, era arrossito.

"grazie a te" disse solo. A volte era un tipo di poche parole.

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