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Los Angeles • Wanderlast

L'aereo era partito in perfetto orario quella mattina di Luglio, ero seduta in prima classe con uno spazio infinito intorno a me sorseggiando il mio bicchiere di champagne, Black aveva esagerato, non sapeva con chi aveva a che fare, non sapeva quanto gli avrei fatto del male, ripensai alle parole di mio padre dopo avergli dato la notizia che tanto aspettava.
-Eh bravo David- rise di gusto guardando il mio livido -certo che devi ringraziarlo Lindsay, se non ti avessero dato quel pugno non saresti stata scelta, non ti avrebbe neanche notata e invece, eccoti qui, pronta a intervistare l'uomo più famoso del mondo- rise ancora -devi tenermi aggiornato, ogni sera prima di andare a letto voglio che tu scriva nei dettagli ciò che avete fatto e detto ok?- abbassai lo sguardo a terra, lo volevo davvero? Volevo davvero intraprendere quella carriera? Mi scrollai quei pensieri di dosso -cos'è quella faccia? Sii fiera dell'opportunità che ti è stata data e rendimi fiero di te per una buona volta. Sei una Cooper maledizione, non ti perdonerò una seconda volta-lo guardai con rabbia.
-Sì Carter- era tutto ciò che avrei potuto aggiungere se non volevo iniziare una discussione accesa.
-Freddezza e razionalità ragazzina ti porteranno al successo, non permettere che Black entri nella tua vita privata e sentimentale, non permettergli di entrare nel tuo letto. Ho sentito che, nonostante abbia Marie, si è portato a letto gran parte delle sue dipendenti, loro firmano un contratto di segretezza e tutto torna alla normalità, non farti imbambolare dal suo charme- queste furono le parole di mio padre, niente di più niente di meno, forse aveva paura per il matrimonio, se avessi trovato qualcuno migliore di Dave il loro piano di ricchezza sarebbe sfumato ma di certo quel qualcuno non poteva essere Black -usa la carta del sesso solo se può darti giovamento- mi sorrise, lo guardai schifata, un capo che usa queste parole per raggiungere uno scopo o peggio, un padre che ordina alla figlia di fare sesso col capo per estorcergli informazioni che potrebbero rovinarlo per sempre, che razza di padre era? E da quando permettevo a certe domande di ronzarmi in testa?
Il volo sembrò durare un'eternità, ma mi permise di entrare nel mood di mio padre, quello della tipica donna fredda e distaccata, diedi un leggero ritocco al trucco prima di entrare su un taxi.
-Dove la porto signorina?-
-Bulevard street 8- il taxista sgranò gli occhi in modo buffo e si girò di scatto.
-A Wanderlust?- feci cenno di sì -e cosa va a fare in quel posto? Con quell'uomo… non sarà mica una fan di Michael Black- mi guardò inorridito, sicuramente non dovevo avere davanti a me un fan di Black,
-A parte il fatto che non è affar suo, sto andando lì per lavoro, e no, non sono una fan di Black, tutt'altro- risposi sperando che le domande del taxista impertinente cessassero ma non fu così.
-Quindi lei pensa che ciò che dicono i giornali sono notizie vere?- alzai gli occhi al cielo, non riposi, non sapevo darmi riposta ma tutto era possibile e poi un uomo così strano poteva aver commesso qualsiasi scempio ma se fossi stata io in lui, avrei pagato per zittire la cosa, o forse… -è un uomo talmente strano, eccentrico, dicono che dorme dentro una vasca colma di ghiaccio per mantenersi giovane, dicono che aveva un gemello talentuoso ma che lo ha ucciso per spiccare, dicono che possiede più animali esotici di uno zoo aaaah, i soldi danno alla testa, fanno impazzire… lo guardi, un nero conciato così- un nero, un bianco, ma che importava? Cercai di distrarmi guardando fuori dal finestrino mentre il taxista impertinente borbottava tra sé e sé.
-Ho capito grazie, può bastare così- se il volo mi era sembrato eterno, il viaggio per andare a casa Black lo era stato ancor di più, quando arrivammo davanti casa, ci attendeva fuori un uomo che riconobbi, era la sua guardia del corpo, il taxista tirò fuori le mie valige imprecando per l'eccessivo peso e sputò davanti il cancello come segno di sdegno, la guardia del corpo alzò gli occhi al cielo e mi aiutò con i bagagli.
-Benvenuta a Wanderust signorina, io sono Bill e sarò il responsabile dei suoi spostamenti in città o ovunque voglia andare- mi sorrise gentile -il signor Black non l'aspettava così presto, al momento è al parco giochi con Marie e alcuni bambini, le mostrerò la sua camera, dove potrà iniziare a disfare i bagagli- guardò dietro di me dove comparve Jeremy, mio figlio, Bill rimase di stucco nel vederlo, so che non se lo aspettava, e nemmeno io mi sarei aspettata di portarlo ma non trovammo soluzioni e Dave non era in grado di occuparsi di sé stesso, figuriamoci di un figlio che non era suo e a cui voleva bene solo quando si parlava di football o di giocare alla play.

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