39.

21 0 0
                                    

Mi avvicinai a lui lentamente, ponderando bene su ciò che volevo, il suo sguardo sul mio era attento e ansioso, percepivo la sua ansia come la mia, mi sedetti su di lui, il suo sguardo si illuminò per un secondo, il mio cuore batteva all'impazzata ed il silenzio che ci circondava mi permise di ascoltarlo ancor più intensamente, potei sentire anche quello di Michael.

Sapevo che mi amava o che provava qualcosa che poteva avvicinarsi all'idea di amore,

sfiorai la sua guancia con la mia mano, lo sentii appoggiarsi ad essa mentre i suoi occhi non si

staccarono dai miei.

-Oh boy- disse in un sussurro, quella parola che tanto amavo pronunciata da lui ora, aveva senso, i dubbi, tutti i dannati dubbi che mi ero posta che senso avevano ora?

-Non sono brava con le parole Black, non mi riesce facile esprimermi- dissi avvicinando il mio

viso al suo, la mia mano finì sul suo petto, potei sentire sulla mia pelle il battito accelerato del suo

cuore, i muscoli contrarsi e il suo respiro sul mio viso, mi fermai ancor prima che l'incontro delle

nostre labbra potesse avverarsi, volevo davvero godere della sua essenza e di ogni singolo

momento.

Avvicinai le mie labbra alla sua fronte, le appoggiai lievemente, scesi sulla guancia percorrendo il suo profilo e passando alla mascella ben delineata, al mento dove mi soffermai a lungo prima di raggiungere le sue labbra perfette, il suo profumo mi faceva impazzire ,mentre i suoi riccioli neri mi solleticarono la pelle, sentii il suo respiro farsi profondo, potei ascoltarlo intensamente, sapevo che non aspettava altro ma amavo farlo morire di desiderio, perché mi desiderava e non mi ero mai sentita così in vita mia.

Chiusi gli occhi e posai le mie labbra sulle sue e tutto svanì, le luci, il freddo che provai gli anni

prima, ogni paura, tutte le ragioni per cui non avrei dovuto farlo e avrei dovuto dare ascolto alla

testa piuttosto che al cuore, e quando ricambiò il mio bacio tutto si fece confuso e più chiaro al contempo, trascinandomi dentro un vortice di emozioni inspiegabili.

Mi persi nel profumo della sua pelle, nella morbidezza delle sue labbra, nel suo sapore, nel sfiorare i suoi morbidi ricci e sentirli sotto le dita mentre il nostro bacio si faceva più profondo e i nostri cuori si fondevano sotto quel cielo stellato.

Era quello l'amore? Non lo avrei mai saputo definire prima di allora eppure era lì, intorno a noi e dentro di noi ed emanava calore, certezza, dolcezza, riparo, provai qualcosa che mai avrei pensato di provare in vita mia e mi portò lontano, lontano da tutto, lontana da tutti.

Ci baciammo a lungo, mi tirò a sé per avere un contatto ancora più intimo finché si staccò lasciandomi senza fiato e con mille pensieri.

-Ti voglio- disse ad occhi chiusi col respiro mozzato, sentii il suo respiro sul collo -ma non qui- si alzò tirandomi su con sé, mi diede altri due baci per poi staccarsi da me con un lamento e fece qualcosa di inaspettato, si strappò un lembo della t-short bianca e mi guardò con una strana luce negli occhi, mi sorrise e mi fece voltare legandomelo sugli occhi -voglio farti impazzire stanotte, Cooper, come tu fai con i tuoi baci- mi sussurrò sull'orecchio facendomi rabbrividire.

Non vedevo niente ma tutti i miei sensi erano potenziati, la sua mano strinse la mia e con uno

scatto mi fece sbattere contro la sua schiena prendendomi per i polsi e obbligandomi a camminare

dietro di lui, ma contro la sua schiena.

-Se cado Black non so cosa ti faccio- lo sentii ridere.

-Potrebbe essere un'idea per scoprirlo- sentii la sua risata dentro di sé, avevo l'orecchio

appoggiato sulla sua schiena, il suo profumo, le sue mani che stringevano i miei polsi, il non sapere

dove mi stesse portando mi mandò in fibrillazione.

Camminammo a lungo, percepii il vento accarezzarmi la pelle, il dolce bubolare di un gufo, il profumo di erba tagliata, i miei passi lenti dietro quelli di Michael, il polpastrello del suo pollice che creava dei piccoli cerchi sulla mia pelle mandandomi in estasi, il suo respiro, i ciottoli sotto le scarpe, fu lì che mi chiesi dove mi stesse conducendo ma l'avrei scoperto di lì a poco.

-Attenzione, tre gradini- disse sollevandomi leggermente per aiutarmi.

-Tutto ciò è assurdo Black- dissi non staccando la guancia dalla sua schiena, iniziavo a

rilassarmi.

-Siamo arrivati. Ah. Non ho detto che puoi toglierti la benda- mi fermò spingendomi contro

qualcosa -sta qui- disse baciandomi, il suo corpo aderì al mio, potei percepire la sua eccitazione, la

sua mano sul mio fianco mi teneva salda contro il muro, si staccò da me troppo in fretta, lo cercai

con la mano ma nulla, ascoltai ogni singolo rumore, ogni suono che potesse ricondurmi a lui, ma il 

tutto venne offuscato da "Call out my name" di The weekend che mi disorientò ancor più.

Rimasi in attesa per diversi minuti, il mio respiro si fece pesante, ero come ubriaca da tutto ciò

che mi circondava, la canzone finì così cercai di scorgere qualche segnale o rumore che potesse ricondurmi a Michael ma ne iniziò subito un'altra impedendomelo, doveva essere "I was never there", cosa diavolo stava facendo? Ero confusa, e se tutto quello fosse uno scherzo di Michael? Se mi avesse presa in giro e mi avesse lasciata lì? No, non potevo crederci, mi ero esposta nei suoi confronti, non potevo credere ad uno scherzo così crudele, mi avrebbe distrutta, e lui non era capace di una cosa così cattiva, ma in fondo non lo conoscevo bene, e se fosse...

Ma prima che i miei pensieri potessero mandarmi nel panico percepii il suo respiro sul mio collo

e le sue mani sui miei fianchi, mi calmai e sentii rilassarsi ogni muscolo del mio corpo, se ne

accorse anche lui.

-Sei stata paziente Cooper e mi hai aspettato senza esitazioni- mi sussurrò sul collo -non so se è

un bene per te- lo sentii sorridere, cosa voleva dire? Mi sentii confusa, qualcosa di freddo mi sfiorò

il collo, un gemito mi uscì spontaneo, cosa diavolo era? La scia di freddo scese verso la spalla, lo

sentii vicino, pericolosamente vicino, la scia risalì verso il collo fino al mento e alla bocca, era

ghiaccio, le sue labbra si muovevano sulle mie, la sua lingua dentro la mia bocca era gelida, mi

provocò dolorose fitte.

-Oddio Michael- dissi senza fiato.

-Piccola- mi sussurrò girandomi con forza, mi ritrovai con il viso rivolto verso il muro, sentii le

sue mani sulla mia schiena e il rumore della zip scendere, mi sfilò il vestito lentamente mentre il

mio respiro ed il mio corpo bramavano disperatamente un contatto più profondo.

Mi girai ancora bendata e gli accarezzai la schiena sentendo il calore della sua pelle sotto le dita, gli baciai il petto lentamente, in punta di piedi finché gli appoggiai le braccia intorno al collo per baciarlo, era come un elisir, più ne bevevo e più sentivo il bisogno di averne altro.

Eravamo nudi, spogli da ogni forma di pensiero, abbracciati mentre i nostri corpi uniti si perdevano tra i respiri e battiti inconfondibili, incapaci di sottrarci al sentimento che ci teneva uniti, come una calamita che rappresenta un momento unico, indimenticabile, noi eravamo la calamita del chiaro esempio che si può imparare ad amare tanto da sentirsi quasi male, mentre le ginocchia tremano e i corpi fremono, i cuori battono e tutto svanisce.

Ero felice come non lo ero mai stata e Michael fu di una dolcezza inesauribile, a volte non ci crediamo neanche noi, ma i principi azzurri esistono se solo sappiamo guardare oltre.

Parlami di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora