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-Oh no Marie, lascia stare... ho capito fin troppo bene il discorso di Lindsay- Michael si alzò contrariato e salì le scale, gli tremavano le mani, strisciò i piedi fino al piano superiore, era riuscito realmente a leggermi nel pensiero? A capire quali fossero le mie preoccupazioni?

-Di cosa parla?- domandò lei osservandomi, ma mi limitai ad alzare le spalle e tornai in

camera da sola, mentre Erika preparava Jeremy per una passeggiata, aprii la porta della camera dove vidi un'ombra illuminata lievemente dalla luce del sole che filtrava nelle tapparelle.

-Oh cielo- sospirai sollevata riconoscendo il suo profilo sottile, il suo sguardo non era meno tormentato di quando lo avevo lasciato pochi minuti fa, anzi, sembrava tormentato a tal punto che provai una fitta di compassione, i suoi occhi grigi mi osservavano attentamente, era appoggiato al muro con le mani conserte ed uno sguardo tormentato, indice di chiusura completa.

Mi sorse spontaneo chiudermi di fronte a lui, per difendermi, quando ero in sua presenza era inevitabile, sopratutto dopo il colloquio, per come andarono le cose, capii che quell'uomo aveva il dono innato di saper leggere dentro le anime delle persone, le persone come me, quelle infelici, sempre pronte a porsi nuovi obbiettivi per non fermarsi mai a pensare, se ti fermi a pensare sei finito, ed io non potevo permetterlo, il tempo per me era denaro e andava occupato con qualsiasi tipo di distrazione potesse permettermi di non farlo e che aumentasse il mio conto in banca.

-Non era mia intenzione farla spaventare- sorrise appena, accesi la luce e lo guardai negli occhi.

-Ha bisogno di me?- domandai nervosa, non si aspettava quella domanda, lo notai dal suo sguardo, sciolse le braccia lungo i fianchi e abbassò lo sguardo a terra per qualche secondo, finché prese fiato.

-Si, voglio sapere il motivo della sua reazione di poco fa. Voglio conoscere il motivo per cui mi odia- spalancai gli occhi sorpresa, fingevo, fingevo di provarlo ma lo odiavo realmente?

In fin dei conti cosa mi aveva fatto di male Black? Non era che una vittima della sua musica se non di sé stesso, ma poi mi trovai a ripensare alle parole di mio padre, su come gestire ogni genere di situazione, su quanto l'esito di quell'articolo potesse definirmi di fronte al mio paese e ogni dubbio svanì dalla mia testa e la risposta era che dovevo mantenere un certo distacco per trarne il meglio.

-Non la odio- mi sedetti sul bordo del letto fissando il parquet color noce.

"Menti sapendo di mentire Lindsay" dovevo giocare di furbizia e fargli credere di potersi fidare di me, dovevo costruire un rapporto con lui che mi avrebbe permesso di estrapolargli ogni piccola ed insignificante informazione per renderla un vero e proprio scoop, che avrebbe portato i lettori a interessarsi e comprare il giornale successivo.

-Sa, vorrei tanto crederle- percepii dalle sue parole una nota di tristezza e malinconia -mi ha sconvolto e inorridito il fatto di sentirle pronunciare le stesse parole con cui i suoi colleghi mi hanno ricoperto per tutti questi anni... Il suo sguardo impaurito, la sua preoccupazione nei riguardi di Jeremy per la sua palese affezione nei miei confronti. Deve sapere che io non faccio niente per meritarlo, ragazzini e bambini ritrovano in me una figura amica di cui si possono fidare e spesso anche confidare, il mio attaccamento nei loro confronti è dovuto dal fatto che mi hanno rubato l'infanzia, custodisco il loro essere puro cercando di mantenerlo dentro al cuore. I bambini non ti giudicano, non bramano soldi e fama. Io li capisco, li sprono a diventare adulti migliori, gli do l'appoggio che i genitori spesso non riescono a dargli per via di una vita frenetica cui la società ci impone- guardò nuovamente fuori dalla finestra.

-Io...-

-Mi fanno male le menzogne con la quale mi ricoprite seppur in modo accurato sono tutte menzogne- menzogne, pronunciò quella parola con una carica di risentimento e rabbia da farmi

tremare, era davvero scosso e in fondo al mio cuore una remota parte di me si sentì in colpa, quella parte di me era la vecchia Lindsay, quella che si fidava delle persone e che provava stima e voglia di conoscerle, ecco, quella parte di me seppur frammentaria credeva che Michael fosse un brav'uomo, incompreso, ma innocente, e dovevo reprimerla prima che mandasse a monte i miei piani.

-Senta Michael io non sono qui per giudicarla, o meglio, il mio lavoro consiste nello scrivere degli articoli sul suo conto punto. Questo è l unico rapporto che esiste fra noi due ed... io non ho mai pronunciato parole che possano farle pensare che la stia accusando.-

-No, non c'è bisogno delle parole, lo vedo, lo sento, lo percepisco, le persone mi guardano come se fossi un mostro, altre urlano perché mi amano fino a stordirmi, altre ancora si strappano i capelli e venderebbero la madre per avere una parte di me. Eppure, per quanto esistano persone che ti amano e sono tante, non dimentichi mai quelle che ti odiano e che non ti hanno compreso. Io non farei mai del male ad un bambino, ad una ragazzina- si lasciò cadere sulla sedie con le mani sul viso -i suoi atteggiamenti timorosi nei miei confronti mi lacerano l'anima, lei non può capire... Ti alzi una mattina e sai che nulla sarà come prima, giornalisti, fan, passanti, si fermano davanti casa tua perché vogliono sapere tutto di te. La vita che conoscevi non sarà più la stessa, la parola privacy sarà una definizione sul vocabolario di cui ricorderai lontanamente il significato. Mi svegliai una mattina a cinque anni e guardando fuori dalle finestre seppi che la fama sarebbe stata la mia più grande amica e condanna della mia vita- si voltò e giurai di averlo visto tremare nuovamente -non può immaginare cosa significhi per me...- si bloccò di scatto e sospirò, il suo sguardo sembrava amareggiato ed era solo colpa mia, una colpa che al momento non avrebbe dovuto sfiorarmi, dovevo vederlo come una fonte di guadagno e giovamento, se l'articolo fosse andato in porto io sarei diventata una giornalista affermata e i miei colleghi avrebbero smesso di prendermi in giro e mio padre... Niente e nessuno mi avrebbe impedito di riuscire nel mio compito e avrebbe colmato la mia sete di vendetta. 

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