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Sapevo che non avrei dovuto bere, ma lo volevo, lo volevo dal profondo del mio cuore, del mio stomaco, dove mille farfalle volavano su e giù facendomi provare fastidiosissimi crampi allo stomaco, il suo corpo a contatto con il mio fremeva dalla voglia.

Mi baciò il collo, i brividi che provavo mi costrinsero a chiudere gli occhi, provai un conflitto

interiore a cui non sapevo dare un fermo, pensai a Dave, a suo padre, a cosa sarebbe successo, pensai che volevo quest'uomo più di ogni altra cosa al mondo, che in cuor mio mi ero innamorata di lui, del suo modo di fare, di approcciarsi alla vita, con il mondo, con le persone, del suo essere

fottutamente genuino, del suo profondo saper guarire le ferite e curare i cuori infranti e le anime perdute.

Bastava un solo sorriso perché la giornata migliorasse, ogni cellula del suo corpo era fonte di

benessere per me, poteva essere l'alcool a far scaturire questi pensieri, poteva essere qualsiasi cosa

ma sapevo di provare quei sentimenti e più passavano i giorni e più sentivo che mi stava cambiando profondamente, sapevo di essermi innamorata dal giorno in cui lo vidi battersi per difendermi.

Mi slacciò la zip del vestito e me lo sfilò velocemente.

-Avevo voglia di rivedere questo tuo bel corpicino- mi sussurrò nell'orecchio.

-Non dovremmo...- dissi in un sussurro mentre il suo dito arrivò alla meta torturandomi e

facendomi perdere il controllo del mio corpo.

-Ma potremmo...-

-Il divano è scomodo- risposi chiudendo gli occhi.

-Oh...- si allontanò da me lasciandomi un secondo per respirare, avevo il fiato corto e la bocca

asciutta, dovevo pensare un modo per scappare da quella situazione, ripensai a David e a suo padre,

a cosa gli avrebbero fatto se lo avessero scoperto, lo avrebbero distrutto, Michael prese la tovaglia e avvolse tutto ciò che c'era in tavola in essa e l'adagiò per terra -vieni-

-Michael parliamone per fav...- ma prima che potessi finire mi prese in braccio con forza e mi

posò sul lungo tavolo in legno adagiandomi sopra.


-Non abbiamo fretta...- mi sussurrò nell'orecchio accarezzandomi la schiena fino a scendere

lungo i fianchi, risalì fino al mio seno ed accarezzò anche quello al di sopra del reggiseno finchè

impaziente lo sfilò e con un sorrisetto malizioso ci si fiondò a capofitto -sei stupenda...- si

concentrò sui miei capezzoli ed iniziò una lenta tortura, baciandoli, mordendoli, lambendoli con la

sua bocca per poi risalire sul collo, fino alle labbra che mi sfiorò con estrema dolcezza. La sua mano

strinse la mia, la mia gamba contro la sua aumentò la voglia ed il bacio diventò più profondo, più caldo, aprii le gambe per agevolarlo, sapevo che era un segno di resa da parte mia, era un chiaro invito a fare di me ciò che voleva, le sue mani non si fermarono, sentii le sue dita sfiorarmi il basso ventre, la sua bocca lasciò la mia per scendere verso il collo, sentii le sue labbra sulla mia pelle, le sue mani sulla mia schiena inarcata, il mio corpo fremere ad ogni tocco.

-Michael- dissi in un sussurro.

-Voglio farti godere come mai nessuno nella tua vita ha fatto...- mi sussurrò nell'orecchio

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