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Quando lo vidi entrare scortato da tutti i suoi scagnozzi per poco non gli risi in faccia, era così palese che stesse aspettando il momento giusto per annientarmi e quel giorno era arrivato. La soddisfazione misto perfidia nel suo sguardo non la dimenticherò mai, aveva aspettato così tanto quel momento, forse sin dal primo giorno che mi vide dentro lo stanzino del colloquio, in quella sala da aperitivo in cui Michael ebbe il coraggio di metterlo al suo posto, coraggio che non ebbe più.

Michael fu sorprendente anche in quell'occasione, mi si parò davanti per proteggermi dall'ondata che stava per incombere su di noi, ma non potevo immaginare quali risorse avesse Frank dalla sua, nemmeno potevo immaginarlo.

-Come hai osato lasciare casa senza avvisare Michael. Come hai potuto pensare di poter stare qui senza destare attenzione pur sapendo che i giornalisti non aspettano altro che un tuo passo falso? A pochi giorni dall'uscita del nuovo album?!- gli urlò contro, era passato da un colorito normale, a rosso fino a diventare quasi viola per la rabbia -...e questa non è la cosa peggiore...-

-Frank...- cercò di scusarsi Michael senza che quello glielo permise, passammo dieci minuti ad ascoltarlo imprecare e urlare contro di noi, il mio cuore iniziò a fremere e migliaia di pensieri sovrastarono la mia mente, iniziai a pensare a tutte le giornate stupende trascorse con Michael e Jeremy, a ciò che avevo imparato, a come ero riuscita a eliminare le tracce che mio padre aveva insinuato dentro di me per accogliere l'amore e il suo calore tra le mie braccia. A quanto Michael era riuscito a insegnarmi attraverso il suo modo unico di essere e restare umano, ai sorrisi nelle giornate grige, a mio figlio e la sua voglia di mostrarmi attraverso i suoi occhi il mondo, ma ben presto dovetti tornare in me, osservai Frank saltellare e inveire con il suo fare goffo da finto uomo d'affari, paonazzo in viso e con i baffi che seguivano i suoi movimenti impacciati.

-...per questa sgualdrina...- concluse la frase, spalancai gli occhi.

-Ma come ti permetti?- disse Michael ancor prima che potessi intervenire.

-Stai adulando una donna che ha deciso di comune accordo di annientarti- urlò, Michael per tutta risposta gli rise in faccia ma io dovetti sedermi, iniziava a girare tutto.

-Ma che stai dicendo Frank- Michael mise una mano sulla mia spalla cercando di sostenermi, di rincuorarmi, ma Frank aveva giocato d'anticipo, ed io avevo perso la mia occasione per spiegarmi e ora davanti a me c'era un abisso ed io stavo per finirci dentro senza sapere come uscirne.

-Quella donna ha fatto in modo di entrare nella tua vita e stravolgerla per un solo motivo. Per questo- disse aprendo il giornale di mio padre sulla cui testata c'era una foto di Michael dal titolo a caratteri cubitali "Il mostro dietro l'artista di Lindsay Cooper", spalancai la bocca, non era finito il tempo a mia disposizione, Michael mi guardò sconvolto prendendolo in mano e leggendo e a ogni frase, a ogni parola chiudeva gli occhi addolorato. Avrei voluto spiegare, Michael meritava una spiegazione, volevo dire qualcosa per lo meno pur non sapendo cosa ci fosse scritto su quell'articolo, tentai di farlo ma la voce non uscì dalla mia bocca, ero completamente inerme davanti ai miei spettarori. Mio padre doveva aver pubblicato l'articolo con le bozze che gli avevo inviato il primo mese, Michael buttò a terra il giornale, lo presi tra le mani leggendo l'articolo, tremavo, parlava di un mostro, di un uomo con una grande affezione nei confronti dei bambini, delle donne, c'era scritto che aveva provato a sedurmi, le lacrime uscirono senza che lo volessi o cercassi di impedirlo. Il suo sguardo ferito fu una pugnalata per me, quell'articolo non aveva niente a che fare con le mie bozze, era di gran lunga peggio di quello che potessi immaginare.

-Michael devi ascoltarmi...- cercai di intervenire una volta ritrovata la forza ma il suo sguardo bastò per zittirmi e come se non bastasse Frank mi diede il colpo di grazia facendogli ascoltare alcune delle mie telefonate con mio padre.

-...te la stai giocando bene? Hai bisogno di Dave? Guarda che Black sembra avere una cotta-

-Ma che stai dicendo? Sei forse impazzito?-

-Non so se toglierti l'ingaggio Linds, forse questo può diventare un problema, forse non sarai all'altezza di portarlo a termine. Ma l'istinto mi dice che sei una Cooper e come tale ti ho cresciuta, il tuo cuore di ghiaccio dovrebbe aiutarti a intraprendere la strada giusta. O sbaglio?- spalancai gli occhi, sapevo quale risposta avevo dato.

-Non accadrà mai che mi innamori di un mostro che ha molestato una ragazzina. E il fatto che si sia infatuato può solo aiutarmi a portare a termine l'articolo, può farlo aprire, mi racconterà i dettagli più scabrosi della sua inutile vita...-

-È questo che volevo sentirmi dire- Frank sorrideva soddisfatto mentre le lacrime scorrevano sul viso di Michael scoprendo parte delle macchie coperte col trucco.

-Michael io...-

-Zitta. Non dire nulla- si alzò e andò verso la macchina -Bill, porta la signorina in aeroporto o dove vuole lei. Le manderò i suoi oggetti personali a casa- entrò in macchina senza voltarsi, non avevo ancora respirato e il respiro mi mancava, mi sentii vuota, inerme, un involucro di un corpo senz'anima.

Mi mancava il respiro ed insieme ad esso la forza per alzarmi, fu Bill ad aiutarmi nonostante il suo sguardo parlasse per lui, dovevo averlo deluso profondamente, anch'io mi ero delusa profondamente, il rimorso e i sensi di colpa iniziarono ad assillarmi seguiti dai 'se' e dai 'ma' di ciò che non avevo fatto.

"Se solo fossi riuscita a parlargli prima cosa sarei riuscita a risparmiargli?"

Fui scortata in aereoporto, dove il mio passaporto e un biglietto per New York e qualche valigia mi stavano aspettando, Frank aveva escogitato tutto alla perfezione ma prima di scendere John mi diede il colpo finale.

-Ho creduto davvero in te sai?-

-John io...- cercai di spiegarmi invano, la sua mano alzata mi zittì subito.

-Non mi aspettavo grandi cose, inizialmente mi sembravi una viziata boriosa che voleva realmente annientarlo e guadagnare alle sue spalle, ma poi, sorprendentemente ho visto un cambiamento crescente, come i bambini malati che gli fanno visita. Entrano spossati, stanchi, spenti ma quando vivono a Wanderlust ne escono giovati, rinvigoriti, entusiasti e con una gran voglia di vivere, di combattere, alcuni guariscono senza alcuna motivazione sensata. Lo guardavi come se lo amassi davvero, io l'ho visto nei tuoi occhi e ho tratto le mie conclusioni, o sei l'attrice più brava del mondo e quindi hai sbagliato professione... oppure, come accade da tutta la vita gli eventi e le persone intorno a te ti hanno schiacciata e Frank ha avuto la meglio perché ha le capacità di manovrare la vita di Michael. Ma quelle parole le hai scritte tu... non voglio sapere quando né il perché, speravo che lo dipingessi per quello che è, un uomo solo che ha tanto bisogno di comprensione di essere guardato. Ed è un grand'uomo, il migliore che io conosca- sembrò voler aggiungere qualcosa ma il telefono squillò -ecco a te. Tante care cose signorina Cooper- mi porse le medicine che gli avevo chiesto giorni prima e lo vidi entrare in macchina e lasciarmi sola con la tristezza sul volto.

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