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-Perché non te ne frega mai niente di quello che ho da dirti?!- Jerry mi guardò negli occhi, stava

per scoppiare da un momento all'altro, lo vidi allontanarsi da me come se fossi un mostro.

-Che ti prende Lindsay non gli hai neanche dato l'opportunità di parlare- mi voltai verso Michael

tremante per la rabbia -da quando siete qui Jerry mi ha confessato che è felice e che lo tratti molto

meglio visto che a New York non state mai insieme-

-Non sono affari tuoi! Stanne fuori ok?!-

-Ma di cosa hai paura Linds di cosa?-

-Non ti immischiare Black- mi allontanai da lui spaventata.

-Aspetta- mi sentii stringere da dietro -perché ti comporti così? Perché Lindsay!?- mi strinse le

braccia con le sue mani -che scopo ha mostrarsi forte ad ogni costo se non lo si è? Tu non sei come

vuoi mostrarti, non lo sei!- spalancai gli occhi sorpresa.

-Lasciami... devo cercare mio figlio- come riusciva a rendermi così inquieta e vulnerabile?

Come riusciva a leggermi nel pensiero in quel modo? Non mi conosceva affatto eppure sembrava

aver colto molte più informazioni sul mio conto di quante ne sapeva Dave dopo tutti gli anni passati insieme.

-Jer!- urlai guardandomi intorno -Jer dove sei? Guarda che non verrò a cercarti quindi o salti

fuori o ti sottraggo il game boy per un mese...- nessuna risposta, mi guardai intorno sconsolata, sapevo che aveva bisogno di tempo per metabolizzare il tutto, ed io non avrei di certo assecondato i suoi capricci e la sua smania di richieste d'attenzione.

-Dove vai?- chiese Michael sorpreso.

-Fine del gioco... Domani si torna a casa ed io verrò sostituita, contento?- lo superai e mi avviai verso casa.

Entrai in casa e cercai Erika ma quando la chiamai non ebbi nessuna risposta.

"Ti consiglio di lasciare tre giorni di libertà a Erika" merda!

Sotto consiglio di Black le lasciai realmente tre giorni di riposo, mi chiusi in stanza per gran parte del pomeriggio a riflettere su come avrei risolto la situazione, avevo un gran mal di testa e tutto ciò che avevo creato nel tempo si stava sgretolando lentamente sotto i miei piedi, senza che me ne rendessi conto o che volessi ammetterlo. Avevo realmente rovinato tutto quando mi ero concessa di far entrare nella mia vita i sentimenti, mio padre aveva ragione, mio padre aveva ragione su tutto, se permetti ad una persona di entrare nella tua vita ti esponi ad un rischio enorme, quello di concedergli un modo per ferirti o per renderti apparentemente felice. Ma la felicità la si tocca qualora lo si voglia, mi sentii ferita e confusa, non mi ero mai comportata in modo così irrazionale, non avevo mai avuto dubbi sul mio essere, sui miei modi di fare, continuai a rimuginare sui miei comportamenti quando sentii bussare insistentemente.


-Sì?-

-Ehm, Lindsay?- quella voce calda e gentile entrò nella mia testa come una medicina, una cura ed

una risposta alle mie domande.

-Che vuoi?-

-Jerry... non riesco a trovarlo...- disse ansimante, probabilmente aveva corso.

-Oh, è normale, quando è arrabbiato si nasconde ma poi ritorna... a casa lo fa sempre...-

-Beh credo che il ranch sia molto diverso da casa tua e... e per un bambino solo e piccolo come

Jerry può essere pericoloso- sembrava realmente preoccupato.

-Cercalo allora, hai un mucchio di inservienti a tua disposizione- spalancò gli occhi sorpreso,

anch'io rimasi male dalle parole appena pronunciate, ma oramai erano state dette e non potevo tornare indietro e rimangiarmele, mi guardò come se fossi un mostro e mi sentii così.

-Sei sua madre Lindsay!- alzò il tono di voce il che mi diede fastidio.

-E tu sei uno sconosciuto per noi, quando ti dico che mio figlio torna vuol dire che torna... che

diavolo ne sai tu di me Michael o di noi?-

-Jeremy parla sempre di te, e se posso permettermi... da ciò che mi ha detto della sua vita a New York neanche così tanto bene, io amo mia madre con tutto il mio cuore ma evidentemente se lo merita... sei solo una ragazzina- alzai lo sguardo fingendo disinteresse -lo dimostra il fatto che ti abbatti con niente... ed ora perdonami, vado a cercare tuo figlio- sbattè la porta ed io rimasi sola come un'idiota, mi sentivo in colpa per le mie parole, Jeremy non meritava una madre come me, su questo la pensavamo entrambi allo stesso modo ma io non avrei mai voluto rimanere incinta o meglio non così...

Qualcosa di umido mi bagnò la guancia.

"Lacrime? O no Lindsay, no e poi no! Niente lacrime hai capito?"

Non sapevo nemmeno da quanto tempo non piangevo, mio padre odiava i piagnistei ed odiava i

miei in modo particolare. Mi ripeteva spesso quanto assomigliassi a mia madre, donna troppo buona

e fragile per sopportare la prepotenza di mio padre ma questo non è importante.

Accesi il computer e mi immersi nel mio primo articolo su Michael, carica d'odio e di risentimento scrissi tutto ciò che di lui non mi andava, "un bambino nel corpo di un adulto" lo intitolai e in qualche modo riuscii a reprimere tutto il mio dolore ed il mio risentimenti nei confronti di quell'idiota, ma non riuscii a reprimere le sue parole e il dolore che straziava il mio petto, non dovevo permettergli di entrare così a fondo nella mia vita, non dovevo portare con me Jeremy.

Quando finii di scrivere mi accorsi di che ore si erano fatte, erano le dieci e mezza di sera e né

Michael né mio figlio si erano fatti sentire, uscii dalla stanza e scesi le scale sentii delle voci al

piano di sotto.

-È solo un graffietto piccolo... vedrai che passerà-

-Mi brucia... mi brucia tanto-

-Lo so, adesso passa... vedrai che passa- mi avvicinai alla porta che mi separava dal salotto ed

appoggiai l'orecchio per origliare.

-Voglio rimanere qui... non voglio tornare a casa Michael, perché non sei il mio papà? Perché non mi vuole bene la mia mamma?-

-Non è vero che non ti vuole bene è che non riesce a dimostrartelo...-

-Non è vero... La sentivo gridare contro David... ha detto cose brutte su di me- abbassai lo

sguardo, era vero, avevo urlato cose terribili quella sera in cui Dave dovette recuperarmi in un

locale, ero ubriaca e ce l'avevo con sua madre, era stato tremendo per me, tutto, il parto, la

gravidanza ed il... il concepimento.


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