11.

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Quella sera, quando scesi le scale vidi Marie e Michael abbracciati, Marie stringeva tra le mani una valigia grande quanto lei, li guardai sorpresa.

-Sì amore... ti saluto mia mamma ma tu... sta attento e...-

-So cosa vuoi dirmi piccola e ti prometto che non cadrò nell'eccesso, soprattutto non ora- le baciò i polpastrelli e le diede un bacio passionale, nell'eccesso? Cosa significavano quelle parole, in quale tipo di eccesso non doveva ricadere Black?

-Oh, Lindsay ci rivedremo a Settembre immagino, ci sono stati degli imprevisti a casa e devo lasciarvi...- mi sembrò nervosa, inquieta, come se la decisione di andarsene non fosse dovuta da lei ma da qualcuno di esterno.

-È stato un piacere Marie, a presto-

Quella sera cenai nel più completo silenzio mentre Jeremy continuava a parlare ininterrottamente, solitamente a casa non parlava molto anzi, era silenzioso e cupo invece in presenza di Michael era spontaneo, sorridente, felice, Erika mi osservava attentamente, non capii il motivo di tanta attenzione finché i miei pensieri vennero interrotti dal mio telefono.

Michael mi diede un'occhiataccia ma non mi importava, dovevo rispondere, mi alzai di scatto quando vidi quel numero, che fosse successo qualcosa?

-Pronto?- nessuna risposta sentii solo dei sospiri soffocati -pronto?-

-Mi manchi Lindsay...- la voce strozzata ed impastata di David mi fece capire che non era in sé e che molto probabilmente aveva bevuto -lo sto capendo solo ora che non ci siete, le donne che ho sempre portato, loro non contano nulla, ma penso di provare un sentimento che sto sentendo solo ora, mi mancate, mi sento solo... tremendamente solo- rabbrividii a quelle parole, dovevo trovare un modo per calmarlo, per farlo tornare in sé.

Pensai di rispondergli se in quel "mi mancate" fosse contemplata anche Erika, ma non mi sembrò il caso di turbarlo più del dovuto, dovevo cercare di assecondarlo.

-Il telefono- Michael mi guardò con aria di rimprovero ma non gli diedi peso.

-Dave, che succede?-

-Ho bisogno di te. Ti ordino di venire qui!- alzò il tono di voce -prendi un aereo e raggiungimi!-

-Dave, sai bene che non posso, ti avevo chiesto di non bere e di non assumere quella robaccia- sospirai -ti prego. Cerca di calmarti-

-Sei con quel porco?- domandò irruente, non mi ascoltava, le mie parole non avevano un peso per lui, tutto ciò che voleva era essere rassicurato, dovevo farlo se volevo concludere quella chiamata al più presto e senza troppe cerimonie né melodrammi inutili.

-No sono in salotto- cercai di allontanarmi dalle espressioni interrogatorie di Black e mio figlio.

-Ti piace? Ti piace quell'uomo!? Se mi tradisci Linds... giuro che se mi tradisci io...- deglutì rumorosamente -io mi lascio andare-

-Ascolta le tue parole amore, sei completamente fuori di te... sai bene che non ti tradirei mai, sai bene che ti amo più della mia stessa vita- mentii spudoratamente, sembrò calmarsi, l'effetto

dell'alcool misto droga e probabilmente la solitudine degli ultimi giorni dovevano averlo fatto ragionare sulla sua vita inutile di perdizione ed eccessi, forse aveva compreso di non essere riuscito ad arrivare a nulla, di non aver conquistato nulla. Lui non si era dovuto sudare il posto che aveva nel giornale del padre, gli spettava di diritto, non aveva dovuto svolgere una serie infinita di stage per dimostrare che era in grado di gestire un giornale, gli spettava di diritto, era l'unico erede o per lo meno, lui lo pensava ingenuamente e quindi si sentiva al sicuro, qualunque cosa avesse fatto, aveva un posto di lavoro assicurato.

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