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-Michael dove diavolo...- rimasi a bocca aperta e dovetti fermarmi perché le parole che sarebbero uscite dalla bocca non avrebbero avuto più un senso logico.

-Jerremy mi ha detto che ami questo genere di cene e che forse sarebbe stata l'unica cosa che ti avrebbe smossa un po'- un'enorme gazebo bianco affacciava sul lago, un tavolo imbandito per la cena a lume di candela ed un piccolo divanetto rosso sul lato destro completava tutto ciò che apparteneva ad un ricordo ben preciso, la cena dei miei sogni con un ipotetico uomo da amare, come faceva Jerry a ricordarselo? Era una storia che mi ero inventata per farlo addormentare anni prima, era la storia di un principe valoroso che salvò la principessa dal castello per portarla in un luogo magico dove tutto era incontaminato, puro, bellissimo.

-Wow- dissi in un sussurro, prima ancora che potessi accorgermene Michael mi fece sedere sul

divanetto e mi offrì un drink, gli chiesi come facesse a sapere che un gesto del genere mi avrebbe smossa, mi raccontò che fu proprio Jerry a chiederglielo, di fare tutto questo per me, perché la mia storia lo aveva colpito.

-Quel bambino è l'unica cosa che amo realmente a questo mondo, forse l'unico sbaglio riuscito

bene ed io neanche merito una tale benedizione- Jeremy era la mia vita, la mia ancora di salvezza

ma non potevo permettergli di amarmi ed affezionarsi a me perché da un giorno all'altro tutto sarebbe potuto finire con uno schiocco di dita, lo avevo cresciuto in modo da non amarmi e non chiedere amore perché qualcosa di più grande di noi ci avrebbe divisi.

-E allora perché lo allontani da te?- mi voltai per osservarlo, il suo sguardo penetrante mi fece chiudere in me stessa, la magia era svanita ed ero entrata in un loop che avevo già vissuto e messo da parte.

-Non capiresti- mi tremò la voce.

-Sì invece... lo capirei anzi, forse mi spiegheresti tante cose riguardanti il mio passato- alzai lo sguardo turbata, non poteva paragonarmi a suo padre, non doveva permettersi -dentro di sé muore dalla voglia di provare il calore di un tuo abbraccio, un abbraccio che da due anni a questa parte non gli concedi- mi alzò il viso con l'indice -perché Lindsay, perché fargli ma soprattutto farti del male in questo modo?- sviai lo sguardo dal suo -non sarebbe più semplice amarlo e basta?-

-Michael smettila, ti prego- si alzò deluso e si allontanò da me, mi soffermai ad osservare il tavolo apparecchiato, il gazebo ornato da lucine dal colore caldo e cercai nuovamente dei pensieri felici, pensieri che mi avrebbero distolto dalle parole di Michael.

Gli lasciai del tempo per riprendersi, per pensare, lo osservai da lontano, assorto in chissà quali pensieri mentre la mia testa fu pervasa dalla confusione e da una miriadi di domande.

Perché prendersi tanto a cuore la nostra storia? Perché voler scavare così a fondo dentro delle vite che avrebbe lasciato di lì a poco?

Questi pensieri vennero interrotti da Michael che comparì sulla sedia, mi stava osservando e non seppi dire nemmeno da quanto tempo.

-Allora Black, non hai fame?- chiesi cercando di allentare la tensione.

-Ovvio che sì... tra poco diventerà buio immagino- guardò distrattamente il suo preziosissimo

orologio dall'aria antica -ho fatto preparare piatti semplici e per niente leggeri tesoro, preparati ad abbassare la zip del tuo graziosissimo vestitino perché impazzirai per i miei piatti- sgranai gli

occhi sorpresa.

Parlammo molto dimenticando per qualche ora dell'avvenimento appena accaduto, fingendo che andasse tutto bene, la sera prima dopo l' abituale telefonata di Carter scoprii che uno dei fratelli di Michael, John che era un attore affermato da anni, era stato beccato in uno dei locali del padre di Dave con una ragazza dal nome Babe, ovviamente la conoscevo, il giornale di Dean non si fece scrupoli nel scrivere un articolo al riguardo né ad utilizzare le foto delle telecamere per incastrarlo. Ovviamente John Black era sposato e questo suscitò l'indignazione dei fan dell'attore e ovviamente si sarebbe andati per vie legali visto il modo in cui le foto erano state divulgate.

-Babe è una delle donne che lavorano nel locale del padre di David sai? È molto carina- gli feci

l'occhiolino, lo vidi arrossire, sapeva dove volevo andare a parare, lo sapeva benissimo.

-Non credo sia un posto adatto a me o a mio fratello...-

-Tuo fratello non fa proprio niente di male Michael-

-Ah sì? Lo credi davvero? Mio fratello è sposato ed ha una moglie che lo ama e dei figli che si

fidavano di lui e...-

-Anche Marie si fida di te... immagino. Ma tu ti scopi la prima giornalista che ti trovi in casa

senza ritegno né rimorsi... Ops!- finsi di dispiacermi per la mia battutina -scusa- colpito e affondato

-scusa è che... non è così? La differenza tra te e tuo fratello è che io non sono una prostituta ma

credimi quando ti dico che se Baby è andata oltre è perché è innamorata di tuo fratello e lui...- sospirai -beh, non è tanto diverso da te... tu mi hai scopata così... tanto per senza alcun remore né vergogna, come probabilmente ha fatto lui all'inizio senza rendersi conto di ciò che ha instaurato nel tempo con Baby- morto e sepolto, sogghignai dentro di me, lo avevo zittito.

Non proferì parola per tutta la sera, mangiò nel più completo silenzio versandosi spesso e volentieri bicchieri di vino.

Feci lo stesso, la serata mi stava annoiando particolarmente e i piatti che Penny ci serviva erano

estremamente ricchi di calorie, lasagne caserecce, del salmone affumicato con contorno di insalata

di patate e per dolce del tiramisù, uno dei dolci che tanto amavo, bevvi qualche bicchiere di troppo

per non ascoltare la vocina di Dave che mi ripeteva assiduamente "calorie, calorie, calorie! Cellulite, cellulite, cellulite!"

-Eddai Black parla un pochettino con me- alzò appena lo sguardo e mi fece un sorriso sghembo.

-Non mi va- si passò il tovagliolo sulle labbra.

-Oh... ti ho forse offeso con le mie parole? Dovresti essere felice che sono rimasta in tua compagnia invece di... ih!- singhiozzai -di... lasciarti ih... solo come un cane ih!- scoppiò a ridere in modo teatrale il che mi diede fastidio -ma che hai da... rhi... dere?- si stringeva la pancia con le braccia e continuò a schernirmi per il mio singhiozzo finchè mi alzai offesa e mi sedetti sul comodo divano in pelle rossa -oh cielo... qui gira tutto- appoggiai la testa sullo schienale del divano e chiusi gli occhi.

-Anch'io ho bevuto un po' troppo... le tue parole mi hanno sconvolto e... ci sono rimasto male

cazzo!- alzai l'indice e lo indicai sconvolta.

-Ehy ehy ih! Ehy! Ma tu non dici parolacce!-

-No... solitamente- appoggiò la testa sulla mia spalla -ma ogni tanto capita. Sono sempre in compagnia di bambini o ragazzini, se parlassi come uno scaricatore di porto cosa gli insegnerei? E

loro sono come delle spugne, assorbono tutto, tutto- chiuse gli occhi tormentato.

-Mister B sai cosa sei?- gli alzai il viso con una mano -sei... ih... la persona più scombussolata

che io abbia mai conosciuto in tutta la mia stupida vita e... ih-

-Amo il tuo singhiozzo...- si avvicinò a me -conosco un modo per farlo passare- mi fermò guardandomi negli occhi, sentii il cuore battere forte nel petto e lo guardai come mai avevo guardato nessun uomo.

-Ah sì?- mi sdraiai sul divano senza distogliere lo sguardo dal suo.

-Sì- mi osservò a lungo finchè si avvicinò a me pericolosamente.

-No...- si mise sopra di me, il suo corpo a contatto con il mio mi fece fremere dalla voglia di averlo, di sentirlo mio, seppur per qualche ora, l'alcool aveva manifestato i sentimenti e la voglia che avevo represso in quella giornata di baciarlo e stringerlo a me, un desiderio che stavo reprimendo da troppo tempo e che mi aveva fatto diventare irrequieta.



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