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-No Black...- le sue labbra sulle mie e la sua lingua invase la mia bocca mentre le sue mani

perlustravano il mio corpo in cerca di un contatto più profondo -non puoi approfittartene in questo

modo- lo allontanai bruscamente.

-Non me ne sto approfittando Lindsay io agisco in base a quello che sento e quello che provo è

un sentimento che mi strazia l'anima...-

-Non posso credere che tu stia facendo questo...- incrociai le braccia al petto, erano parole che

dicevo più a me stessa che a lui, si sbagliava su di me, si doveva per forza sbagliare, ci avevo messo

una vita per crearmi quel personaggio tanto amato da mio padre, avevo impiegato tempo e tutte le forze del mio corpo e non poteva di certo essere un cantante da strapazzo a farmi tornare indietro, a farmi provare amore e gioia, speranza e amore, non potevo permettergli di entrare nel mio caos. Quando a diciotto anni scappai di casa perché mi rifiutai di assecondare le sue pazzie trovai rifugio dalla famiglia di Dave, suo padre mi disse però che sarebbe stato opportuno che mi trovassi un lavoro visto che la mia decisione era quella di essere il più autonoma possibile, mi piazzò in uno dei suoi locali streap in centro, dove iniziai con il semplice servire ai tavoli per poi finire a sostituire una lap dancer che si era rotta il menisco cercando di fare una piroetta, fu una scena terribile, la poverina fu portata in ospedale. Dean il padre di David sapeva dei miei trascorsi come ballerina classica e mi disse che se non avessi imparato la parte della mal capitata sarei potuta tornare da mio padre. Così mi ritrovai nel mondo delle lapdancer ancor prima di rendermene conto, imparai in poco tempo perché mi ero sempre tenuta in allenamento, in palestra, facendo pesi, pilates o tutto ciò che potesse tenermi in forma se mai avessi deciso di tornare a fare danza, ritrovata la mia perduta libertà decisionale.

Guardai Black, sicuramente nessuno l'aveva mai rifiutato in vita sua, perché prese il mio rifiuto molto male, rimase in silenzio con le braccia conserte a mangiare noccioline distrattamente, lo osservai senza farmi notare, sembrò contrariato, perso nei suoi pensieri, cosa poteva pensare? Avrei tanto voluto leggergli nel pensiero.

-Quindi il mio charme non funziona con te? Sei l'unica donna che mi abbia mai rifiutato a questo

mondo Cooper sappilo- disse con tono sprezzante interrompendo i miei pensieri, sorrise debolmente.

-Devi fartene una ragione Black, non sarai troppo sicuro di te riguardo alle donne? È impossibile piacere a tutti. Impossibile- cercai di farlo ragionare.

-Se lo dici tu- mi superò spegnendo tutto e uscendo dalla sala, guardai la tenda a lungo pensando

tornasse, ma non successe, lo avevo offeso? Uscii anch'io e lo vidi seduto su un quod con il casco in

testa -monta su- mi sedetti dietro di lui rifiutando il casco e aggrappandomi alle maniglie sui lati,

ma quando partì mi pentii di non averlo indossato.

-Sei impazzito?- sorrise compiaciuto -fermati subito-

-Hai paura?- domandò con aria di sfida compiaciuto dalla mia reazione.

-Puha... io paura?- accelerò di proposito e dovetti stringermi a lui per non cadere, sentii il suo

profumo, era chiaramente bleu di chanel, i suoi ricci neri mi solleticarono il viso, sentii i muscoli

del suo corpo contrarsi, appoggiai la testa alla sua schiena e fi lì che mi sentii protetta, così in pace che avrei voluto non finisse mai quel tragitto, potevo mentire a Balck riguardo al fatto che non mi avesse colpito, ma in fondo al cuore sapevo che mentivo spudoratamente, e che avevo paura, una paura tremenda.

-Questo è il mio parco giochi privato- disse fermandosi.

-Non so che diavolo te ne fai di un parco giochi privato-

-Come ben sai o almeno... dovresti aver già capito la mia vita è qui, dentro queste mura... se dovessi andare in un parco giochi vero, la gente mi assalirebbe e i media mi distruggerebbero- rispose con altrettanta freddezza, pensai alle sue parole, pensai al motivo per cui ero lì, ogni tanto mi tornava in mente e mi mancava il respiro, come se qualcuno mi impedisse di farlo, provai una fitta allo stomaco -stai bene?- mi chiese preoccupato.

-Sì... sì, per quale assurdo motivo non dovrei stare bene?-

-La tua mano...- il mio sguardo ricadde su di esse, tremavo in modo evidente.

-Non è nulla- lo scansai bruscamente, non potevo permettermi che andasse a fondo per cercare di

capire il motivo per cui ero così turbata -avanti Black- mi alzai sorridendogli, mi guardò a lungo

-mostrami il tuo parco divertimenti-

-Da cosa vuoi cominciare?- mi chiese alzandosi.

-Da... quello- indicai una nave.

Lo seguii per tutti i giochi "pericolosi" che volle mostrarmi e rimase sconcertato nel vedere la

mia reazione impassibile per ognuno di essi non potevo essere preoccupata, non per i giochi

almeno.

-Non posso credere che non ti abbiano fatto provare niente... neanche un piccolo brivido- sorrise

appena.

-Le tue montagne russe non sono nulla in confronto a quelle che ho provato a Los Angeles-

-Uhm... va bene, penso ci sia una netta differenza tra i due parchi... però ci sono i cavalli... è la giostra più vecchia del mondo ma anche la più divertente- mi guidò fino alla giostra, salii su un cavallo a caso, era come tornare bambini, quando sali per la prima volta su una giostra del genere ti guardi intorno e rimani affascinato da tutto ciò che ti circonda e rivivi momenti che non hai mai dimenticato. Dai piccoli dettagli dei cavalli, dai colori, dalla forma dei loro occhi, dalla posizione delle zampe, dalla leggera musichetta dolce che accompagna il cavallo su e giù, da ciò che hai di fianco, dal suo sorriso, dai suoi occhi che ti scrutano come se fossi l'unica donna al mondo, dalle sue grandi mani che afferrano le redini, dal suo corpo, dai suoi capelli perfettamente in ordine... Mi accorsi dei miei pensieri solo quando mi chiese del perché ero fissa ad osservarlo e me ne pentii arrossendo, sembrò capire che quella giornata mi stava cambiando profondamente, e sembrò capire anche il fatto che volevo disperatamente reprimere tutti i miei pensieri per non fargli capire che anch'io provavo dei sentimenti.

Dannazione...

-Scendiamo- mi prese per mano e mi condusse fuori dal parco a passo sostenuto, che stava

facendo e dove diamine mi stava portando?

-Ehy fermati-

-No-


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